Descrizione

Comune collinare di origini tardo-antiche, sorretto essenzialmente dall’agricoltura, affiancata da una serie di imprese industriali di piccole dimensioni. La comunità dei lapiani, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, si distribuisce nel capoluogo comunale, negli aggregati urbani elementari di Arianiello, Casale Monaci, Cerreto, Cortejoanna e Tognano e in alcune case sparse sui fondi. L’abitato, situato sulla cima di un poggio e circondato da fertili campagne, domina la valle del fiume Calore, incorniciato da lunghi filari di salici, pioppi e ontani napoletani, adatti all’ambiente umido. Nel territorio comunale si succedono, a perdita d’occhio, dolci rilievi collinari tappezzati di coltivi; a questi ultimi si alternano macchie di vegetazione boschiva (pini, castagni, aceri, cerri e roverelle) che si screziano, in autunno, dei vividi toni della ruggine e del giallo e che costituiscono l’habitat ideale di piccoli mammiferi, come il riccio, la lepre, il moscardino, la volpe e la donnola; tra i rami dei boschi nidificano invece uccelli di varie specie, quali la quaglia, la beccaccia, il colombaccio, la tortora, il cuculo, il merlo e la ghiandaia.

Comune collinare di origini tardo-antiche, sorretto essenzialmente dall’agricoltura, affiancata da una serie di imprese industriali di piccole dimensioni. La comunità dei lapiani, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, si distribuisce nel capoluogo comunale, negli aggregati urbani elementari di Arianiello, Casale Monaci, Cerreto, Cortejoanna e Tognano e in alcune case sparse sui fondi. L’abitato, situato sulla cima di un poggio e circondato da fertili campagne, domina la valle del fiume Calore, incorniciato da lunghi filari di salici, pioppi e ontani napoletani, adatti all’ambiente umido. Nel territorio comunale si succedono, a perdita d’occhio, dolci rilievi collinari tappezzati di coltivi; a questi ultimi si alternano macchie di vegetazione boschiva (pini, castagni, aceri, cerri e roverelle) che si screziano, in autunno, dei vividi toni della ruggine e del giallo e che costituiscono l’habitat ideale di piccoli mammiferi, come il riccio, la lepre, il moscardino, la volpe e la donnola; tra i rami dei boschi nidificano invece uccelli di varie specie, quali la quaglia, la beccaccia, il colombaccio, la tortora, il cuculo, il merlo e la ghiandaia.

Storia

In epoca tardo-antica (V secolo d.C.) fu spartita tra i veterani romani, che fondarono una serie di PAGI dando vita al primo nucleo dell’attuale abitato. Nel Medioevo seguì a lungo le vicende storiche della vicina Candida, passando dal dominio dei Capece a quello dei Filangieri. Acquisita per via matrimoniale dalla potente famiglia campana dei Caracciolo (XVII secolo), rimase legata alle sorti del principato di Avellino fino all’eversione della feudalità. Il terribile terremoto che nel 1980 devastò l’Irpinia ha recato gravi danni anche alle sue strutture. Il toponimo, citato nel Catalogus Baronum (1150-1168), deriva dall’aggettivo latino LAPIDEUS, ‘di pietra, pietroso o sassoso’. Il castello, trasformato dai Filangieri, nel Cinquecento, in residenza signorile, conserva ancora in ottimo stato un’imponente torre a pianta quadrata e il cortile interno, munito di porticato; al primo piano, inoltre, è tuttora visitabile il salone delle feste, adoperato un tempo in occasione delle celebrazioni religiose. La chiesa di Santa Caterina, a tre navate, conserva pregevoli dipinti a olio di Domenico Cementano (XVIII secolo), una tavola cinquecentesca raffigurante la Santa nonché statue e altari in marmo; si accede all’edificio oltrepassando un elegante portale in pietra. La seicentesca chiesa di Santa Maria della Neve custodisce un’interessante serie di statue in cartapesta di dimensioni naturali, raffiguranti personaggi dei Misteri e dei Vangeli tuttora utilizzate durante alcune feste religiose.

In epoca tardo-antica (V secolo d.C.) fu spartita tra i veterani romani, che fondarono una serie di PAGI dando vita al primo nucleo dell’attuale abitato. Nel Medioevo seguì a lungo le vicende storiche della vicina Candida, passando dal dominio dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CAPECE'>Capece</a> a quello dei Filangieri. Acquisita per via matrimoniale dalla potente famiglia campana dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a> (XVII secolo), rimase legata alle sorti del principato di Avellino fino all’eversione della feudalità. Il terribile terremoto che nel 1980 devastò l’Irpinia ha recato gravi danni anche alle sue strutture. Il toponimo, citato nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168), deriva dall’aggettivo latino LAPIDEUS, ‘di pietra, pietroso o sassoso’. Il castello, trasformato dai Filangieri, nel Cinquecento, in residenza signorile, conserva ancora in ottimo stato un’imponente torre a pianta quadrata e il cortile interno, munito di porticato; al primo piano, inoltre, è tuttora visitabile il salone delle feste, adoperato un tempo in occasione delle celebrazioni religiose. La chiesa di Santa Caterina, a tre navate, conserva pregevoli dipinti a olio di Domenico Cementano (XVIII secolo), una tavola cinquecentesca raffigurante la Santa nonché statue e altari in marmo; si accede all’edificio oltrepassando un elegante portale in pietra. La seicentesca chiesa di Santa Maria della Neve custodisce un’interessante serie di statue in cartapesta di dimensioni naturali, raffiguranti personaggi dei Misteri e dei Vangeli tuttora utilizzate durante alcune feste religiose.

Economia

L’agricoltura, rivolta soprattutto alla produzione di cereali, olive, uva da vino, patate, ortaggi e frutta, costituisce ancora una fondamentale fonte di reddito e di occupazione; un certo dinamismo contraddistingue l’industria, caratterizzata da dimensioni aziendali per lo più piccole e attiva nei comparti della trasformazione dei prodotti agricoli, della produzione di carta e della lavorazione dei metalli; fermo a uno stadio embrionale di sviluppo è invece il terziario. Non dispone di rilevanti strutture culturali; l’apparato ricettivo è privo di esercizi di ristoro e di strutture per il soggiorno mentre l’assistenza sanitaria è garantita localmente da un ufficio sanitario e dalla farmacia.

L’agricoltura, rivolta soprattutto alla produzione di cereali, olive, uva da vino, patate, ortaggi e frutta, costituisce ancora una fondamentale fonte di reddito e di occupazione; un certo dinamismo contraddistingue l’industria, caratterizzata da dimensioni aziendali per lo più piccole e attiva nei comparti della trasformazione dei prodotti agricoli, della produzione di carta e della lavorazione dei metalli; fermo a uno stadio embrionale di sviluppo è invece il terziario. Non dispone di rilevanti strutture culturali; l’apparato ricettivo è privo di esercizi di ristoro e di strutture per il soggiorno mentre l’assistenza sanitaria è garantita localmente da un ufficio sanitario e dalla farmacia.

Relazioni

Immersa in un tranquillo paesaggio collinare e dotata di un clima piacevole e salubre, non rappresenta tuttavia una meta turistica particolarmente ricercata, anche a causa della mancanza di adeguate strutture ricettive e ricreative. Le vie del centro storico si animano soprattutto in occasione della Pasqua, quando viene rappresentato il dramma della Passione di Cristo: evento principale di questa manifestazione è il solenne corteo in cui, secondo una tradizione risalente al XVIII secolo, ben ventidue gruppi di statue in cartapesta rappresentanti i “misteri” vengono portate a spalla in processione dai fedeli lapiani. Un altro motivo di richiamo è rappresentato inoltre dalla nota bontà del vino locale, degustato direttamente nelle cantine in cui viene lavorato e conservato dopo la vendemmia. Il Patrono, San Pietro, si festeggia il 29 aprile.

Immersa in un tranquillo paesaggio collinare e dotata di un clima piacevole e salubre, non rappresenta tuttavia una meta turistica particolarmente ricercata, anche a causa della mancanza di adeguate strutture ricettive e ricreative. Le vie del centro storico si animano soprattutto in occasione della Pasqua, quando viene rappresentato il dramma della Passione di Cristo: evento principale di questa manifestazione è il solenne corteo in cui, secondo una tradizione risalente al XVIII secolo, ben ventidue gruppi di statue in cartapesta rappresentanti i “misteri” vengono portate a spalla in processione dai fedeli lapiani. Un altro motivo di richiamo è rappresentato inoltre dalla nota bontà del vino locale, degustato direttamente nelle cantine in cui viene lavorato e conservato dopo la vendemmia. Il Patrono, San Pietro, si festeggia il 29 aprile.

Località

Arianiello, Casale Monaci

Arianiello, Casale Monaci

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Lapio rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.