Descrizione

Comune di montagna, di presunte origini medievali, la cui economia è basata, oltre che sull'agricoltura e sull'allevamento, sul turismo e sulle attività a esso connesse. I gronesi, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale contiguo alle località Vigano San Martino e Berzo San Fermo dei comuni omonimi e, in minor misura nelle località Acquasparsa, Sant'Antonio e San Fermo -contigua alla località di Adrara San Martino del comune omonimo- nonché in case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L'abitato, che attraversa una fase di forte espansione edilizia -determinata anche dall'incremento del flusso turistico-, domina lo sbocco della Val Calvarola nella Val Cavallina e ha un andamento plano-altimetrico tipico montano. Sullo sfondo argenteo dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spiccano tre torri rosse sormontate dalla lettera G di colore azzurro e poggiate, ciascuna, su tre monti verdi che si originano dalla punta dello scudo.

Comune di montagna, di presunte origini medievali, la cui economia è basata, oltre che sull'agricoltura e sull'allevamento, sul turismo e sulle attività a esso connesse. I gronesi, che presentano un indice di vecchiaia rientrante nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale contiguo alle località Vigano San Martino e Berzo San Fermo dei comuni omonimi e, in minor misura nelle località Acquasparsa, Sant'Antonio e San Fermo -contigua alla località di Adrara San Martino del comune omonimo- nonché in case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L'abitato, che attraversa una fase di forte espansione edilizia -determinata anche dall'incremento del flusso turistico-, domina lo sbocco della Val Calvarola nella Val Cavallina e ha un andamento plano-altimetrico tipico montano. Sullo sfondo argenteo dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, spiccano tre torri rosse sormontate dalla lettera G di colore azzurro e poggiate, ciascuna, su tre monti verdi che si originano dalla punta dello scudo.

Storia

A testimonianza dell'importanza strategica che ebbe nel corso del Medioevo sono tuttora visibili tre torri e i resti di un muro, rinvenuto nel 1924, appartenuto con ogni probabilità a un castello o a una torre, eretti per sorvegliare la strada che correva sul fondovalle. La costruzione delle fortificazioni risale probabilmente al periodo in cui vi ebbero possedimenti le famiglie ghibelline dei Suardi e dei Lanzi che possedevano diversi castelli nella zona, con cui il borgo le turbolenze del periodo feudale e la più serena fase del dominio di Venezia. Risalgono al XVI secolo i più antichi documenti che la menzionano. Nel 1859 entrò a far parte del V Mandamento di Trescore mentre nel 1928 un regio decreto la unì ad altri tre comuni limitrofi (Berzo San Fermo, Borgo di Terzo e Vigano San Martino), istituendo il nuovo comune di Borgo Unito. Nel 1948, dopo molte dispute riuscì a ottenere nuovamente l'autonomia. L'edificio di maggior spicco nel patrimonio architettonico sacro è la nuova chiesa di Santa Maria Nascente, eretta in stile neogotico nel 1928 in luogo di quella preesistente, forse trecentesca, in posizione dominante sulla valle; la chiesa conserva opere d'arte secentesche. Secentesca è anche la chiesa di Sant'Antonio, parrocchiale della località omonima. Soprattutto a partire degli anni Cinquanta del XX secolo si è assistito a una trasformazione della sua struttura economica da agricola (a vocazione prettamente viticola) a turistica, a seguito dell'acquisita consapevolezza delle potenzialità offerte dallo scenario dei Colli di San Fermo.

A testimonianza dell'importanza strategica che ebbe nel corso del Medioevo sono tuttora visibili tre torri e i resti di un muro, rinvenuto nel 1924, appartenuto con ogni probabilità a un castello o a una torre, eretti per sorvegliare la strada che correva sul fondovalle. La costruzione delle fortificazioni risale probabilmente al periodo in cui vi ebbero possedimenti le famiglie ghibelline dei Suardi e dei Lanzi che possedevano diversi castelli nella zona, con cui il borgo le turbolenze del periodo feudale e la più serena fase del dominio di Venezia. Risalgono al XVI secolo i più antichi documenti che la menzionano. Nel 1859 entrò a far parte del V Mandamento di Trescore mentre nel 1928 un regio decreto la unì ad altri tre comuni limitrofi (Berzo San Fermo, Borgo di Terzo e Vigano San Martino), istituendo il nuovo comune di Borgo Unito. Nel 1948, dopo molte dispute riuscì a ottenere nuovamente l'autonomia. L'edificio di maggior spicco nel patrimonio architettonico sacro è la nuova chiesa di Santa Maria Nascente, eretta in stile neogotico nel 1928 in luogo di quella preesistente, forse trecentesca, in posizione dominante sulla valle; la chiesa conserva opere d'arte secentesche. Secentesca è anche la chiesa di Sant'Antonio, parrocchiale della località omonima. Soprattutto a partire degli anni Cinquanta del XX secolo si è assistito a una trasformazione della sua struttura economica da agricola (a vocazione prettamente viticola) a turistica, a seguito dell'acquisita consapevolezza delle potenzialità offerte dallo scenario dei Colli di San Fermo.

Economia

Il comune è dotato di una Pro Loco, impegnata soprattutto in un'opera di valorizzazione del borgo medievale e delle tradizioni gastronomiche locali. L'economia locale fa affidamento soprattutto sulle attività del settore primario, in primo luogo la viticoltura e l'allevamento di avicoli. Il tessuto industriale conta i soli comparti meccanico ed edile. Il terziario comprende la rete commerciale, di dimensioni sufficienti a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, oltre ai servizi offerti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. L'offerta di servizi pubblici è commisurata alle dimensioni del comune: non si registra infatti la presenza di strutture sociali particolarmente significative né di strutture destinate all'arricchimento culturale, eccezion fatta per la biblioteca; le scuole assicurano la sola istruzione primaria. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno.

Il comune è dotato di una Pro Loco, impegnata soprattutto in un'opera di valorizzazione del borgo medievale e delle tradizioni gastronomiche locali. L'economia locale fa affidamento soprattutto sulle attività del settore primario, in primo luogo la viticoltura e l'allevamento di avicoli. Il tessuto industriale conta i soli comparti meccanico ed edile. Il terziario comprende la rete commerciale, di dimensioni sufficienti a soddisfare le esigenze primarie della popolazione, oltre ai servizi offerti dalla pubblica amministrazione e dalle scuole. L'offerta di servizi pubblici è commisurata alle dimensioni del comune: non si registra infatti la presenza di strutture sociali particolarmente significative né di strutture destinate all'arricchimento culturale, eccezion fatta per la biblioteca; le scuole assicurano la sola istruzione primaria. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno.

Relazioni

La possibilità di praticare sia lo sci di fondo che quello su piste veloci sui colli di San Fermo la rende una meta turistica di rilievo, che sa anche stuzzicare l'interesse dei più sensibili ai piaceri della tavola. La gastronomia locale annovera alcuni piatti tipici, quali la porchetta alla San Fermo, il capretto e la polenta e li affianca a una prelibata varietà di formaggi, molto apprezzati dagli intenditori. Non particolarmente rilevanti sono i rapporti con i centri vicini, ai quali tuttavia la popolazione si rivolge per il completamento degli studi e l'espletamento di pratiche burocratiche. Tra le ricorrenze annuali figurano diverse feste religiose e la Festa del villeggiante, che si svolge nel mese di agosto. La festa patronale, dedicata alla Natività di Maria, si celebra l'8 settembre.

La possibilità di praticare sia lo sci di fondo che quello su piste veloci sui colli di San Fermo la rende una meta turistica di rilievo, che sa anche stuzzicare l'interesse dei più sensibili ai piaceri della tavola. La gastronomia locale annovera alcuni piatti tipici, quali la porchetta alla San Fermo, il capretto e la polenta e li affianca a una prelibata varietà di formaggi, molto apprezzati dagli intenditori. Non particolarmente rilevanti sono i rapporti con i centri vicini, ai quali tuttavia la popolazione si rivolge per il completamento degli studi e l'espletamento di pratiche burocratiche. Tra le ricorrenze annuali figurano diverse feste religiose e la Festa del villeggiante, che si svolge nel mese di agosto. La festa patronale, dedicata alla Natività di Maria, si celebra l'8 settembre.

Località

Acquasparsa, Grone Sant'Antonio, Località Foppa, San Fermo, Sant'Antonio

Acquasparsa, Grone Sant'Antonio, Località Foppa, San Fermo, Sant'Antonio

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Grone rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.