Descrizione

Piccola comunità collinare, di origine medievale, la cui economia si fonda essenzialmente sulla produzione agricola e vitivinicola. I grognardesi, aventi un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce negli aggregati urbani minori di Benzi, Galletto e Poggio, nonché in un discreto numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 185 a un massimo di 525 metri sul livello del mare. L’abitato sorge alle pendici nord-occidentali del colle sul cui pendio vi è ubicato il nucleo di Benzi.

Piccola comunità collinare, di origine medievale, la cui economia si fonda essenzialmente sulla produzione agricola e vitivinicola. I grognardesi, aventi un indice di vecchiaia tra i più elevati della regione, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce negli aggregati urbani minori di Benzi, Galletto e Poggio, nonché in un discreto numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 185 a un massimo di 525 metri sul livello del mare. L’abitato sorge alle pendici nord-occidentali del colle sul cui pendio vi è ubicato il nucleo di Benzi.

Storia

Il toponimo risale, anch’esso, al Medioevo, precisamente all’anno 991. La prima attestazione è rappresentata dall’apax “Ragnardus”, derivante probabilmente dal personale germanico “Raginard”. Successivamente la documentazione ci fornisce le forme di “Gruniardus”, “Grognardus” e “Cronardius”, accostate dagli studiosi all’aggettivo francese “grognard”, ‘brontolone’, cui potrebbe far riscontro un’analoga voce piemontese. Secondo altri studiosi la denominazione è da accostare alla voce “Grognus”, ‘palude’; in tal senso significherebbe ‘conca in parte boschiva’. Poche sono le notizie storiche relative alle sue prime vicende. Le sue origini risalgono al periodo medievale, com’è dimostrato dall’atto di fondazione del monastero di San Quintino, datato X secolo, in cui è citata per la prima volta. Enrico III nell’anno 1052 la concesse all’episcopato di Acqui, sotto la cui giurisdizione restò per diverso tempo. In quegli anni fu anche testimone delle lotte tra le varie signorie locali. Nel 1364 venne confermata ancora all’episcopato acquese, su decisione di Carlo IV. In seguito, però, venne ceduta alla famiglia dei Malaspina e poi ai conti Beccaria-Incisa. Poche sono le testimonianze storico-architettoniche di cui occorre far menzione. Degni di nota sono però i ruderi dell’antico castello dei Beccaria-Incisa, visibili sulla collina a sud dell’abitato, e una costruzione residenziale cinquecentesca appartenuta alla stessa signoria.

Il toponimo risale, anch’esso, al Medioevo, precisamente all’anno 991. La prima attestazione è rappresentata dall’apax “Ragnardus”, derivante probabilmente dal personale germanico “Raginard”. Successivamente la documentazione ci fornisce le forme di “Gruniardus”, “Grognardus” e “Cronardius”, accostate dagli studiosi all’aggettivo francese “grognard”, ‘brontolone’, cui potrebbe far riscontro un’analoga voce piemontese. Secondo altri studiosi la denominazione è da accostare alla voce “Grognus”, ‘palude’; in tal senso significherebbe ‘conca in parte boschiva’. Poche sono le notizie storiche relative alle sue prime vicende. Le sue origini risalgono al periodo medievale, com’è dimostrato dall’atto di fondazione del monastero di San Quintino, datato X secolo, in cui è citata per la prima volta. Enrico III nell’anno 1052 la concesse all’episcopato di Acqui, sotto la cui giurisdizione restò per diverso tempo. In quegli anni fu anche testimone delle lotte tra le varie signorie locali. Nel 1364 venne confermata ancora all’episcopato acquese, su decisione di Carlo IV. In seguito, però, venne ceduta alla famiglia dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MALASPINA'>Malaspina</a> e poi ai conti Beccaria-Incisa. Poche sono le testimonianze storico-architettoniche di cui occorre far menzione. Degni di nota sono però i ruderi dell’antico castello dei Beccaria-Incisa, visibili sulla collina a sud dell’abitato, e una costruzione residenziale cinquecentesca appartenuta alla stessa signoria.

Economia

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. L’agricoltura, la principale fonte di reddito della popolazione, è specializzata nella coltivazione di uva (rinomati sono gli spumanti e i vini da tavola che vi si producono) e di cereali. Il settore economico secondario è scarsamente sviluppato: le uniche attività produttive locali sono rappresentate da piccole realtà che operano nei comparti edile e metallurgico. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva di cui si compone è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Mancano strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Mancano, inoltre, scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe, infine, i grognardesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Viste le dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Va segnalata però la presenza della Pro Loco. L’agricoltura, la principale fonte di reddito della popolazione, è specializzata nella coltivazione di uva (rinomati sono gli spumanti e i vini da tavola che vi si producono) e di cereali. Il settore economico secondario è scarsamente sviluppato: le uniche attività produttive locali sono rappresentate da piccole realtà che operano nei comparti edile e metallurgico. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva di cui si compone è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Mancano strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Mancano, inoltre, scuole di ogni ordine e grado, compresa una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe, infine, i grognardesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ricercate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, tra cui i pregiati vini prodotti, ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si registrano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e contribuire a richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della festa del “Fish and Chips” (distribuzione di pesce e patatine fritte), organizzata dalla Pro Loco, ad agosto. La festa del Patrono, Sant’Andrea, si celebra il 30 novembre.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più ricercate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali, tra cui i pregiati vini prodotti, ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Non si registrano particolari manifestazioni folcloristiche o religiose che potrebbero allietare il borgo e contribuire a richiamare visitatori dai dintorni, ad eccezione della festa del “Fish and Chips” (distribuzione di pesce e patatine fritte), organizzata dalla Pro Loco, ad agosto. La festa del Patrono, Sant’Andrea, si celebra il 30 novembre.

Località

Benzi, Oviè, Poggio

Benzi, Oviè, Poggio

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Grognardo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.