Descrizione

Comune collinare, di probabili origini antiche, la cui economia si fonda sulle attività agricole e su quelle industriali. I colloretani, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, si distribuiscono nelle località Caporiacco (contigua a Fagagna) e Mels, oltre che nel capoluogo comunale. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, in forte espansione edilizia, ha l’andamento plano-altimetrico vario, tipico collinare. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una torre rossa a due palchi, merlata alla ghibellina, fondata su una collina.

Comune collinare, di probabili origini antiche, la cui economia si fonda sulle attività agricole e su quelle industriali. I colloretani, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, si distribuiscono nelle località Caporiacco (contigua a Fagagna) e Mels, oltre che nel capoluogo comunale. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, in forte espansione edilizia, ha l’andamento plano-altimetrico vario, tipico collinare. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si rappresenta una torre rossa a due palchi, merlata alla ghibellina, fondata su una collina.

Storia

L’origine della prima parte del toponimo è nel latino CORYLUS, con significato di ‘nocciolo’, giunto alla forma attuale attraverso il non attestato”colurus”, cui sarebbe stato aggiunto il suffisso fitonimico collettivo -ETUM. Il nome “Albano” deriva dal personale latino ALBUS, cui è stato aggiunto il suffisso -ANUS. Si ipotizza una presenza databile all’epoca romana, di cui sarebbe attestazione una pietra miliare, custodita nel castello, probabilmente indicante la distanza del paese da Concordia Sagittaria. La storia del castello è quella di tutto il comprensorio. Costruito dai Waldsee agli inizi del XIV secolo (dietro autorizzazione patriarcale), sottoposto alla giurisdizione di Melsa, fu distrutto dal conte di Gorizia, dopo una decina di anni. Il secolo successivo lo vide sottoposto a diverse incursioni; agli inizi del XV secolo fu conquistato dai veneziani. Nel secolo XVI fu luogo di difesa della famiglia omonima, che con quella dei Torriani (della fazione Strumiera) si oppose a Venezia (cui erano legati i Savorgnan, capi degli Zamberlani) insieme all’imperatore. Agli inizi del XVI secolo i filo-veneziani incendiarono il castello, che dopo circa un mese fu colpito da un terremoto. Nella seconda metà del XVI secolo iniziò quell’opera di ristrutturazione del maniero, che nel XVII secolo avrebbe acquistato l’aspetto che avrebbe conservato fino al terremoto del 1976, che lo distrusse. Ospiti illustri del castello furono il poeta Ermes di Colloredo, del secolo XVII, che lasciò testi in lignua friulana e Ippolito Nievo, che vi scrisse le sue “Confessioni di un italiano”, in cui descrivendo le minuzie della cucina del castello di Fratta, si ispirò a quella del castello di Colloredo. Il patrimonio artistico-storico del luogo è costituito anche da numerose chiesette votive tardo-medioevali affrescate; dalla torre portaia del castello, si snoda, con perscorso scenografico, la cinquecentesca strada per il capoluogo provinciale. Numerose sale e uno studiolo del castello furono decorate ( a fresco e a stucco) da Giovanni da Udine, allievo di Raffaello.

L’origine della prima parte del toponimo è nel latino CORYLUS, con significato di ‘nocciolo’, giunto alla forma attuale attraverso il non attestato”colurus”, cui sarebbe stato aggiunto il suffisso fitonimico collettivo -ETUM. Il nome “Albano” deriva dal personale latino ALBUS, cui è stato aggiunto il suffisso -ANUS. Si ipotizza una presenza databile all’epoca romana, di cui sarebbe attestazione una pietra miliare, custodita nel castello, probabilmente indicante la distanza del paese da Concordia Sagittaria. La storia del castello è quella di tutto il comprensorio. Costruito dai Waldsee agli inizi del XIV secolo (dietro autorizzazione patriarcale), sottoposto alla giurisdizione di Melsa, fu distrutto dal conte di Gorizia, dopo una decina di anni. Il secolo successivo lo vide sottoposto a diverse incursioni; agli inizi del XV secolo fu conquistato dai veneziani. Nel secolo XVI fu luogo di difesa della famiglia omonima, che con quella dei Torriani (della fazione Strumiera) si oppose a Venezia (cui erano legati i Savorgnan, capi degli Zamberlani) insieme all’imperatore. Agli inizi del XVI secolo i filo-veneziani incendiarono il castello, che dopo circa un mese fu colpito da un terremoto. Nella seconda metà del XVI secolo iniziò quell’opera di ristrutturazione del maniero, che nel XVII secolo avrebbe acquistato l’aspetto che avrebbe conservato fino al terremoto del 1976, che lo distrusse. Ospiti illustri del castello furono il poeta Ermes di Colloredo, del secolo XVII, che lasciò testi in lignua friulana e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=IPPOLITONIEVO'>Ippolito Nievo</a>, che vi scrisse le sue “Confessioni di un italiano”, in cui descrivendo le minuzie della cucina del castello di Fratta, si ispirò a quella del castello di Colloredo. Il patrimonio artistico-storico del luogo è costituito anche da numerose chiesette votive tardo-medioevali affrescate; dalla torre portaia del castello, si snoda, con perscorso scenografico, la cinquecentesca strada per il capoluogo provinciale. Numerose sale e uno studiolo del castello furono decorate ( a fresco e a stucco) da Giovanni da Udine, allievo di Raffaello.

Economia

Sede della Comunità collinare di appartenenza, oltre che dei consueti uffici municipali e postali, ha un’economia variegata, che trova le principali fonti di reddito nell’agricoltura e nell’industria. La prima assicura le coltivazioni di cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi e uve (da tavola e da vino) ed è affiancata dagli allevamenti di bovini, equini, avicoli, caprini e ovini; la seconda è rappresentata nei comparti metalmeccanico, dell’abbigliamento, alimentare (in particolare lattiero-caseario) e della fabbricazione di orologi. Completa il quadro delle attività economiche un terziario, che fornisce i servizi bancario e di consulenza informatica. Sono presenti le scuole materne ed elementari: per completare il ciclo obbigatorio degli studi bisogna rivolgersi altrove. Un approfondimento personale della cultura è possibile nella biblioteca comunale. Le strutture ricettive assicurano il servizio di campeggio; quelle sanitarie garantiscono il serviziodi farmacia.

Sede della Comunità collinare di appartenenza, oltre che dei consueti uffici municipali e postali, ha un’economia variegata, che trova le principali fonti di reddito nell’agricoltura e nell’industria. La prima assicura le coltivazioni di cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi e uve (da tavola e da vino) ed è affiancata dagli allevamenti di bovini, equini, avicoli, caprini e ovini; la seconda è rappresentata nei comparti metalmeccanico, dell’abbigliamento, alimentare (in particolare lattiero-caseario) e della fabbricazione di orologi. Completa il quadro delle attività economiche un terziario, che fornisce i servizi bancario e di consulenza informatica. Sono presenti le scuole materne ed elementari: per completare il ciclo obbigatorio degli studi bisogna rivolgersi altrove. Un approfondimento personale della cultura è possibile nella biblioteca comunale. Le strutture ricettive assicurano il servizio di campeggio; quelle sanitarie garantiscono il serviziodi farmacia.

Relazioni

Benché offra bellissime e panoramiche passeggiate, non si può dire meta di un consistente flusso di turisti, che potrebbero godere anche delle delizie della sua gastronomia. È invece abbastanza frequentata per lavoro, per la presenza dei suoi insediamenti industriali. Fra febbraio e agosto si svolgono numerose feste e manifestazioni: il carnevale, nel corso del quale si tiene la mostra-concorso “una maschera per Colloredo” e la rassegna teatrale, in febbraio; la sagra “al coperto”, che apre la stagione delle sagre, in aprile, e quella del gambero, in agosto, in località Caporiacco. Una festa di stampo religioso è quella in onore di S. Biagio, che si tiene il 3 febbraio. La festa del Patrono, Sant’Andrea, si celebra il 30 novembre.

Benché offra bellissime e panoramiche passeggiate, non si può dire meta di un consistente flusso di turisti, che potrebbero godere anche delle delizie della sua gastronomia. È invece abbastanza frequentata per lavoro, per la presenza dei suoi insediamenti industriali. Fra febbraio e agosto si svolgono numerose feste e manifestazioni: il carnevale, nel corso del quale si tiene la mostra-concorso “una maschera per Colloredo” e la rassegna teatrale, in febbraio; la sagra “al coperto”, che apre la stagione delle sagre, in aprile, e quella del gambero, in agosto, in località Caporiacco. Una festa di stampo religioso è quella in onore di S. Biagio, che si tiene il 3 febbraio. La festa del Patrono, Sant’Andrea, si celebra il 30 novembre.

Località

Aveacco, Caporiacco, Entesano, Laibacco, Lauzzana, Mels, Pevere, Pradis

Aveacco, Caporiacco, Entesano, Laibacco, Lauzzana, Mels, Pevere, Pradis

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Colloredo di Monte Albano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.