Descrizione

Comune di pianura, di origine medievale, la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura. I frassinetesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che raggiungono un massimo di 105 metri di quota. L’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo argenteo, un frassino verde fondato su una pianura dello stesso colore e sostenuto da due cervi controrampanti, purpurei; sullo sfondo, anch’esso porpora, del capo spicca un’aquila bicipite d’oro, coronata.

Comune di pianura, di origine medievale, la cui economia si basa principalmente sull’agricoltura. I frassinetesi, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, vivono principalmente nel capoluogo comunale. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che raggiungono un massimo di 105 metri di quota. L’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico di pianura. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, raffigura, in campo argenteo, un frassino verde fondato su una pianura dello stesso colore e sostenuto da due cervi controrampanti, purpurei; sullo sfondo, anch’esso porpora, del capo spicca un’aquila bicipite d’oro, coronata.

Storia

Il toponimo è attestato, sin dal X secolo, con le forme di “Fraxinetus”, “Fraxenetus”, “Fraxanetus” e “Frassianetus”. Si tratta di un fitonimo ottenuto da FRAXIUNUS in composizione col suffisso -ETUM di valore collettivo, indicante ‘luogo piantato’, dove determinati alberi crescono in abbondanza. Le sue origini risalgono al periodo medievale. Inizialmente appartenne all’episcopato di Vercelli, come è attestato da due documenti, del 999 e del 1207, firmati dagli imperatori Ottone III e Corrado I, che ne confermano il possesso ai vescovi. In seguito venne contemporaneamente ceduta in feudo alla famiglia dei Rossi e a quella dei Cane di Casale. Un diploma di Enrico VI del 1187 mostra che anche il monastero di Rivalta ebbe possedimenti nella zona. Nel 1335 entrarono in scena i marchesi del Monferrato, a cui l’imperatore Carlo IV assegnò i territori di Frassineto. Circa quarant’anni più tardi questi stessi possedimenti entrarono a far parte del dominio milanese di Galeazzo Visconti, mentre nel 1446 furono i Gonzaga di Mantova a diventare signori del borgo. I secoli a venire furono testimoni del suo passaggio, con titolo comitale, a varie famiglie locali, tra cui quella degli Ardizi, dei Natta Callori e dei Mosso Pallavicino di Morano. Nel 1859 le sponde del Po furono teatro del primo scontro della seconda guerra di indipendenza combattuta fra austriaci e piemontesi. Le vestigia del suo passato sono di notevole interesse storico e architettonico. La quattrocentesca parrocchiale di Sant’Ambrogio, fatta costruire dal marchese Bonifacio III del Monferrato e caratterizzata da una facciata neoclassica realizzata durante un’opera di ampliamento del 1820, presenta, al suo interno, un altare e un tabernacolo in legno scolpito dello scultore Ambrogio Volpi, vissuto nel XVII secolo, e due tele di Guglielmo Caccia. Interessanti risultano anche una casa porticata e il palazzo dei duchi di Mantova, entrambi di origine seicentesca.

Il toponimo è attestato, sin dal X secolo, con le forme di “Fraxinetus”, “Fraxenetus”, “Fraxanetus” e “Frassianetus”. Si tratta di un fitonimo ottenuto da FRAXIUNUS in composizione col suffisso -ETUM di valore collettivo, indicante ‘luogo piantato’, dove determinati alberi crescono in abbondanza. Le sue origini risalgono al periodo medievale. Inizialmente appartenne all’episcopato di Vercelli, come è attestato da due documenti, del 999 e del 1207, firmati dagli imperatori Ottone III e Corrado I, che ne confermano il possesso ai vescovi. In seguito venne contemporaneamente ceduta in feudo alla famiglia dei Rossi e a quella dei Cane di Casale. Un diploma di Enrico VI del 1187 mostra che anche il monastero di Rivalta ebbe possedimenti nella zona. Nel 1335 entrarono in scena i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MARCHESIDELMONFERRATO'>marchesi del Monferrato</a>, a cui l’imperatore Carlo IV assegnò i territori di Frassineto. Circa quarant’anni più tardi questi stessi possedimenti entrarono a far parte del dominio milanese di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GALEAZZOVISCONTI'>Galeazzo Visconti</a>, mentre nel 1446 furono i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GONZAGA'>Gonzaga</a> di Mantova a diventare signori del borgo. I secoli a venire furono testimoni del suo passaggio, con titolo comitale, a varie famiglie locali, tra cui quella degli Ardizi, dei Natta Callori e dei Mosso <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PALLAVICINO'>Pallavicino</a> di Morano. Nel 1859 le sponde del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PO'>Po</a> furono teatro del primo scontro della seconda guerra di indipendenza combattuta fra austriaci e piemontesi. Le vestigia del suo passato sono di notevole interesse storico e architettonico. La quattrocentesca parrocchiale di Sant’Ambrogio, fatta costruire dal marchese Bonifacio III del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a> e caratterizzata da una facciata neoclassica realizzata durante un’opera di ampliamento del 1820, presenta, al suo interno, un altare e un tabernacolo in legno scolpito dello scultore Ambrogio Volpi, vissuto nel XVII secolo, e due tele di Guglielmo Caccia. Interessanti risultano anche una casa porticata e il palazzo dei duchi di Mantova, entrambi di origine seicentesca.

Economia

È sede di Pro Loco. Le tradizionali attività rurali rappresentano ancora una significativa fonte di reddito: la silvicoltura fornisce grandi quantità di legname tanto che è stato fondato il primo Istituto di sperimentazione per la pioppicoltura; l’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi (soprattutto peperoni), foraggi e fragole; è presente anche l’allevamento di bovini. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti metallurgico, edile, meccanico e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e assicurativo. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza; quelle scolastiche garantiscono la frequenza delle sole classi materne ed elementari. È presente una biblioteca civica per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico. Per lo sport è a disposizione un maneggio.

È sede di Pro Loco. Le tradizionali attività rurali rappresentano ancora una significativa fonte di reddito: la silvicoltura fornisce grandi quantità di legname tanto che è stato fondato il primo Istituto di sperimentazione per la pioppicoltura; l’agricoltura produce cereali, frumento, ortaggi (soprattutto peperoni), foraggi e fragole; è presente anche l’allevamento di bovini. L’industria, modestamente sviluppata, è costituita da aziende che operano nei comparti metallurgico, edile, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a> e della lavorazione del legno. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme dei servizi, che comprendono quelli bancario e assicurativo. Per il sociale mancano strutture di una certa rilevanza; quelle scolastiche garantiscono la frequenza delle sole classi materne ed elementari. È presente una biblioteca civica per l’arricchimento culturale. L’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario, localmente è assicurato il solo servizio farmaceutico. Per lo sport è a disposizione un maneggio.

Relazioni

La Riserva Naturale di cui fa parte rappresenta motivo di attrazione per gli amanti della natura che in questo tratto, avente una superficie di 2.440 ettari, e considerato il “cuore naturale” di tutta la fascia fluviale del Po, possono ammirare diverse varietà di fauna a causa delle rotte migratorie rappresentate dai due fiumi del Sesia e del Grana: falchi, anatre, cicogne, nonché tassi, volpi, donnole e martin pescatori. Tra le manifestazioni: a maggio e a giugno la festa “Frasiné d’amson”, una serie di concerti musicali da camera tenuti in chiese e piazze del centro storico; ad agosto e a settembre, la tradizionale sagra del peperone, caratterizzata da cene con specialità locali, serate danzanti e mercatini vari. Il Patrono, Sant’Ambrogio, si festeggia il 7 dicembre con riti religiosi; altri festeggiamenti in onore del Santo si hanno l’ultima domenica di agosto. È gemellata, dal 1991, con la città francese di La Garde Freinet.

La Riserva Naturale di cui fa parte rappresenta motivo di attrazione per gli amanti della natura che in questo tratto, avente una superficie di 2.440 ettari, e considerato il “cuore naturale” di tutta la fascia fluviale del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PO'>Po</a>, possono ammirare diverse varietà di fauna a causa delle rotte migratorie rappresentate dai due fiumi del Sesia e del Grana: falchi, anatre, cicogne, nonché tassi, volpi, donnole e martin pescatori. Tra le manifestazioni: a maggio e a giugno la festa “Frasiné d’amson”, una serie di concerti musicali da camera tenuti in chiese e piazze del centro storico; ad agosto e a settembre, la tradizionale sagra del peperone, caratterizzata da cene con specialità locali, serate danzanti e mercatini vari. Il Patrono, Sant’Ambrogio, si festeggia il 7 dicembre con riti religiosi; altri festeggiamenti in onore del Santo si hanno l’ultima domenica di agosto. È gemellata, dal 1991, con la città francese di La Garde Freinet.

Località

Arlasso, Oltre Po, Vallone

Arlasso, Oltre Po, Vallone

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Frassineto Po rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.