Descrizione

Comune collinare di origine alto-medievale, con un'economia basata sulle attività rurali. La comunità dei fontechiaresi, che presenta un indice di vecchiaia di poco superiore ai valori medi, si divide tra il capoluogo comunale, alcuni aggregati urbani minori (Cisterna, Colle Mastroianni, Fonte Oco, Muto, Pennacchia e Valle Scalza) e un elevato numero di case sparse sui fondi. L'abitato è raccolto su un cocuzzolo ed è circondato da una serie di rilievi collinari, dal profilo dolcemente arrotondato, su cui si alternano appezzamenti coltivati, oliveti e boschi di roverelle, cerri e castagni, residuo della rigogliosa vegetazione originaria.

Comune collinare di origine alto-medievale, con un'economia basata sulle attività rurali. La comunità dei fontechiaresi, che presenta un indice di vecchiaia di poco superiore ai valori medi, si divide tra il capoluogo comunale, alcuni aggregati urbani minori (Cisterna, Colle Mastroianni, Fonte Oco, Muto, Pennacchia e Valle Scalza) e un elevato numero di case sparse sui fondi. L'abitato è raccolto su un cocuzzolo ed è circondato da una serie di rilievi collinari, dal profilo dolcemente arrotondato, su cui si alternano appezzamenti coltivati, oliveti e boschi di roverelle, cerri e castagni, residuo della rigogliosa vegetazione originaria.

Storia

Le prime notizie documentarie risalgono al 937 d.C., quando, su iniziativa dell'abbazia di Montecassino, nel territorio comunale venne eretto un piccolo castello per controllare la zona compresa tra Sora, Alvito e Arpino e per difenderne le popolazioni dalle incursioni dei saraceni. All'autorità cassinate subentrarono in seguito i D'Aquino, i Conti e nel 1215 la sovranità diretta della Chiesa; in seguito il feudo appartenne ancora ai D'Aquino, poi ai Cantelmo, duchi di Sora, e ai Della Rovere; nel 1580 costoro lo vendettero, insieme all'intera contea di Arpino, a Giacomo Boncompagni, la cui famiglia ne mantenne il possesso fino al 1796. Fino al 1862 il toponimo è stato Schiavi, forse in riferimento agli slavi provenienti dalla Schiavonia, che intorno al X secolo vennero incentivati dall'abbazia di Montecassino a insediarsi in questa zona per ripopolarla; la denominazione attuale potrebbe essere interpretata invece come “Fonte di Chiaro” o “dei Chiari”. Il terremoto del 1984 non ha gravemente danneggiato il patrimonio storico-architettonico locale, sicché si possono ancora ammirare la settecentesca parrocchiale di San Giovanni, che conserva una preziosa croce d'argento del XIV secolo e una Madonna del Rosario del Cavalier d'Arpino, e il santuario della Madonna dei Fratelli, nel cui interno è custodita una statua lignea del Cristo del XIII secolo. Il centro storico è dominato dalla medievale torre Boncompagni, sorta nel sito di un castello ormai scomparso, mentre fuori dell'abitato si trova un cimitero napoleonico, testimonianza del passaggio delle truppe francesi alla fine del Settecento.

Le prime notizie documentarie risalgono al 937 d.C., quando, su iniziativa dell'<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIMONTECASSINO'>abbazia di Montecassino</a>, nel territorio comunale venne eretto un piccolo castello per controllare la zona compresa tra Sora, Alvito e Arpino e per difenderne le popolazioni dalle incursioni dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SARACENI'>saraceni</a>. All'autorità cassinate subentrarono in seguito i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CONTI'>Conti</a> e nel 1215 la sovranità diretta della Chiesa; in seguito il feudo appartenne ancora ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>, poi ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>, duchi di Sora, e ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a>; nel 1580 costoro lo vendettero, insieme all'intera contea di Arpino, a Giacomo Boncompagni, la cui famiglia ne mantenne il possesso fino al 1796. Fino al 1862 il toponimo è stato Schiavi, forse in riferimento agli slavi provenienti dalla Schiavonia, che intorno al X secolo vennero incentivati dall'<a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=ABBAZIADIMONTECASSINO'>abbazia di Montecassino</a> a insediarsi in questa zona per ripopolarla; la denominazione attuale potrebbe essere interpretata invece come “Fonte di Chiaro” o “dei Chiari”. Il terremoto del 1984 non ha gravemente danneggiato il patrimonio storico-architettonico locale, sicché si possono ancora ammirare la settecentesca parrocchiale di San Giovanni, che conserva una preziosa croce d'argento del XIV secolo e una Madonna del Rosario del Cavalier d'Arpino, e il santuario della Madonna dei Fratelli, nel cui interno è custodita una statua lignea del Cristo del XIII secolo. Il centro storico è dominato dalla medievale torre <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BONCOMPAGNI'>Boncompagni</a>, sorta nel sito di un castello ormai scomparso, mentre fuori dell'abitato si trova un cimitero napoleonico, testimonianza del passaggio delle truppe francesi alla fine del Settecento.

Economia

La comunità fontechiarese mantiene un forte legame con la tradizione; del resto le attività rurali, che si articolano nella produzione di cereali, olive e foraggi, nella zootecnia e nella silvicoltura, costituiscono ancora una significativa risorsa economica. Parte della comunità, tuttavia, lavora altrove, poiché sul posto l'industria è quasi del tutto assente e il terziario non è molto sviluppato: la rete distributiva appare essenziale ma commisurata alle esigenze basilari della comunità mentre la dotazione di servizi, che non comprende né sportelli bancari né agenzie assicurative e immobiliari, è decisamente insufficiente. Il comune, dotato unicamente degli ordinari uffici municipali e postali e delle scuole dell'obbligo, fa riferimento per l'assistenza sanitaria alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto si trova solo la farmacia–; l'inadeguatezza dell'apparato ricettivo –mancano sia strutture per il soggiorno sia esercizi di ristoro– costituisce un serio ostacolo per lo sviluppo del turismo, una risorsa che presenta invece notevoli margini di crescita.

La comunità fontechiarese mantiene un forte legame con la tradizione; del resto le attività rurali, che si articolano nella produzione di cereali, olive e foraggi, nella zootecnia e nella silvicoltura, costituiscono ancora una significativa risorsa economica. Parte della comunità, tuttavia, lavora altrove, poiché sul posto l'industria è quasi del tutto assente e il terziario non è molto sviluppato: la rete distributiva appare essenziale ma commisurata alle esigenze basilari della comunità mentre la dotazione di servizi, che non comprende né sportelli bancari né agenzie assicurative e immobiliari, è decisamente insufficiente. Il comune, dotato unicamente degli ordinari uffici municipali e postali e delle scuole dell'obbligo, fa riferimento per l'assistenza sanitaria alla centrale operativa di guardia medica di Sora –sul posto si trova solo la farmacia–; l'inadeguatezza dell'apparato ricettivo –mancano sia strutture per il soggiorno sia esercizi di ristoro– costituisce un serio ostacolo per lo sviluppo del turismo, una risorsa che presenta invece notevoli margini di crescita.

Relazioni

Immersa in un ambiente naturale spettacolare e incontaminato, quello della valle di Comino, rappresenta un buon punto di partenza verso alcune delle più interessanti mete escursionistiche della provincia, come il lago di Posta Fibreno e le selvagge gole del fiume Melfa; un certo richiamo turistico è esercitato anche dalle grotte di Sant'Onofrio. Durante la bella stagione alcune manifestazioni tradizionali contribuiscono ad attirare visitatori: tra queste figurano la sagra della pannocchia (fine giugno), le feste di Santa Lucia e di San Bartolomeo (agosto) nonché la fiera che si tiene il 13 dicembre in onore di Santa Lucia; i mesi estivi sono inoltre vivacizzati dagli interessanti eventi culturali e folcloristici compresi nel calendario dell'”Estate fontechiarese” (luglio-agosto). La festa della Patrona Sant'Anna si celebra la terza domenica di luglio.

Immersa in un ambiente naturale spettacolare e incontaminato, quello della valle di Comino, rappresenta un buon punto di partenza verso alcune delle più interessanti mete escursionistiche della provincia, come il lago di Posta Fibreno e le selvagge gole del fiume Melfa; un certo richiamo turistico è esercitato anche dalle grotte di Sant'Onofrio. Durante la bella stagione alcune manifestazioni tradizionali contribuiscono ad attirare visitatori: tra queste figurano la sagra della pannocchia (fine giugno), le feste di Santa Lucia e di San Bartolomeo (agosto) nonché la fiera che si tiene il 13 dicembre in onore di Santa Lucia; i mesi estivi sono inoltre vivacizzati dagli interessanti eventi culturali e folcloristici compresi nel calendario dell'”Estate fontechiarese” (luglio-agosto). La festa della Patrona Sant'Anna si celebra la terza domenica di luglio.

Località

Cisterna, Cocuzzo, Colle Laturo, Colle Mastroianni, Colle Visconti, Fonte Oco, L'Ara, Muto, Pennacchia, Valle Scalza

Cisterna, Cocuzzo, Colle Laturo, Colle Mastroianni, Colle Visconti, Fonte Oco, L'Ara, Muto, Pennacchia, Valle Scalza

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Fontechiari rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.