Descrizione

Comune di pianura, di origine medievale, con un’economia di tipo essenzialmente agricolo, affiancata da modeste attività industriali. I frugarolesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra la località Cabannoni, diversi aggregati urbani minori, nonché un discreto numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche lievi, che vanno da un minimo di 95 a un massimo di 129 metri sul livello del mare. L’abitato, avente una forma raccolta, ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura.

Comune di pianura, di origine medievale, con un’economia di tipo essenzialmente agricolo, affiancata da modeste attività industriali. I frugarolesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce tra la località Cabannoni, diversi aggregati urbani minori, nonché un discreto numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche lievi, che vanno da un minimo di 95 a un massimo di 129 metri sul livello del mare. L’abitato, avente una forma raccolta, ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura.

Storia

Il toponimo è attestato, sin dal 943, con le forme di “Filigarolius” e “Felegariolus”, strettamente connesse al latino FILICAROLEUS, derivato aggettivale in -EUS da FILEX, ‘felce’, che, con i suffissi -ARIUS e -OLUS designa un piccolo tratto del sottobosco a felci dell’antica selva della zona. Tra le varianti più recenti si segnalano: “Felegarous”, “Ferearolius” (con dileguo di “g” e oscillazione tra “l” e “r”), “Fregarolus” e “Fragarolius”. Le sue origini risalgono all’alto Medioevo. Intorno al Mille fu possedimento del monastero di San Salvatore di Pavia, come risulta da un atto di donazione firmato, nel 962, da Adelaide, sposa di Lotario I re d’Italia. Ai monaci venne confermata nel 981, questa volta dal figlio di Adelaide, l’imperatore Ottone II. In seguito passò sotto la giurisdizione del comitato d’Acqui, fino all’anno 1187, quando Enrico IV ne fece dono alla potente abbazia cistercense di Santa Maria del Tiglieto. Come agli paesi vicini si trovò presto ad essere interessata da quegli eventi che riguardarono le lotte tra il comune di Alessandria, il marchesato del Monferrato e i francesi. Dopo essere passata sotto i domini dei primi due, venne conquistata dai francesi nel 1447. L’anno successivo fu di nuovo dei Monferrato, ma nel 1521 cadde nuovamente in potere dei francesi, sotto i cui domini restò per circa trent’anni, finché non venne distrutta dagli stessi alessandrini. Una volta ricostruita fu ceduta alle famiglie dei Crera, degli Anfossa e dei Pusterla. Tra le vestigia del passato figurano i resti delle antiche mura di cinta e la parrocchiale di San Felice, in stile romanico-gotico, avente un curioso campanile a cuspide e un portale ornato da un quattrocentesco rilievo in terracotta. Da segnalare, inoltre, è la rara testimonianza della cultura cortese di fine Trecento, rappresentata dal ciclo di affreschi dedicati alla gesta di Lancillotto e re Artù, venuti alla luce nella Torre Pio V nel 1971, e ora, dopo essere state restaurati e montati su quindici pannelli (in parti frammentarie), sono esposti nella pinacoteca civica di Alessandria.

Il toponimo è attestato, sin dal 943, con le forme di “Filigarolius” e “Felegariolus”, strettamente connesse al latino FILICAROLEUS, derivato aggettivale in -EUS da FILEX, ‘felce’, che, con i suffissi -ARIUS e -OLUS designa un piccolo tratto del sottobosco a felci dell’antica selva della zona. Tra le varianti più recenti si segnalano: “Felegarous”, “Ferearolius” (con dileguo di “g” e oscillazione tra “l” e “r”), “Fregarolus” e “Fragarolius”. Le sue origini risalgono all’alto Medioevo. Intorno al Mille fu possedimento del monastero di San Salvatore di Pavia, come risulta da un atto di donazione firmato, nel 962, da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=ADELAIDE'>Adelaide</a>, sposa di Lotario I re d’Italia. Ai monaci venne confermata nel 981, questa volta dal figlio di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=ADELAIDE'>Adelaide</a>, l’imperatore Ottone II. In seguito passò sotto la giurisdizione del comitato d’Acqui, fino all’anno 1187, quando Enrico IV ne fece dono alla potente abbazia cistercense di Santa Maria del Tiglieto. Come agli paesi vicini si trovò presto ad essere interessata da quegli eventi che riguardarono le lotte tra il comune di Alessandria, il marchesato del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a> e i francesi. Dopo essere passata sotto i domini dei primi due, venne conquistata dai francesi nel 1447. L’anno successivo fu di nuovo dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a>, ma nel 1521 cadde nuovamente in potere dei francesi, sotto i cui domini restò per circa trent’anni, finché non venne distrutta dagli stessi alessandrini. Una volta ricostruita fu ceduta alle famiglie dei Crera, degli Anfossa e dei Pusterla. Tra le vestigia del passato figurano i resti delle antiche mura di cinta e la parrocchiale di San Felice, in stile romanico-<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GOTICO'>gotico</a>, avente un curioso campanile a cuspide e un portale ornato da un quattrocentesco rilievo in terracotta. Da segnalare, inoltre, è la rara testimonianza della cultura cortese di fine Trecento, rappresentata dal ciclo di affreschi dedicati alla gesta di Lancillotto e re Artù, venuti alla luce nella Torre <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PIOV'>Pio V</a> nel 1971, e ora, dopo essere state restaurati e montati su quindici pannelli (in parti frammentarie), sono esposti nella pinacoteca civica di Alessandria.

Economia

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi e foraggi e con l’allevamento di bovini e avicoli. Il comparto economico secondario è costituito da piccole aziende che operano nei comparti edile, metallurgico, meccanico, dei prodotti genericamente alimentari, della lavorazione delle carni, della carta e della produzione di motocicli e biciclette. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo; quelle scolastiche garantiscono l’istruzione per le sole classi materne ed elementari. È presente una biblioteca civica per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

È sede di Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, ortaggi e foraggi e con l’allevamento di bovini e avicoli. Il comparto economico secondario è costituito da piccole aziende che operano nei comparti edile, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, dei prodotti genericamente alimentari, della lavorazione delle carni, della carta e della produzione di motocicli e biciclette. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Tra le strutture sociali si segnala una casa di riposo; quelle scolastiche garantiscono l’istruzione per le sole classi materne ed elementari. È presente una biblioteca civica per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo, a quanti vi si rechino, la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni meritano di essere citate la sagra del bufalo, il 5 luglio, e la festa dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre. La festa del Patrono, San Felice, si celebra l’ultima domenica di luglio con una fiera di prodotti agricoli e degustazioni dei prodotti tipici.

Non costituisce meta di significativo richiamo turistico, pur offrendo, a quanti vi si rechino, la possibilità di godere delle bellezze dell’ambiente naturale, di gustare i semplici ma genuini prodotti locali ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È poco frequentata per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto; diffuso è il pendolarismo verso le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono molto intensi: gli abitanti vi si rivolgono, oltre che per motivi di studio, anche per l’espletamento di pratiche burocratiche. Tra le manifestazioni meritano di essere citate la sagra del bufalo, il 5 luglio, e la festa dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre. La festa del Patrono, San Felice, si celebra l’ultima domenica di luglio con una fiera di prodotti agricoli e degustazioni dei prodotti tipici.

Località

Cabannoni, Cascina Camilla, Cascina Cascinetta, Cascinali Buda, Mandrino

Cabannoni, Cascina Camilla, Cascina Cascinetta, Cascinali Buda, Mandrino

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Frugarolo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.