Descrizione

Comune di pianura di cui si hanno notizie documentarie dal Medioevo, coniuga attività agricole ed industriali. I graffignanini, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono per la maggior parte concentrati nel capoluogo del comune e, in misura più ridotta, in località minori, tra le quali la più popolosa è Accuse. Il territorio comunale, in espansione edilizia, risulta pianeggiante a settentrione, con qualche modesto rilievo (119 metri) nella zona meridionale. Il centro abitato presenta un andamento plano-altimetrico sostanzialmente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si compone di una fascia d'argento con l'iscrizione, in nero, dell'antico motto della Certosa di Pavia GRA - CAR ('Certosa delle grazie'). Lo sfondo è scaccato di rosso e d'argento.

Comune di pianura di cui si hanno notizie documentarie dal Medioevo, coniuga attività agricole ed industriali. I graffignanini, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono per la maggior parte concentrati nel capoluogo del comune e, in misura più ridotta, in località minori, tra le quali la più popolosa è Accuse. Il territorio comunale, in espansione edilizia, risulta pianeggiante a settentrione, con qualche modesto rilievo (119 metri) nella zona meridionale. Il centro abitato presenta un andamento plano-altimetrico sostanzialmente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si compone di una fascia d'argento con l'iscrizione, in nero, dell'antico motto della Certosa di Pavia GRA - CAR ('Certosa delle grazie'). Lo sfondo è scaccato di rosso e d'argento.

Storia

Assoggettata a Roma, avrebbe tratto il suo nome da un tale Carfinius, proprietario terriero; altra ipotesi sull'origine del toponimo è che sia di epoca longobarda e che sia stato in origine "Gaifaniana Langobardorum". La località Vimagano è stata identificata con quel "Vicus Magnus" che ebbe in passato un'assoluta preminenza sui villaggi della zona. Citata per la prima volta come "Garfiniana", spettanza di Corteleona, in un documento del X secolo, in virtù del quale diviene la dote di Adelaide di Borgogna, viene da questa donata al monastero di San Salvatore di Pavia. Nell'undicesimo secolo diviene possedimento dell'arcivescovo di Milano, Ariberto d'Intimiano, e nel XII secolo fa da teatro al tentativo di accordo tra i comuni lombardi, in procinto di unirsi nella lega lombarda, con Federico Barbarossa. Nel XIV secolo viene donata da Gian Galeazzo Visconti alla certosa di Pavia; a questa resta fino al XVIII secolo, quando Giuseppe II d'Austria ne fa dono al principe Lodovico Belgioioso, che ne resterà signore fino alla soppressione dei feudi, verso la fine del secolo. Poche sono le opere architettoniche rimaste che suscitino interesse dal punto di vista artistico e storico; fra queste la parrocchiale (dedicata ai Santi Pietro e Paolo, iniziata nel secolo XIV e ristrutturata di continuo fino alla metà del XX, ove sono conservate statue in legno di epoca barocca) e la chiesa di Maria Santissima e Sant'Antonio, situata in località Vimagano; reperti di epoca romana (tombe, monete e vasi) sono stati rinvenuti nella stessa località e sono conservati nel museo di Lodi.

Assoggettata a Roma, avrebbe tratto il suo nome da un tale Carfinius, proprietario terriero; altra ipotesi sull'origine del toponimo è che sia di epoca longobarda e che sia stato in origine "Gaifaniana Langobardorum". La località Vimagano è stata identificata con quel "Vicus Magnus" che ebbe in passato un'assoluta preminenza sui villaggi della zona. Citata per la prima volta come "Garfiniana", spettanza di Corteleona, in un documento del X secolo, in virtù del quale diviene la dote di Adelaide di Borgogna, viene da questa donata al monastero di San Salvatore di Pavia. Nell'undicesimo secolo diviene possedimento dell'arcivescovo di Milano, Ariberto d'Intimiano, e nel XII secolo fa da teatro al tentativo di accordo tra i comuni lombardi, in procinto di unirsi nella <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LEGALOMBARDA'>lega lombarda</a>, con <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>. Nel XIV secolo viene donata da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=GIANGALEAZZO'>Gian Galeazzo</a> <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a> alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CERTOSADIPAVIA'>certosa di Pavia</a>; a questa resta fino al XVIII secolo, quando Giuseppe II d'Austria ne fa dono al principe Lodovico Belgioioso, che ne resterà signore fino alla soppressione dei feudi, verso la fine del secolo. Poche sono le opere architettoniche rimaste che suscitino interesse dal punto di vista artistico e storico; fra queste la parrocchiale (dedicata ai Santi Pietro e Paolo, iniziata nel secolo XIV e ristrutturata di continuo fino alla metà del XX, ove sono conservate statue in legno di epoca barocca) e la chiesa di Maria Santissima e Sant'Antonio, situata in località Vimagano; reperti di epoca romana (tombe, monete e vasi) sono stati rinvenuti nella stessa località e sono conservati nel museo di Lodi.

Economia

La comunità vive dei prodotti dell'agricoltura, quali cereali, ortaggi, foraggi e uve, che costituiscono il vanto del luogo, per la produzione di un vino che ha ottenuto la denominazione di origine controllata e che, già apprezzato da Tito Livio, Plinio il Vecchio e Ludovico Ariosto, costituisce una prodotto tipico della zona. Anche la zootecnia è parte dell'economia locale con l'allevamento di bovini e suini; l'industria è specializzata nei comparti metallurgico, edile, di produzione e distribuzione del gas e di produzione di mobili e articoli in plastica. Modesto il terziario, all'interno del quale figura il servizio bancario, mentre sono assenti aziende di consulenza informatica e scientifica. Non mancano le scuole, nelle quali è impartita l'istruzione obbligatoria. È altresì possibile l'approfondimento culturale, per la presenza di strutture quali biblioteche ed emeroteche. Le strutture ricettive offrono la ristorazione ma non permettono il soggiorno e consentono quindi solo permanenze di breve durata. Le strutture sanitarie garantiscono il servizio farmaceutico.

La comunità vive dei prodotti dell'agricoltura, quali cereali, ortaggi, foraggi e uve, che costituiscono il vanto del luogo, per la produzione di un vino che ha ottenuto la denominazione di origine controllata e che, già apprezzato da Tito Livio, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=PLINIOILVECCHIO'>Plinio il Vecchio</a> e Ludovico Ariosto, costituisce una prodotto tipico della zona. Anche la zootecnia è parte dell'economia locale con l'allevamento di bovini e suini; l'industria è specializzata nei comparti metallurgico, edile, di produzione e distribuzione del gas e di produzione di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=MOBILI'>mobili</a> e articoli in plastica. Modesto il terziario, all'interno del quale figura il servizio bancario, mentre sono assenti aziende di consulenza informatica e scientifica. Non mancano le scuole, nelle quali è impartita l'istruzione obbligatoria. È altresì possibile l'approfondimento culturale, per la presenza di strutture quali biblioteche ed emeroteche. Le strutture ricettive offrono la ristorazione ma non permettono il soggiorno e consentono quindi solo permanenze di breve durata. Le strutture sanitarie garantiscono il servizio farmaceutico.

Relazioni

Può essere considerata una meta turistica: fa parte dei comuni del lodigiano nei quali la pianura cede il passo al colle di San Colombano, che si estende per otto chilometri in lunghezza e per tre in larghezza; qui sorge un bosco, forse originatosi all'inizio dell'era quaternaria o, secondo alcuni, nell'era pliocenica -in favore di questa seconda ipotesi, per la quale nella zona vi sarebbe stato il mare, giocano i frequenti ritrovamenti di conchiglie-. Anche la presenza di insediamenti industriali causa rapporti particolarmente intensi con il circondario mentre un flusso contrario, verso i centri limitrofi, è dovuto all'assenza di alcuni servizi nel comune. Il sistema di collegamenti è efficiente ed agevole grazie alla struttura orografica del territorio comunale. La festa più importante è quella in onore dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, che si celebra il 29 giugno.

Può essere considerata una meta turistica: fa parte dei comuni del lodigiano nei quali la pianura cede il passo al colle di San Colombano, che si estende per otto chilometri in lunghezza e per tre in larghezza; qui sorge un bosco, forse originatosi all'inizio dell'era quaternaria o, secondo alcuni, nell'era pliocenica -in favore di questa seconda ipotesi, per la quale nella zona vi sarebbe stato il mare, giocano i frequenti ritrovamenti di conchiglie-. Anche la presenza di insediamenti industriali causa rapporti particolarmente intensi con il circondario mentre un flusso contrario, verso i centri limitrofi, è dovuto all'assenza di alcuni servizi nel comune. Il sistema di collegamenti è efficiente ed agevole grazie alla struttura orografica del territorio comunale. La festa più importante è quella in onore dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, che si celebra il 29 giugno.

Località

Accuse, Terme, Vimagano-Molina

Accuse, Terme, Vimagano-Molina

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Graffignana rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.