Descrizione

Comune di montagna, di probabili origini medievali; ha un’economia basata sull’industria, sul terziario e sul turismo. I coggiolesi, il cui indice di vecchiaia è straordinariamente alto, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in varie località, in aggregati urbani minori nonché in case sparse. L’abitato è situato lungo il corso del torrente Sessera, sulle cui sponde sorgono numerosi impianti industriali che contrastano con la lussureggiante vegetazione delle colline adiacenti. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate; zone di alta e media collina rivestite da boschi di frassini, castagni, larici e abeti si alternano a massicci rocciosi percorsi da verdi vallate e torrenti alpini; qui, vicino ai pietrosi ghiacciai delle vette sorgono ameni pascoli, dove in primavera spuntano colorati crochi, genzianelle, bottoni d’oro, narcisi, primule e denti di leone. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo argentato del primo campo si rappresenta un leone nero; nella seconda sezione, smaltata di rosso, campeggiano cinque api d’oro.

Comune di montagna, di probabili origini medievali; ha un’economia basata sull’industria, sul terziario e sul turismo. I coggiolesi, il cui indice di vecchiaia è straordinariamente alto, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della popolazione si distribuisce in varie località, in aggregati urbani minori nonché in case sparse. L’abitato è situato lungo il corso del torrente Sessera, sulle cui sponde sorgono numerosi impianti industriali che contrastano con la lussureggiante vegetazione delle colline adiacenti. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate; zone di alta e media collina rivestite da boschi di frassini, castagni, larici e abeti si alternano a massicci rocciosi percorsi da verdi vallate e torrenti alpini; qui, vicino ai pietrosi ghiacciai delle vette sorgono ameni pascoli, dove in primavera spuntano colorati crochi, genzianelle, bottoni d’oro, narcisi, primule e denti di leone. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Sullo sfondo argentato del primo campo si rappresenta un leone nero; nella seconda sezione, smaltata di rosso, campeggiano cinque api d’oro.

Storia

Il toponimo rappresenta una probabile evoluzione da “cozola”, derivato a sua volta da COTIUS, ossia ‘monticello sassoso’, in riferimento alla posizione dell’abitato. Compresa nel Medioevo nei territori del comitato di Vercelli come proprietà dei vescovi eusebiani, venne distrutta durante la ribellione di frate Dolcino (XIV secolo). Riedificata nel 1340 dagli Alciati, entrò a far parte dei territori sabaudi nel 1408. Infeudata ad alcuni signori locali, nel 1722 venne accorpata a Biella e concessa al governatore Nicolò Mocchia. Ottenne l’autonomia nel 1798, in seguito alle campagne napoleoniche e fu teatro, durante la seconda guerra mondiale, di cruenti combattimenti tra i partigiani e le truppe naziste. Espressione della forte religiosità del luogo sono le numerose opere architettoniche a carattere sacro: la parrocchiale di San Giorgio, edificata nel Medioevo e ricostruita in epoca barocca, conserva all’interno un coro, un presbiterio del 1700, e pregiati affreschi del XV secolo; il santuario del Cavallero (XVIII secolo) dedicato alla Madonna delle Nevi e costituito dalla chiesa in stile barocco, da svariate cappelle e dagli alloggi per i pellegrini; il santuario di Moglietti, consacrato alla Madonna delle Grazie, costruito nel 1800 nel luogo dove sorgeva una piccola cappella; il santuario della Madonna di Oropa, eretto dai fedeli nel 1911 dopo un’epidemia di vaiolo nero.

Il toponimo rappresenta una probabile evoluzione da “cozola”, derivato a sua volta da COTIUS, ossia ‘monticello sassoso’, in riferimento alla posizione dell’abitato. Compresa nel Medioevo nei territori del comitato di Vercelli come proprietà dei vescovi eusebiani, venne distrutta durante la ribellione di frate Dolcino (XIV secolo). Riedificata nel 1340 dagli Alciati, entrò a far parte dei territori sabaudi nel 1408. Infeudata ad alcuni signori locali, nel 1722 venne accorpata a Biella e concessa al governatore Nicolò Mocchia. Ottenne l’autonomia nel 1798, in seguito alle campagne napoleoniche e fu teatro, durante la seconda guerra mondiale, di cruenti combattimenti tra i partigiani e le truppe naziste. Espressione della forte religiosità del luogo sono le numerose opere architettoniche a carattere sacro: la parrocchiale di San Giorgio, edificata nel Medioevo e ricostruita in epoca barocca, conserva all’interno un coro, un presbiterio del 1700, e pregiati affreschi del XV secolo; il santuario del Cavallero (XVIII secolo) dedicato alla Madonna delle Nevi e costituito dalla chiesa in stile barocco, da svariate cappelle e dagli alloggi per i pellegrini; il santuario di Moglietti, consacrato alla Madonna delle Grazie, costruito nel 1800 nel luogo dove sorgeva una piccola cappella; il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SANTUARIODELLAMADONNADIOROPA'>santuario della Madonna di Oropa</a>, eretto dai fedeli nel 1911 dopo un’epidemia di vaiolo nero.

Economia

È sede di Pro Loco. L’economia locale, grazie a una buona apertura nei confronti del nuovo, è sostenuta dall’industria, sviluppatasi essenzialmente nel comparto tessile ma attiva anche, con piccole imprese, nella produzione del legno, di metalli e nell’edilizia. Il settore primario è presente con l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme di servizi, che comprendono quelli bancario, assicurativo e immobiliare. Ospita le scuole dell’obbligo, la biblioteca comunale e la mostra permanente sulla Resistenza allestita presso la sede dell’A.N.P.I. Valsessera. Tra le strutture sociali annovera una casa di riposo. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico. Per lo sport si può disporre di campi da tennis.

È sede di Pro Loco. L’economia locale, grazie a una buona apertura nei confronti del nuovo, è sostenuta dall’industria, sviluppatasi essenzialmente nel comparto <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=TESSILE'>tessile</a> ma attiva anche, con piccole imprese, nella produzione del legno, di metalli e nell’edilizia. Il settore primario è presente con l’allevamento di bovini, ovini, caprini e avicoli. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva oltre che dell’insieme di servizi, che comprendono quelli bancario, assicurativo e immobiliare. Ospita le scuole dell’obbligo, la biblioteca comunale e la mostra permanente sulla Resistenza allestita presso la sede dell’A.N.P.I. Valsessera. Tra le strutture sociali annovera una casa di riposo. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico. Per lo sport si può disporre di campi da tennis.

Relazioni

Meta di un buon numero di turisti, richiamati dalla sua cornice paesaggistica, dall’aria salubre e dalle possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti locali (tra cui la “paletta di Coggiola”, un prosciutto di spalla insaporito con sale e pepe, insaccato nella vescica e fatto asciugare all’aria) nonché di praticare l’escursionismo e fare passeggiate a piedi o in bicicletta; attraverso numerosi itinerari si possono raggiungere interessanti zone, tra cui l’Oasi Zegna, in cui convivono i segni della storia come antichi santuari, vie della transumanza, villaggi con un ambiente naturale integro, fatto di acque, pascoli ed estesi castagneti. Sulla strada per l’Alpe di Noveis è consigliata una sosta alla località di Viera e al nucleo minore di Rivò per una passeggiata tra i suggestivi viottoli del posto e per ammirare lo splendido panorama sulla vallata. Inoltre, gli amanti dell’arte venatoria hanno l’opportunità, nei boschi che la circondano, di praticare la caccia al camoscio. Costituisce, infine, una tappa obbligata della G.T.B. (Grande Traversata del Biellese), un percorso di circa duecento chilometri tra sentieri accuratamente segnalati, alla scoperta dei piccoli e caratteristici borghi del biellese. Non si segnalano manifestazioni di rilevo. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 24 aprile.

Meta di un buon numero di turisti, richiamati dalla sua cornice paesaggistica, dall’aria salubre e dalle possibilità di gustare i semplici ma genuini prodotti locali (tra cui la “paletta di Coggiola”, un prosciutto di spalla insaporito con sale e pepe, insaccato nella vescica e fatto asciugare all’aria) nonché di praticare l’escursionismo e fare passeggiate a piedi o in bicicletta; attraverso numerosi itinerari si possono raggiungere interessanti zone, tra cui l’Oasi Zegna, in cui convivono i segni della storia come antichi santuari, vie della transumanza, villaggi con un ambiente naturale integro, fatto di acque, pascoli ed estesi castagneti. Sulla strada per l’Alpe di Noveis è consigliata una sosta alla località di Viera e al nucleo minore di Rivò per una passeggiata tra i suggestivi viottoli del posto e per ammirare lo splendido panorama sulla vallata. Inoltre, gli amanti dell’arte venatoria hanno l’opportunità, nei boschi che la circondano, di praticare la caccia al camoscio. Costituisce, infine, una tappa obbligata della G.T.B. (Grande Traversata del Biellese), un percorso di circa duecento chilometri tra sentieri accuratamente segnalati, alla scoperta dei piccoli e caratteristici borghi del biellese. Non si segnalano manifestazioni di rilevo. Il Patrono, San Giorgio, si festeggia il 24 aprile.

Località

Biolla, Fervazzo, Le Piane, Monte Barone, Piletta, Rivò, Viera

Biolla, Fervazzo, Le Piane, Monte Barone, Piletta, Rivò, Viera

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Coggiola rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.