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Descrizione

Centro collinare di origine medievale, con economia prevalentemente rurale e uno sviluppo industriale appena avviato. I cerasuoli, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, sono distribuiti abbastanza uniformemente su tutto il comprensorio, in case sparse, in aggregati urbani di modestissima entità, in alcune località (Massascusa, Petrosa, San Biase e Santa Barbara) e naturalmente nel capoluogo comunale. Chiuso ad oriente dal profilo del Monte Sacro, coperto da un fitto tappeto di ontani, castagni e noci ad alto fusto o governati a ceduo, l'orizzonte è aperto a valle dell'abitato, che domina in lontananza la distesa azzurrina del mare. Lungo il corso del torrente Palistro sono stati realizzati degli invasi artificiali per uso irriguo a beneficio delle attività agricole. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato un ciliegio, evidente richiamo al toponimo; l'albero, dai rossi frutti, è fondato su una pianura erbosa e affiancato da due piante di viola, ciascuna con cinque foglie verdi e un fiore purpureo.  

Storia

Il toponimo deriva dal latino CERASUS 'ciliegio' ed è citato per la prima volta in una bolla di Eugenio III del 6 maggio 1149, che conferma all'abate Marino di Cava de' Tirreni il possesso della chiesa locale di Santa Barbara, e una seconda volta nell'anno 1168, in una bolla di papa Alessandro II. Non sono molte le tappe della storia medievale e moderna del borgo che è possibile ricostruire: è noto che nel XVIII secolo appartenne alla famiglia Zattero e che durante la dominazione francese assunse man mano grande rilevanza quale nodo viario, tanto che gli furono annessi i casali di Santa Barbara, Massascusa e San Biase. Fu questo, per il comune, un momento storico di grande attivismo, che si protrasse fino al 1848 culminando con i moti rivoluzionari del Cilento -da Ceraso partirono le scintille della rivolta e prese le mosse la rivendicazione delle terre demaniali-. I cerasuoli, inoltre, diedero un enorme contributo alla battaglia del fiume Volturno, con cui Garibaldi affrontò l'ultimo grande ostacolo alla liberazione delle popolazioni meridionali. Meritano tutte una visita attenta le chiese ancora esistenti: quelle di Santa Barbara, San Biagio e San Felice sono state edificate nel Rinascimento; la chiesa di San Nicola, invece, è del secolo precedente. Gli ultimi decenni hanno visto un calo costante del numero dei residenti, che in vero negli ultimi anni è stato più contenuto che in passato.  

Economia

Ritmi pacati, un solido attaccamento ai valori tradizionali e uno stile di vita poco aperto alle novità contraddistinguono questa comunità, che anche nelle attività economiche preferisce il certo, rappresentato dalla tradizionali occupazioni rurali (agricoltura, silvicoltura e zootecnia), all'incerto delle iniziative imprenditoriali, soggette a repentini arresti di sviluppo. Vaste zone del territorio comunale sono adibite alle coltivazioni, che danno impiego a quasi un terzo della popolazione attiva e che eccellono nella produzione di uva, olive, cereali e frutta. Nel settore industriale è da segnalare soltanto la presenza di piccole aziende dedite all'utilizzo delle risorse forestali ed è appena sufficiente alle esigenze locali la rete commerciale. Nel campo dei servizi pubblici e privati si registra qualche carenza: gli ordinari uffici municipali e postali si affiancano alle sole scuole dell'obbligo; mancano strutture di grande utilità per l'arricchimento culturale; sufficienti gli esercizi di ristoro, gli impianti sportivi e le strutture per il tempo libero, limitata l'offerta di servizi sanitari, che tuttavia fa leva su un punto di prelievo e una farmacia.  

Relazioni

L'interesse naturalistico di questi luoghi è testimoniato dall'elevato numero di presenze che si aggiunge ai residenti durante la bella stagione e dalla quantità di case che si popolano nei periodi di vacanza e nei fine settimana. Per le innumerevoli specie faunistiche (cinghiale, volpe, tasso, puzzola, riccio, martora, lepre e ghiro) e le varietà floristiche (ginestra, cardo canino, felce e origano) il bosco La Bruca è la principale attrattiva locale. Il torrente Palistro e le sue acque gelide e turbolente sono protagoniste della "Festa del fiume", che si svolge dal 3 all'8 agosto e a cui è collegata la sagra delle pizzelle fritte. Il Patrono San Nicola si festeggia il 6 dicembre.

Località

Massascusa, Petrosa, San Biase, Santa Barbara

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Ceraso rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.

INFO
  • Popolazione 2.397
  • Lat 40° 11' 42,17'' 40.19504722
  • Long 15° 15' 23,35'' 15.25648611
  • CAP 84052
  • Prefisso 0974
  • Codice ISTAT 065040
  • Codice Catasto C485
  • Altitudine slm 340 mt
  • zona clim./gradi giorno
    Riscaldamento: dal 15/11 al 31/03 per 10 ore/giorno
    C/1356
  • Superficie 45.95 Km2
  • Densità 52,17 ab/Km2
  • Sismicità Zona 3
  • Alba 05:08
  • Tramonto 18:45
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