Descrizione

Comune di pianura di origine medievale classificato “comune sparso” con sede in località Chiopris, che trova nei settori primario e secondario le principali attività economiche. I chiopresani-visconesi, il cui indice di vecchiaia è molto elevato, si distribuiscono nelle località Chiopris e Viscone. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche irrilevanti. L’abitato, che fa registrare i segni dell’espansione edilizia, ha l’andamento plano-altimetrico tipico pianeggiante.

Comune di pianura di origine medievale classificato “comune sparso” con sede in località Chiopris, che trova nei settori primario e secondario le principali attività economiche. I chiopresani-visconesi, il cui indice di vecchiaia è molto elevato, si distribuiscono nelle località Chiopris e Viscone. Il territorio ha un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche irrilevanti. L’abitato, che fa registrare i segni dell’espansione edilizia, ha l’andamento plano-altimetrico tipico pianeggiante.

Storia

La prima parte del toponimo è di origine germanica: può essere ricondotta al personale Teutpric o Teutprec, che attraverso l’evoluzione da Teu- a Chio- è giunta alla forma attuale; la seconda deriva da Visco (che è anche il nome di un altro comune), derivazione dallo sloveno “visek”, con significato di ‘sommità, altura’, cui è stato aggiunto il suffisso accrescitivo romanzo -one. Di origine medievale (XIII secolo), fu concessa in feudo dal patriarca al conte d’Arcano. Il primo insediamento abitativo sorse intorno alla chiesa, chiuso entro le mura di protezione delle case, la zenta, completamente distrutta nel 1968. Nel XIV secolo i feudatari friulani divennero tanto potenti da destare la preoccupazione del patriarca Bertrando di S. Genesio, che anche qui inviò le sue truppe con l’ordine di devastare e distruggere. Nella seconda metà del XV secolo, giunsero i turchi, che riuscirono a depredare con memorabili scorrerie, soprattutto grazie alla diversa situazione difensiva: fino alla sua morte, il re Giorgio d’Albania era riuscito per ventidue anni a preservare i confini; venuto a mancare il sovrano, i turchi riuscirono a riversarsi in Italia attraverso la Iugoslavia: nel 1472 riuscirono a penetrare a Monfalcone e di lì a spostarsi verso Cividale. Tutta la zona circostante Gorizia fu saccheggiata e numerosi furono i prigionieri: Chiopris fu fra le pirme a subire incendi e devastazioni. Sul paese ebbe i suoi effetti anche la guerra di Gradisca, tra Venezia e l’Austria, che si generò per la differenza di vedute sul governo di un territorio che l’Austria voleva a tutti i costi piegare alle abitudini civili austriache: i friulani si divisero in friulani austriaci e friulani veneti e la guerra durò due anni e terminò nel 1617 con la pace di Madrid. Nella seconda metà del XVII secolo i signori friulani riuscirono a fronteggiare le truppe imperiali austriache, che ne avevano assediato il territorio. Il governo di Maria Teresa d’Austria determinò un periodo più tranquillo. Annessa al termine del primo conflitto mondiale all’Italia, passò a Udine dalla provincia di Gorizia nel 1923. Le due parrocchiali di Chiopris e di Viscone costituiscono i più importanti elementi dell’architettura del luogo.

La prima parte del toponimo è di origine germanica: può essere ricondotta al personale Teutpric o Teutprec, che attraverso l’evoluzione da Teu- a Chio- è giunta alla forma attuale; la seconda deriva da Visco (che è anche il nome di un altro comune), derivazione dallo sloveno “visek”, con significato di ‘sommità, altura’, cui è stato aggiunto il suffisso accrescitivo romanzo -one. Di origine medievale (XIII secolo), fu concessa in feudo dal patriarca al conte d’Arcano. Il primo insediamento abitativo sorse intorno alla chiesa, chiuso entro le mura di protezione delle case, la zenta, completamente distrutta nel 1968. Nel XIV secolo i feudatari friulani divennero tanto potenti da destare la preoccupazione del patriarca Bertrando di S. Genesio, che anche qui inviò le sue truppe con l’ordine di devastare e distruggere. Nella seconda metà del XV secolo, giunsero i turchi, che riuscirono a depredare con memorabili scorrerie, soprattutto grazie alla diversa situazione difensiva: fino alla sua morte, il re Giorgio d’Albania era riuscito per ventidue anni a preservare i confini; venuto a mancare il sovrano, i turchi riuscirono a riversarsi in Italia attraverso la Iugoslavia: nel 1472 riuscirono a penetrare a Monfalcone e di lì a spostarsi verso Cividale. Tutta la zona circostante Gorizia fu saccheggiata e numerosi furono i prigionieri: Chiopris fu fra le pirme a subire incendi e devastazioni. Sul paese ebbe i suoi effetti anche la guerra di Gradisca, tra Venezia e l’Austria, che si generò per la differenza di vedute sul governo di un territorio che l’Austria voleva a tutti i costi piegare alle abitudini civili austriache: i friulani si divisero in friulani austriaci e friulani veneti e la guerra durò due anni e terminò nel 1617 con la pace di Madrid. Nella seconda metà del XVII secolo i signori friulani riuscirono a fronteggiare le truppe imperiali austriache, che ne avevano assediato il territorio. Il governo di Maria Teresa d’Austria determinò un periodo più tranquillo. Annessa al termine del primo conflitto mondiale all’Italia, passò a Udine dalla provincia di Gorizia nel 1923. Le due parrocchiali di Chiopris e di Viscone costituiscono i più importanti elementi dell’architettura del luogo.

Economia

Dotata unicamente dei consueti uffici municipali e postali, delega, all’occorrenza, al primo cittadino le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, per l’assenza sul posto di una stazione dei carabinieri. Le principali fonti di reddito sono da ricercare nell’agricoltura, che garantisce le produzioni di cereali (in particolare frumento), foraggi e uve (da vino e da tavola); nell’allevamento di bovini, suini, equini e avicoli; nell’industria, presente con i comparti edile e per la lavorazione del legno e nel terziario, che è costituita da una sufficiente rete commerciale; mancano taluni servizi, che caratterizzano economie più dinamiche: quelli bancario, di consulenza informatica, di assicurazione, che si trovano in luoghi maggiormente dotati dal punto di vista economico. Il vino costituisce una risorsa importante: il suo territorio appartiene alla zona vitivinicola di Aquileia. Non sono presenti mezzi per la diffusione della cultura e dell’informazione, come emittenti radiotelevisive e testate locali. Mancano anche le strutture sociali (asili nido e case di riposo). Anche la dotazione scolastica è insufficiente: non è possibile conseguire il titolo di studio obbligatorio (sono presenti le sole scuole elementari); un approfondimento personale della cultura si può ottenere usufruendo dei servizi della biblioteca comunale. Fra le strutture ricettive mancano quelle per il soggiorno, mentre è assicurata la ristorazione. È garantito il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Dotata unicamente dei consueti uffici municipali e postali, delega, all’occorrenza, al primo cittadino le funzioni di autorità di pubblica sicurezza, per l’assenza sul posto di una stazione dei carabinieri. Le principali fonti di reddito sono da ricercare nell’agricoltura, che garantisce le produzioni di cereali (in particolare frumento), foraggi e uve (da vino e da tavola); nell’allevamento di bovini, suini, equini e avicoli; nell’industria, presente con i comparti edile e per la lavorazione del legno e nel terziario, che è costituita da una sufficiente rete commerciale; mancano taluni servizi, che caratterizzano economie più dinamiche: quelli bancario, di consulenza informatica, di assicurazione, che si trovano in luoghi maggiormente dotati dal punto di vista economico. Il vino costituisce una risorsa importante: il suo territorio appartiene alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=ZONAVITIVINICOLADIAQUILEIA'>zona vitivinicola di Aquileia</a>. Non sono presenti mezzi per la diffusione della cultura e dell’informazione, come emittenti radiotelevisive e testate locali. Mancano anche le strutture sociali (asili nido e case di riposo). Anche la dotazione scolastica è insufficiente: non è possibile conseguire il titolo di studio obbligatorio (sono presenti le sole scuole elementari); un approfondimento personale della cultura si può ottenere usufruendo dei servizi della biblioteca comunale. Fra le strutture ricettive mancano quelle per il soggiorno, mentre è assicurata la ristorazione. È garantito il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Poco frequentata per lavoro, non costituisce neppure una meta turistica fra le più celebrate, per l’assenza di attrattive di vero richiamo. I suoi rapporti con il circondario non sono rilevanti: si limitano a quelli necessari per accedere a luoghi meglio dotati dal punto di vista infrastrutturale e dei servizi. Mancano momenti di incontro di particolare importanza. Di rilievo è la festa in onore del Patrono, S. Michele, che si celebra il 29 settembre.

Poco frequentata per lavoro, non costituisce neppure una meta turistica fra le più celebrate, per l’assenza di attrattive di vero richiamo. I suoi rapporti con il circondario non sono rilevanti: si limitano a quelli necessari per accedere a luoghi meglio dotati dal punto di vista infrastrutturale e dei servizi. Mancano momenti di incontro di particolare importanza. Di rilievo è la festa in onore del Patrono, S. Michele, che si celebra il 29 settembre.

Località

Chiopris, Viscone

Chiopris, Viscone

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Chiopris-Viscone rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.