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Descrizione
Piccola comunità di pianura, di probabili origini alto-medievali; ha un’economia basata su modeste attività industriali. La comunità dei gifflenghesi, il cui indice di vecchia è eccezionalmente elevato, vive oltre che nel capoluogo comunale, anche negli aggregati urbani minori di Canton Bonda, Canton Castellazzo nonché in pochissime case sparse. L’abitato sorge in una piana alluvionale, lambito dalle acque del torrente Cervo; esso nasce dal Lago della Vecchia e, dopo un lungo percorso sia in montagna sia in pianura, in cui riceve le acque di copiosi affluenti, sfocia nel fiume Sesia, nella pianura vercellese. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti; irrorato dai numerosi corsi d’acqua che confluiscono in questa zona per unirsi al torrente Cervo, ampie distese pianeggianti sono rivestite da ridenti coltivi di seminativi; il paesaggio muta sensibilmente laddove, nella parte occidentale del comprensorio, esse sono delimitate dalle suggestive distese di ghiaie e sassi a della Baraggia che si alternano, nelle aree in cui più intensa è stata l’opera dell’uomo, ai monotoni specchi d’acqua delle risaie.
Storia
Il toponimo è di probabile etimologia germanica, come attesta il suffisso “-ing” di derivazione longobarda, indicante possesso, preceduto dal personale germanico “Gifila” o “Gibila”, nel significato globale di “villa Gifilinga”, ossia ‘la città di Gifila’. Secondo alcune fonti storiche il suo territorio fu scenario della disfatta dei cimbri da parte delle truppe di Mario, nel 101 a.C., nella battaglia dei Campi Raudi. L’abitato sorse probabilmente come insediamento longobardo nell’alto Medioevo, divenendo successivamente una pieve delle diocesi episcopali di Vercelli. Citata in fonti documentarie imperiali nel 1155, fece parte della diocesi vercellese fino al 1250 circa, quando la città di Vercelli, divenuta libero comune, la donò ai conti di San Martino. Infeudata ai Savoia nel XV secolo, venne accorpata al feudo di Castellengo (1407). Inglobata nei territori di diversi signori locali, tra cui i Dal Pozzo e i Gattinara (1619), venne completamente rasa al suolo da una devastante piena del fiume Cervo, nel 1648 e ricostruita in un altro luogo. Gli ultimi feudatari che sicuramente la amministrarono furono i De Rege, che la inserirono tra le loro proprietà nel 1722. Ricostruita in seguito all’alluvione del 1648, la graziosa parrocchiale di San Martino è la più importante testimonianza architettonica del luogo.
Economia
Viste le piccole dimensioni della comunità, non vi sono particolari strutture burocratiche: le uniche attività del genere che vi si svolgono sono quelle destinate al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. Una discreta percentuale della popolazione attiva si dedica con profitto al settore primario, presente unicamente con la coltivazione di riso e l’allevamento di avicoli. Il settore economico secondario è rappresentato da poche imprese di piccole dimensioni, legate ai comparti tessile, della lavorazione del legno e metallurgico. Un terziario fermo a uno stato di sviluppo embrionale, che non include servizi più qualificati, completa il quadro delle attività economiche locali. È totalmente priva di strutture scolastiche. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente non è assicurato neanche il servizio farmaceutico.
Relazioni
Alla scarsa affluenza turistica, legata all’assenza di attrattive particolari, fa riscontro uno scarso afflusso dall’esterno anche nel mondo del lavoro, dato che il suo sviluppo economico non è tale da consentire neppure l’impiego di tutta la manodopera locale costretta, pertanto, a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni del circondario non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili sul posto. Non si registrano significative manifestazioni culturali o ricreative, che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. La festa del Patrono, San Martino, si celebra l’11 novembre.
Località
Canton Bonda, Canton Castellazzo
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Gifflenga rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 129
- Lat 45° 29' 33,91'' 45.49275278
- Long 8° 13' 47,64'' 8.22990000
- CAP 13030
- Prefisso 0161
- Codice ISTAT 096027
- Codice Catasto E024
- Altitudine slm 187 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2548 - Superficie 2.31 Km2
- Densità 55,84 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 04:41
- Tramonto 20:14
- Marco Pichetto Fratin
- Cantone Chiesa, 13
- 13874 (BI) Piemonte
- gifflenga@pec.ptbiellese.it
- gifflenga@ptb.provincia.biella.it
- www.comune.gifflenga.bi.it
- 80008580021
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