Descrizione

Centro collinare, di origine antica, nella cui economia coesistono attività agricole, industriali -con una buona presenza del comparto tessile-, e commerciali. Gli erbuschesi, che hanno un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati per la maggior parte in tre nuclei abitati: il capoluogo comunale e le località di Villa Pedergnano e Zocco (queste ultime contigue rispettivamente alle località Rovato e Adro dei comuni omonimi); la parte restante è distribuita in altre località, quale Spina, e, in misura prevalente, in case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate e determinate sostanzialmente dalla presenza del monte Orfano (452 metri) ma non tali da alterare le linee dolci del paesaggio e in particolare l'andamento plano-altimetrico tipicamente collinare dell'abitato, che è in forte espansione edilizia.

Centro collinare, di origine antica, nella cui economia coesistono attività agricole, industriali -con una buona presenza del comparto <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a>-, e commerciali. Gli erbuschesi, che hanno un indice di vecchiaia inferiore alla media, sono concentrati per la maggior parte in tre nuclei abitati: il capoluogo comunale e le località di Villa Pedergnano e Zocco (queste ultime contigue rispettivamente alle località Rovato e Adro dei comuni omonimi); la parte restante è distribuita in altre località, quale Spina, e, in misura prevalente, in case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate e determinate sostanzialmente dalla presenza del monte Orfano (452 metri) ma non tali da alterare le linee dolci del paesaggio e in particolare l'andamento plano-altimetrico tipicamente collinare dell'abitato, che è in forte espansione edilizia.

Storia

Fu abitata fin dall'epoca romana, come testimoniato dal rinvenimento di reperti databili al I secolo a.C. Il toponimo deriva con ogni probabilità da una voce dialettale, "bšsch", riferita ai 'boschi' che ammantavano in passato il territorio. In età romana le popolazioni che risiedevano nella zona nutrivano istanze comuni agli altri popoli italici, ovvero desideravano acquistare i diritti politici già conquistati da altre genti che abitavano la penisola, e alla fine riuscirono a raggiungere il loro intento. A partire dal basso Medioevo si hanno notizie più dettagliate sulla sua storia: il primo riferimento documentale alla sua esistenza risale al XII secolo; nel XIII secolo essa vantò un castello fortificato. Ancora nel Medioevo conobbe varie vicissitudini: dapprima feudo dei Martinengo, conobbe l'operosa presenza dei monaci cluniacensi, che ne bonificarono il territorio rendendolo idoneo alle coltivazioni; nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini passò sotto il dominio di Giovanni Oldofredi e nei secoli successivi conobbe un forte sviluppo agricolo, fino a quando, nel XVII secolo, la peste ne decimò la popolazione. Nel patrimonio storico-architettonico spicca la duecentesca chiesa di Santa Maria, una delle pievi della Franciacorta, ricca di affreschi e di grande interesse dal punto di vista architettonico e della storia: nel corso dei secoli fu infatti utilizzata come ospizio per appestati e come stalla. Di notevole pregio sono anche villa Fenaroli-Avogadro, risalente al XVII secolo, e il castello, più volte rimaneggiato, della cui struttura originaria sono visibili solo l'ingresso e i resti delle finestre.

Fu abitata fin dall'epoca romana, come testimoniato dal rinvenimento di reperti databili al I secolo a.C. Il toponimo deriva con ogni probabilità da una voce dialettale, "bšsch", riferita ai 'boschi' che ammantavano in passato il territorio. In età romana le popolazioni che risiedevano nella zona nutrivano istanze comuni agli altri popoli italici, ovvero desideravano acquistare i diritti politici già conquistati da altre genti che abitavano la penisola, e alla fine riuscirono a raggiungere il loro intento. A partire dal basso Medioevo si hanno notizie più dettagliate sulla sua storia: il primo riferimento documentale alla sua esistenza risale al XII secolo; nel XIII secolo essa vantò un castello fortificato. Ancora nel Medioevo conobbe varie vicissitudini: dapprima feudo dei Martinengo, conobbe l'operosa presenza dei monaci cluniacensi, che ne bonificarono il territorio rendendolo idoneo alle coltivazioni; nel periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini passò sotto il dominio di Giovanni Oldofredi e nei secoli successivi conobbe un forte sviluppo agricolo, fino a quando, nel XVII secolo, la peste ne decimò la popolazione. Nel patrimonio storico-architettonico spicca la duecentesca chiesa di Santa Maria, una delle pievi della <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FRANCIACORTA'>Franciacorta</a>, ricca di affreschi e di grande interesse dal punto di vista architettonico e della storia: nel corso dei secoli fu infatti utilizzata come ospizio per appestati e come stalla. Di notevole pregio sono anche villa Fenaroli-Avogadro, risalente al XVII secolo, e il castello, più volte rimaneggiato, della cui struttura originaria sono visibili solo l'ingresso e i resti delle finestre.

Economia

La fertilità del suolo favorisce l'agricoltura -in particolare le coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi e olivi- che ha sicuramente nella viticoltura il suo fiore all'occhiello; nel comparto zootecnico spiccano gli allevamenti avicoli. Il settore secondario è rappresentato in primo luogo dall'industria tessile, a cui si affiancano i comparti edile, metalmeccanico, caseario, della lavorazione del legno, della produzione di bottoni, della costruzione di macchine per imballaggi, della panificazione. Il conseguente livello di reddito, unitamente alla capacità di risparmio degli erbuschesi, giustifica la presenza del servizio bancario. La rete commerciale è idonea al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità. Tra le strutture sociali c'è la casa di riposo e quelle scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo; non manca la biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno e quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico: per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

La fertilità del suolo favorisce l'agricoltura -in particolare le coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi e olivi- che ha sicuramente nella viticoltura il suo fiore all'occhiello; nel comparto zootecnico spiccano gli allevamenti avicoli. Il settore secondario è rappresentato in primo luogo dall'industria <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a>, a cui si affiancano i comparti edile, metalmeccanico, caseario, della lavorazione del legno, della produzione di bottoni, della costruzione di macchine per imballaggi, della panificazione. Il conseguente livello di reddito, unitamente alla capacità di risparmio degli erbuschesi, giustifica la presenza del servizio bancario. La rete commerciale è idonea al soddisfacimento dei bisogni essenziali della comunità. Tra le strutture sociali c'è la casa di riposo e quelle scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell'obbligo; non manca la biblioteca per l'arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno e quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico: per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

Non può certo essere considerata una meta turistica sebbene sia ben nota, come del resto tutta la Franciacorta, agli intenditori di vini; è invece abbastanza frequentata per lavoro, grazie al consistente apparato produttivo agricolo-industriale. Particolarmente intensi sono i rapporti con i comuni vicini, determinati soprattutto dalle attività commerciali ma anche dalla domanda di servizi, in particolare in campo scolastico, burocratico e sanitario. Tra gli appuntamenti che annualmente si rinnovano spicca il Carnevale di Erbusco, che vede molto coinvolti gli abitanti e offre ai più creativi e ai più spiritosi la possibilità di dare sfogo al proprio talento. La festa del Patrono, San Bonifacio, si celebra il 5 giugno.

Non può certo essere considerata una meta turistica sebbene sia ben nota, come del resto tutta la <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FRANCIACORTA'>Franciacorta</a>, agli intenditori di vini; è invece abbastanza frequentata per lavoro, grazie al consistente apparato produttivo agricolo-industriale. Particolarmente intensi sono i rapporti con i comuni vicini, determinati soprattutto dalle attività commerciali ma anche dalla domanda di servizi, in particolare in campo scolastico, burocratico e sanitario. Tra gli appuntamenti che annualmente si rinnovano spicca il Carnevale di Erbusco, che vede molto coinvolti gli abitanti e offre ai più creativi e ai più spiritosi la possibilità di dare sfogo al proprio talento. La festa del Patrono, San Bonifacio, si celebra il 5 giugno.

Località

Costa, Lovera, Spina, Villa Pedergnano, Zocco

Costa, Lovera, Spina, Villa Pedergnano, Zocco

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Erbusco rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.