Descrizione

Centro collinare, di origini antichissime, la cui economia si basa sull’agricoltura, sull’industria e sul terziario. I castelvetresi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e nelle località Cà di Sola, Levizzano Rangone, Settecani e Solignano Nuovo; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse e i nuclei Cà Montanari, Madonna di Puianello, Sant’Eusebio, Cà de Gatti, Cà de Leonardi, Casa Balugani, Casa Re, Gatta e Villa Santa. Il territorio, attraversato da più torrenti, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 447 metri di quota. L’abitato, dominato dal castello medievale, mostra segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, argenteo, concesso con Decreto del Capo del Governo, riproduce tre torri, merlate alla guelfa e fondate sulla verde pianura, sormontate da una fascia con un palo sopra, smaltati d’azzurro e gheronati da un filetto d’argento.

Centro collinare, di origini antichissime, la cui economia si basa sull’agricoltura, sull’industria e sul terziario. I castelvetresi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e nelle località Cà di Sola, Levizzano Rangone, Settecani e Solignano Nuovo; il resto della popolazione si distribuisce tra numerosissime case sparse e i nuclei Cà Montanari, Madonna di Puianello, Sant’Eusebio, Cà de Gatti, Cà de Leonardi, Casa Balugani, Casa Re, Gatta e Villa Santa. Il territorio, attraversato da più torrenti, ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 447 metri di quota. L’abitato, dominato dal castello medievale, mostra segni di espansione edilizia; il suo andamento plano-altimetrico è vario. Lo stemma comunale, argenteo, concesso con Decreto del Capo del Governo, riproduce tre torri, merlate alla guelfa e fondate sulla verde pianura, sormontate da una fascia con un palo sopra, smaltati d’azzurro e gheronati da un filetto d’argento.

Storia

Abitata fin da tempi preistorici, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nel territorio e databili al Paleolitico inferiore, nell’età del bronzo vide il sorgere di villaggi terramaricoli, registrando in seguito insediamenti di etruschi e galli boi. I romani, nel II secolo a.C., ne fecero un CASTRUM (di qui la prima parte del toponimo), ossia ‘un accampamento militare’, detto VETUS o VETERIS, ‘vecchio’, perché fu il più antico castello dell’area pre-appenninica. Si è chiamata Castelvetro fino al 1862, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, per distinguerla dalle località omonime. Possedimento, nel secolo XI, del marchese Bonifacio di Toscana e quindi della figlia Matilde di Canossa, nel 1100 passò agli abbati di Nonantola, che la concessero a varie nobili famiglie, tra cui i Beccafava. Ceduta a Modena, all’inizio del XIII secolo, dalla prima metà del Trecento appartenne ai Rangoni, che ne fecero il capoluogo di un vasto feudo. Colpita da diverse calamità naturali, nel XVI e XVII secolo, rimase sotto la signoria dei Rangoni fino all’arrivo delle truppe napoleoniche, sul finire del Settecento. Divenuta municipio alle dipendenze di Modena e poi di Sassuolo, dopo il ritorno degli Este fu aggregata a Vignola, recuperando l’autonomia amministrativa con l’annessione del ducato estense al regno sabaudo. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano: il palazzo feudale dei Rangoni; il castello, risalente al IX secolo ma rifatto più volte; la chiesa parrocchiale dei Santi Senesio e Teopompo, costruita tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; gli antichi oratori di Santa Maria ad Nives e Sant’Antonino di Padova; quello di San Michele, a Levizzano; la chiesa di San Biagio, a Solignano; il settecentesco santuario di Puianello; la villa Chiarli, a Belvedere, e la villa Cuoghi, a Montebello.

Abitata fin da tempi preistorici, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nel territorio e databili al Paleolitico inferiore, nell’età del bronzo vide il sorgere di villaggi terramaricoli, registrando in seguito insediamenti di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ETRUSCHI'>etruschi</a> e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=GALLI'>galli</a> boi. I romani, nel II secolo a.C., ne fecero un CASTRUM (di qui la prima parte del toponimo), ossia ‘un accampamento militare’, detto VETUS o VETERIS, ‘vecchio’, perché fu il più antico castello dell’area pre-appenninica. Si è chiamata Castelvetro fino al 1862, quando un regio decreto aggiunse la specificazione, per distinguerla dalle località omonime. Possedimento, nel secolo XI, del marchese Bonifacio di Toscana e quindi della figlia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=MATILDEDICANOSSA'>Matilde di Canossa</a>, nel 1100 passò agli abbati di Nonantola, che la concessero a varie nobili famiglie, tra cui i Beccafava. Ceduta a Modena, all’inizio del XIII secolo, dalla prima metà del Trecento appartenne ai Rangoni, che ne fecero il capoluogo di un vasto feudo. Colpita da diverse calamità naturali, nel XVI e XVII secolo, rimase sotto la signoria dei Rangoni fino all’arrivo delle truppe napoleoniche, sul finire del Settecento. Divenuta municipio alle dipendenze di Modena e poi di Sassuolo, dopo il ritorno degli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=ESTE'>Este</a> fu aggregata a Vignola, recuperando l’autonomia amministrativa con l’annessione del ducato estense al regno sabaudo. Tra le testimonianze storico-architettoniche spiccano: il palazzo feudale dei Rangoni; il castello, risalente al IX secolo ma rifatto più volte; la chiesa parrocchiale dei Santi Senesio e Teopompo, costruita tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento; gli antichi oratori di Santa Maria ad Nives e Sant’Antonino di Padova; quello di San Michele, a Levizzano; la chiesa di San Biagio, a Solignano; il settecentesco santuario di Puianello; la villa Chiarli, a Belvedere, e la villa Cuoghi, a Montebello.

Economia

L’economia locale è rimasta solo in parte legata all’agricoltura: si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uva e altra frutta; diffuso è l’allevamento di suini, bovini e avicoli, seguito da quello di ovini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende che operano soprattutto nei comparti dei materiali da costruzione e della produzione e conservazione di carne; a queste si affiancano imprese edili e metalmeccaniche. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale e attività di consulenza informatica arricchiscono il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si registra una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

L’economia locale è rimasta solo in parte legata all’agricoltura: si producono cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uva e altra frutta; diffuso è l’allevamento di suini, bovini e avicoli, seguito da quello di ovini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende che operano soprattutto nei comparti dei materiali da costruzione e della produzione e conservazione di carne; a queste si affiancano imprese edili e metalmeccaniche. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale e attività di consulenza informatica arricchiscono il panorama del terziario. Tra le strutture sociali si registra una casa di riposo. È possibile frequentare le scuole dell’obbligo; si può usufruire di una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno; quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Inserita negli itinerari dell’agriturismo modenese, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, ammirandone il pregevole patrimonio artistico e gustando i prodotti locali, tra cui i vini, in particolare il lambrusco. Molto frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto agli insediamenti industriali, che consentono un notevole assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti piuttosto intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Tra gli appuntamenti tradizionali meritano di essere citate: la manifestazione “Parco in festa” (parco della mimosa), a maggio; la sagra dell’uva e dei lambruschi modenesi e la festa a castello (rievocazione storica), a settembre. La festa dei Patroni, i Santi Senesio e Teopompo, viene celebrata il 4 gennaio.

Inserita negli itinerari dell’agriturismo modenese, offre a quanti vi si rechino la possibilità di trascorrervi piacevoli soggiorni, ammirandone il pregevole patrimonio artistico e gustando i prodotti locali, tra cui i vini, in particolare il lambrusco. Molto frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto agli insediamenti industriali, che consentono un notevole assorbimento di manodopera, intrattiene rapporti piuttosto intensi con i comuni vicini, ai quali la popolazione si rivolge per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non forniti sul posto. Tra gli appuntamenti tradizionali meritano di essere citate: la manifestazione “Parco in festa” (parco della mimosa), a maggio; la sagra dell’uva e dei lambruschi modenesi e la festa a castello (rievocazione storica), a settembre. La festa dei Patroni, i Santi Senesio e Teopompo, viene celebrata il 4 gennaio.

Località

Ca' De Gatti, Ca' De Leonardi, Ca' di Sola, Ca' Montanari, Casa Balugani, Casa Re, Gatta, Levizzano Rangone, Madonna di Puianello, Sant'Eusebio, Settecani, Solignano Nuovo

Ca' De Gatti, Ca' De Leonardi, Ca' di Sola, Ca' Montanari, Casa Balugani, Casa Re, Gatta, Levizzano Rangone, Madonna di Puianello, Sant'Eusebio, Settecani, Solignano Nuovo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelvetro di Modena rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.