Descrizione
Comune collinare, di origine medievale, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo. I cellarenghesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, i nuclei urbani minori Castellino, Cielo e Menabò nonché in case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche appena accennate. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte espansione edilizia, sorge su una dorsale collinare non molto elevata e si snoda in gran parte lungo la strada che sale dal fondovalle. Lo stemma comunale, troncato, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Lo sfondo dorato del primo campo è attraversato da una croce azzurra; nella seconda sezione, smaltata di rosso, si raffigura un bue d’argento, fermo su una verde terrazza erbosa e accompagnato, in un cantone del capo, da due spighe di grano d’argento, decussate. Lo stemma usato dal comune è quello riprodotto in alto.
Storia
Il toponimo si rifà probabilmente al nome latino CELER -ERIS, seguito dal suffisso germanico -ing, che sta a indicare ‘appartenenza’. Pertanto, si ipotizza che tale nome stesse a significare ‘luogo appartenente a Celere’. Il primo documento ufficiale che attesta l’esistenza del borgo risale al 25 settembre 962 quando il vescovo di Asti ne acquisisce la proprietà. Nel 1041 l’ imperatore Enrico III donò il castello al vescovo di Asti. Nel 1200 appartenne al monastero di Sant’Anastasio di Asti e fu sede di un convento di monache dipendente da quello di Asti. Nel 1241 risulta che il villaggio era già stato costituito in comune. Nei secoli successivi il possedimento passò tra le mani di numerose casate, tra cui i Malabaila (1321), i Pelletta (1347) e i Visconti (1387). Successivamente, la cittadina fu frazionata in più parti fino a che il 30 gennaio 1613 il vescovo di Asti cedette la sovranità dell’intero territorio al duca Carlo Emanuele I. Come quasi tutti i comuni dell’alto Medioevo, ebbe un castello, citato nel diploma del 1041 con cui veniva donato dall’imperatore Enrico III al vescovo d’Asti, Pietro. Ultimo proprietario del castello fu il conte Riccardi di Netro. Ora di esso non rimane più traccia. Tutti gli edifici sacri, tra cui spiccano la parrocchiale di San Giovanni Battista, la chiesa di San Firmino e la chiesa di Menabò, risalgono al XVII secolo. Nonostante qualche ritocco, come a esempio l’aggiunta, nel 1928, di un cupolino nella parrocchiale di San Giovanni Battista, col passare degli anni le strutture originarie sono rimaste pressoché intatte.
Economia
Non è sede di altri uffici all’infuori di quelli deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali e, mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Va segnalata, però, la presenza della Pro Loco. Il settore primario è presente con la coltivazione di cereali, frumento, uva e altra frutta e con l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Per quanto concerne il settore industriale, esso è pressoché inesistente, se si eccettuano piccole imprese operanti nei comparti dei prodotti genericamente alimentari, del legno, metallurgico ed edile. Modesta è anche l’attività del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, e la rete distributiva è appena sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Le scuole assicurano la frequenza delle sole classi elementari; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. L’assenza di una farmacia costringe i cellarenghesi a rivolgersi altrove anche per il servizio sanitario di base.
Relazioni
Non figura come meta turistica, ma non è del tutto priva di attrattive. Poco frequentata per lavoro, intrattiene rapporti non particolarmente intensi con i comuni vicini a cui si rivolge, oltre che per motivi di studio, anche per gli altri servizi non presenti sul posto. Tra le manifestazioni si segnalano: l’ultima domenica di luglio, la festa d’estate, organizzata dalla Pro Loco; la festa dell’Assunta, a ferragosto, in località Menabò. La festa patronale, in onore di San Firmino, si celebra la seconda domenica di ottobre con una suggestiva processione. Il giorno di astensione dal lavoro è il lunedì successivo.
Località
Castellino, Menabò
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Cellarengo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 720
- Lat 44° 51' 56,90'' 44.86580556
- Long 7° 56' 43,31'' 7.94536389
- CAP 14010
- Prefisso 0141
- Codice ISTAT 005033
- Codice Catasto C438
- Altitudine slm 321 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 15/10 al 15/04 per 14 ore/giorno E/2752 - Superficie 10.81 Km2
- Densità 66,60 ab/Km2
- Sismicità Zona 4
- Alba 05:24
- Tramonto 19:26
- Roberto Gianolio
- Via Circonvallazione, 2
- 14010 (AT) Piemonte
- cellarengo@cert.ruparpiemonte.it
- cellarengo@ruparpiemonte.it
- www.comune.cellarengo.at.it
- 80003230051
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