Descrizione

Centro di pianura, di antica origine, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità dei faresi presenta un indice di vecchiaia nella media e risiede soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nella località di Badalasco. Il territorio, comprendente anche i nuclei abitati di Corbellina e Sant'Andrea nonché l'area denominata la Lanca, oggetto di contestazione con il comune di Cassano d'Adda (MI), si mostra completamente pianeggiante, con variazioni altimetriche appena accennate. L'abitato, circondato da estese campagne, solcate dalle rogge Vailata e Melzi, provenienti rispettivamente dai fiumi Adda e Brembo, fino alla metà del XIX secolo ha avuto una fisionomia tipicamente rurale, mutando aspetto con la costruzione dei primi insediamenti industriali; ancora oggi è interessato da una forte espansione edilizia, che ha portato alla nascita di nuovi quartieri residenziali, soprattutto in direzione della periferia. Sullo stemma comunale, partito di oro e di rosso, concesso con decreto del 1951, si rappresenta un castello merlato alla guelfa; sul capo argenteo dello scudo spicca un leone rosso.

Centro di pianura, di antica origine, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità dei faresi presenta un indice di vecchiaia nella media e risiede soprattutto nel capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e nella località di Badalasco. Il territorio, comprendente anche i nuclei abitati di Corbellina e Sant'Andrea nonché l'area denominata la Lanca, oggetto di contestazione con il comune di Cassano d'Adda (MI), si mostra completamente pianeggiante, con variazioni altimetriche appena accennate. L'abitato, circondato da estese campagne, solcate dalle rogge Vailata e Melzi, provenienti rispettivamente dai fiumi <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=ADDA'>Adda</a> e Brembo, fino alla metà del XIX secolo ha avuto una fisionomia tipicamente rurale, mutando aspetto con la costruzione dei primi insediamenti industriali; ancora oggi è interessato da una forte espansione edilizia, che ha portato alla nascita di nuovi quartieri residenziali, soprattutto in direzione della periferia. Sullo stemma comunale, partito di oro e di rosso, concesso con decreto del 1951, si rappresenta un castello merlato alla guelfa; sul capo argenteo dello scudo spicca un leone rosso.

Storia

Probabilmente abitata anche da etruschi e da romani, acquistò particolare rilevanza durante la dominazione dei longobardi, cui va riportata la stessa etimologia del toponimo: il termine "fara" indica la struttura del gruppo familiare dei guerrieri di questo popolo, che presero possesso dei territori conquistati nel Bergamasco. Già Fara, assunse il nome di Fara d'Adda con un regio decreto del 1864 e quello attuale nel 1906. In documenti antichi è chiamata Fara Autarena: la denominazione allude alla tradizione secondo la quale nella zona si sarebbe stabilita la tribù di Autari, eletto re dei longobardi verso la fine del VI secolo, dopo l'uccisione di Alboino. Si deve ad Autari la costruzione sul posto di una chiesa per il culto ariano, cui furono concessi vari privilegi anche dagli imperatori franchi, e di un struttura fortificata per il controllo sull'Adda. Distrutta da Federico Barbarossa nel 1160, fu subito ricostruita. Incappata in una scomunica per avere giurato fedeltà al vescovo di Bergamo agli inizi del Trecento, fece parte del marchesato di Caravaggio, da cui cercò di rendersi autonoma verso la metà del XVII secolo, durante la dominazione spagnola. Vasti possedimenti vi ebbe la nobile famiglia dei Melzi d'Eril, che a lungo dominò sull'ex comune di Massari, il cui territorio coincideva con l'attuale località di Badalasco. La storia successiva all'unificazione d'Italia ha seguito quella del resto della provincia. Tra le testimonianze storico-architettoniche vanno menzionati: i resti dell'antica basilica autarena; la settecentesca parrocchiale di Sant'Alessandro, ampliata negli anni Trenta, e il palazzo, detto anche "casa dominicale", posseduto dai vescovi di Bergamo fino alla seconda metà del XVIII secolo.

Probabilmente abitata anche da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e da romani, acquistò particolare rilevanza durante la dominazione dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, cui va riportata la stessa etimologia del toponimo: il termine "fara" indica la struttura del gruppo familiare dei guerrieri di questo popolo, che presero possesso dei territori conquistati nel Bergamasco. Già Fara, assunse il nome di Fara d'Adda con un regio decreto del 1864 e quello attuale nel 1906. In documenti antichi è chiamata Fara Autarena: la denominazione allude alla tradizione secondo la quale nella zona si sarebbe stabilita la tribù di Autari, eletto re dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> verso la fine del VI secolo, dopo l'uccisione di Alboino. Si deve ad Autari la costruzione sul posto di una chiesa per il culto ariano, cui furono concessi vari privilegi anche dagli imperatori <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FRANCHI'>franchi</a>, e di un struttura fortificata per il controllo sull'Adda. Distrutta da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a> nel 1160, fu subito ricostruita. Incappata in una scomunica per avere giurato fedeltà al vescovo di Bergamo agli inizi del Trecento, fece parte del marchesato di Caravaggio, da cui cercò di rendersi autonoma verso la metà del XVII secolo, durante la dominazione spagnola. Vasti possedimenti vi ebbe la nobile famiglia dei Melzi d'Eril, che a lungo dominò sull'ex comune di Massari, il cui territorio coincideva con l'attuale località di Badalasco. La storia successiva all'unificazione d'Italia ha seguito quella del resto della provincia. Tra le testimonianze storico-architettoniche vanno menzionati: i resti dell'antica basilica autarena; la settecentesca parrocchiale di Sant'Alessandro, ampliata negli anni Trenta, e il palazzo, detto anche "casa dominicale", posseduto dai vescovi di Bergamo fino alla seconda metà del XVIII secolo.

Economia

L'economia locale, che non ha abbandonato l'agricoltura, favorita dalle caratteristiche del terreno, si avvale di proficue coltivazioni di cereali, ortaggi e foraggi; diffuso è l'allevamento di bovini e soprattutto di avicoli, seguito da quello di suini, ovini ed equini. Vera artefice degli elevati valori di reddito che si registrano è tuttavia l'industria, con buona presenza di fabbriche metalmeccaniche e tessili, affiancate da più aziende che operano nei comparti edile, lattiero-caseario, conciario e della lavorazione del legno. Il terziario, oltre a una discreta rete distributiva, garantisce l'esercizio del credito. Priva di servizi pubblici particolari, non dispone di strutture sociali di rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno e quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

L'economia locale, che non ha abbandonato l'agricoltura, favorita dalle caratteristiche del terreno, si avvale di proficue coltivazioni di cereali, ortaggi e foraggi; diffuso è l'allevamento di bovini e soprattutto di avicoli, seguito da quello di suini, ovini ed equini. Vera artefice degli elevati valori di reddito che si registrano è tuttavia l'industria, con buona presenza di fabbriche metalmeccaniche e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILI'>tessili</a>, affiancate da più aziende che operano nei comparti edile, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=LATTIEROCASEARIO'>lattiero-caseario</a>, conciario e della lavorazione del legno. Il terziario, oltre a una discreta rete distributiva, garantisce l'esercizio del credito. Priva di servizi pubblici particolari, non dispone di strutture sociali di rilievo. Nelle scuole del posto si impartisce l'istruzione obbligatoria; si può usufruire di una biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno e quelle sanitarie assicurano il servizio farmaceutico.

Relazioni

Meta di un significativo movimento di turisti, ai quali offre la possibilità di visitare il Parco naturale regionale dell'Adda nord ed effettuare piacevoli passeggiate a cavallo, è molto frequentata per lavoro, grazie alla presenza delle industrie, che consentono un notevole assorbimento di manodopera. I rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l'istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, sono alquanto intensi e favoriti da un agevole sistema di comunicazioni. La festa del Patrono, Sant'Alessandro, viene celebrata il 26 agosto.

Meta di un significativo movimento di turisti, ai quali offre la possibilità di visitare il Parco naturale regionale dell'Adda nord ed effettuare piacevoli passeggiate a cavallo, è molto frequentata per lavoro, grazie alla presenza delle industrie, che consentono un notevole assorbimento di manodopera. I rapporti con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l'istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto, sono alquanto intensi e favoriti da un agevole sistema di comunicazioni. La festa del Patrono, Sant'Alessandro, viene celebrata il 26 agosto.

Località

Badalasco, Corbellina, Sant'Andrea

Badalasco, Corbellina, Sant'Andrea

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Fara Gera d'Adda rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.