Descrizione

Centro collinare di origini antiche, sorretto principalmente dall'industria automobilistica, affiancata dall'agricoltura e dal turismo. Poco meno della metà dei flumeresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, situato in posizione elevata sul crinale di un contrafforte collinare incuneato tra due valli fluviali; il resto della comunità si distribuisce nelle località di Murge e Tre Torri, in una serie di minuscoli aggregati urbani e in numerose case sparse. Il profilo geometrico del territorio comunale è abbastanza uniforme: caratterizzato da un susseguirsi di dolci rilievi collinari rivestiti di seminativi, vigneti e oliveti, ospita inoltre fitte distese boschive, nelle quali prevalgono l'orniello, la robinia, l'acero, il pino domestico, il pino marittimo e il cipresso; la fauna locale è rappresentata perlopiù da uccelli e piccoli mammiferi, quali la volpe, la lepre, il fagiano, la tortora e il colombo.

Centro collinare di origini antiche, sorretto principalmente dall'industria automobilistica, affiancata dall'agricoltura e dal turismo. Poco meno della metà dei flumeresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale, situato in posizione elevata sul crinale di un contrafforte collinare incuneato tra due valli fluviali; il resto della comunità si distribuisce nelle località di Murge e Tre Torri, in una serie di minuscoli aggregati urbani e in numerose case sparse. Il profilo geometrico del territorio comunale è abbastanza uniforme: caratterizzato da un susseguirsi di dolci rilievi collinari rivestiti di seminativi, vigneti e oliveti, ospita inoltre fitte distese boschive, nelle quali prevalgono l'orniello, la robinia, l'acero, il pino domestico, il pino marittimo e il cipresso; la fauna locale è rappresentata perlopiù da uccelli e piccoli mammiferi, quali la volpe, la lepre, il fagiano, la tortora e il colombo.

Storia

Nel II secolo a.C. vi sorse un insediamento tardo-ellenistico, che si presume sia stato distrutto da Lucio Cornelio Silla nell'89 a.C. Nell'XI secolo, dopo aver subito le invasioni di bizantini e longobardi, fu annessa alla baronia di Vico, sottoposta al normanno Gradilone; poco dopo, divenne capoluogo della stessa baronia e fu ampiamente fortificata. Nel secolo successivo fu distrutta da Guglielmo, duca di Puglia. Assediata nel 1461 da re Ferdinando d'Aragona, che intendeva cacciare i sostenitori di Giovanni d'Angiò, suo avversario nella conquista del trono di Napoli, venne poi donata da Ferdinando il Cattolico a Consalvo di Cordova (1507). Appartenne in seguito ai D'Aquino, ai Carafa e ai Cardines, marchesi di Lajino; questi ultimi la vendettero a Giovanbattista de Ponte (1624), il cui figlio si fregiò del titolo di duca. Infeudata ai Cavaniglia e successivamente ai Caracciolo, venne danneggiata gravemente dal terremoto del 1694 e poi da quelli del 1930 e del 1980. Il toponimo, menzionato nelle RATIONES DECIMARUM della Campania (1308-1310), è di origini non chiare. Il patrimonio storico-architettonico locale annovera: la dogana aragonese, detta “Doganella”, costruita nel 1478 da Federico d'Aragona, adibita a residenza reale durante i periodi di caccia e successivamente divenuta una stazione di posta; la chiesa madre, decorata internamente da affreschi di Basilio Russo, rinomato pittore locale; la chiesa di San Rocco, contenente le reliquie del Santo; la chiesa di San Francesco, che custodisce tele, statue lignee e un sepolcro in marmo del 1505, con un bassorilievo di Nicola Rubino. Nell'area archeologica di Fioccaglie sopravvivono i resti dell'insediamento tardo-ellenistico, di cui si riconoscono una DOMUS in stile pompeiano, una casa con atrio, impluvio e orto, strade lastricate e botteghe.

Nel II secolo a.C. vi sorse un insediamento tardo-ellenistico, che si presume sia stato distrutto da Lucio Cornelio Silla nell'89 a.C. Nell'XI secolo, dopo aver subito le invasioni di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=BIZANTINI'>bizantini</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, fu annessa alla baronia di Vico, sottoposta al <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNO'>normanno</a> Gradilone; poco dopo, divenne capoluogo della stessa baronia e fu ampiamente fortificata. Nel secolo successivo fu distrutta da Guglielmo, duca di Puglia. Assediata nel 1461 da re <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FERDINANDODARAGONA'>Ferdinando d'Aragona</a>, che intendeva cacciare i sostenitori di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=GIOVANNIDANGIO'>Giovanni d'Angiò</a>, suo avversario nella conquista del trono di Napoli, venne poi donata da Ferdinando il Cattolico a Consalvo di Cordova (1507). Appartenne in seguito ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>, ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARAFA'>Carafa</a> e ai Cardines, marchesi di Lajino; questi ultimi la vendettero a Giovanbattista de Ponte (1624), il cui figlio si fregiò del titolo di duca. Infeudata ai Cavaniglia e successivamente ai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CARACCIOLO'>Caracciolo</a>, venne danneggiata gravemente dal terremoto del 1694 e poi da quelli del 1930 e del 1980. Il toponimo, menzionato nelle RATIONES DECIMARUM della Campania (1308-1310), è di origini non chiare. Il patrimonio storico-architettonico locale annovera: la dogana <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=ARAGONESE'>aragonese</a>, detta “Doganella”, costruita nel 1478 da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=FEDERICODARAGONA'>Federico d'Aragona</a>, adibita a residenza reale durante i periodi di caccia e successivamente divenuta una stazione di posta; la chiesa madre, decorata internamente da affreschi di Basilio Russo, rinomato pittore locale; la chiesa di San Rocco, contenente le reliquie del Santo; la chiesa di San Francesco, che custodisce tele, statue lignee e un sepolcro in marmo del 1505, con un bassorilievo di Nicola Rubino. Nell'area archeologica di Fioccaglie sopravvivono i resti dell'insediamento tardo-ellenistico, di cui si riconoscono una DOMUS in stile pompeiano, una casa con atrio, impluvio e orto, strade lastricate e botteghe.

Economia

La fiorente economia locale fornisce occupazione alla manodopera dei comuni limitrofi: accanto all'agricoltura (si producono cereali, olive, uva e frutta) e all'artigianato tradizionale (vi operano noti maestri falegnami) prospera l'industria: trainato dalla produzione di autoveicoli, il settore secondario comprende anche i comparti alimentare (formaggi), della lavorazione del tabacco e dei metalli, della gomma e della plastica. La vivace affluenza turistica stimola inoltre il terziario, che include alcuni servizi privati più qualificati, una rete commerciale in decisa espansione e un articolato apparato ricettivo. Dispone delle scuole dell'obbligo, di una biblioteca comunale e, per quanto concerne l'assistenza sanitaria, della farmacia, di un ufficio sanitario e di un punto di vaccinazione.

La fiorente economia locale fornisce occupazione alla manodopera dei comuni limitrofi: accanto all'agricoltura (si producono cereali, olive, uva e frutta) e all'artigianato tradizionale (vi operano noti maestri falegnami) prospera l'industria: trainato dalla produzione di autoveicoli, il settore secondario comprende anche i comparti alimentare (formaggi), della lavorazione del tabacco e dei metalli, della gomma e della plastica. La vivace affluenza turistica stimola inoltre il terziario, che include alcuni servizi privati più qualificati, una rete commerciale in decisa espansione e un articolato apparato ricettivo. Dispone delle scuole dell'obbligo, di una biblioteca comunale e, per quanto concerne l'assistenza sanitaria, della farmacia, di un ufficio sanitario e di un punto di vaccinazione.

Relazioni

È meta apprezzata di turisti e amanti della natura, attratti dalla presenza di boschi e dalla possibilità di praticare molti sport all'aria aperta, primi fra tutti l'equitazione, la mountain-bike e la pesca sportiva. Artigianato e gastronomia locale sono al centro di affollate fiere che si svolgono a maggio e a settembre; settembre (13-14) è anche il mese in cui ricorre la festa di Sant'Antonio. Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto con la manifestazione, di secolare tradizione, del “Trasporto del giglio”, che consiste nell'esibizione, per le strade dell'abitato, di un castelletto di legno alto ben 25 metri, sormontato da una bandiera con l'immagine del Santo.

È meta apprezzata di turisti e amanti della natura, attratti dalla presenza di boschi e dalla possibilità di praticare molti sport all'aria aperta, primi fra tutti l'equitazione, la mountain-bike e la pesca sportiva. Artigianato e gastronomia locale sono al centro di affollate fiere che si svolgono a maggio e a settembre; settembre (13-14) è anche il mese in cui ricorre la festa di Sant'Antonio. Il Patrono, San Rocco, si festeggia il 16 agosto con la manifestazione, di secolare tradizione, del “Trasporto del giglio”, che consiste nell'esibizione, per le strade dell'abitato, di un castelletto di legno alto ben 25 metri, sormontato da una bandiera con l'immagine del Santo.

Località

Doganelle, Fabbricati, Murge, San Vito, Tre Torri

Doganelle, Fabbricati, Murge, San Vito, Tre Torri

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Flumeri rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.