Descrizione

Comune collinare, di probabile origine medievale, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo, anche se non mancano piccole imprese impegnate nel settore secondario. I castelnovesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, molti aggregati urbani minori e un elevatissimo numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazione altimetriche non molto accentuate, che partono da un minimo di 145 e arrivano a un massimo di 285 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da crescita edilizia, addossato alle pendici meridionali del Bric Tintarella, si dispone a semicerchio. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura, in campo azzurro, una torre rossa, merlata alla guelfa, fondata su una pianura verde e accompagnata, in capo, da tre bisanti d’oro, ordinati in fascia.

Comune collinare, di probabile origine medievale, la cui economia è di tipo prevalentemente agricolo, anche se non mancano piccole imprese impegnate nel settore secondario. I castelnovesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, si distribuiscono tra il capoluogo comunale, molti aggregati urbani minori e un elevatissimo numero di case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico ondulato, con variazione altimetriche non molto accentuate, che partono da un minimo di 145 e arrivano a un massimo di 285 metri sul livello del mare. L’abitato, interessato da crescita edilizia, addossato alle pendici meridionali del Bric Tintarella, si dispone a semicerchio. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura, in campo azzurro, una torre rossa, merlata alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=GUELFA'>guelfa</a>, fondata su una pianura verde e accompagnata, in capo, da tre bisanti d’oro, ordinati in fascia.

Storia

Il toponimo, citato per la prima volta nel 1212, è un composto del sostantivo “castello” e dell’aggettivo “nuovo”; la specificazione con molta probabilità deriva dal nome personale latino CALCAEUS. Inizialmente sotto la giurisdizione del comitato di Loreto (a partire dal 1142), fu completamente distrutta nel 1154 da Federico Barbarossa e completamente ricostruita dai sopravvissuti alla strage. Dopo un tira e molla tra il comune di Asti, la famiglia dei Guttari, quella dei Monferrato e quella dei Visconti, nel 1735 i Savoia ne acquistano la proprietà, legando così il suo destino a quello del futuro regno d’Italia. Le uniche costruzioni degne di essere menzionate per il loro valore artistico e architettonico sono quelle a carattere religioso. Infatti la parrocchiale di Santo Stefano (1681-1688), contenente numerosi affreschi ottocenteschi, la chiesa di Santo Stefano (differente dalla parrocchiale), la chiesa di San Siro, la cappella della Madonna di Loreto e la chiesa dell’Annunziata, contribuiscono a impreziosire il borgo.

Il toponimo, citato per la prima volta nel 1212, è un composto del sostantivo “castello” e dell’aggettivo “nuovo”; la specificazione con molta probabilità deriva dal nome personale latino CALCAEUS. Inizialmente sotto la giurisdizione del comitato di Loreto (a partire dal 1142), fu completamente distrutta nel 1154 da <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a> e completamente ricostruita dai sopravvissuti alla strage. Dopo un tira e molla tra il comune di Asti, la famiglia dei Guttari, quella dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MONFERRATO'>Monferrato</a> e quella dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=VISCONTI'>Visconti</a>, nel 1735 i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=SAVOIA'>Savoia</a> ne acquistano la proprietà, legando così il suo destino a quello del futuro regno d’Italia. Le uniche costruzioni degne di essere menzionate per il loro valore artistico e architettonico sono quelle a carattere religioso. Infatti la parrocchiale di Santo Stefano (1681-1688), contenente numerosi affreschi ottocenteschi, la chiesa di Santo Stefano (differente dalla parrocchiale), la chiesa di San Siro, la cappella della Madonna di Loreto e la chiesa dell’Annunziata, contribuiscono a impreziosire il borgo.

Economia

Ospita i consueti uffici municipali e postali; mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’agricoltura è la principale risorsa su cui si basa l’economia. Si coltivano soprattutto cereali, frumento, frutta e vite; quest’ultima consente una buona produzione dei vini Doc quali il Barbera d’Asti e il Grignolino, che alimentano il comparto industriale delle bevande. Si pratica pure l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito da piccole imprese che operano nei comparti delle confezioni, della lavorazione del legno, della fabbricazione degli strumenti di precisione, metallurgico, meccanico, elettronico ed edile. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, annovera tra le strutture sociali una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire del museo etnografico “Piergiorgio Poglio” e del museo enologico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario è garantito il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Ospita i consueti uffici municipali e postali; mancando sul posto la stazione dei carabinieri, le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, esercitate dal sindaco. L’agricoltura è la principale risorsa su cui si basa l’economia. Si coltivano soprattutto cereali, frumento, frutta e vite; quest’ultima consente una buona produzione dei vini Doc quali il <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=BARBERA'>Barbera</a> d’Asti e il Grignolino, che alimentano il comparto industriale delle bevande. Si pratica pure l’allevamento di bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito da piccole imprese che operano nei comparti delle confezioni, della lavorazione del legno, della fabbricazione degli strumenti di precisione, metallurgico, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=MECCANICO'>meccanico</a>, elettronico ed edile. Il terziario si compone della rete commerciale (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi, che comprendono quello bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, annovera tra le strutture sociali una casa di riposo. Le scuole assicurano la frequenza delle classi materne ed elementari; per l’arricchimento culturale si può usufruire del museo etnografico “Piergiorgio Poglio” e del museo enologico. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario è garantito il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni occorre rivolgersi altrove.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, è pur vero che la cordialità dei suoi abitanti e l’integrità dell’ambiente naturale circostante potrebbero costituire un efficace motivo di richiamo. I rapporti con i comuni vicini non sono particolarmente intensi: i castelnovesi vi si rivolgono, oltre che per lavoro, anche per il completamento degli studi scolastici, per l’espletamento di pratiche burocratiche e per gli altri servizi non presenti sul posto. Non si segnalano manifestazioni culturali o ricreative di rilievo che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, Santo Stefano, si festeggia il 26 dicembre.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, è pur vero che la cordialità dei suoi abitanti e l’integrità dell’ambiente naturale circostante potrebbero costituire un efficace motivo di richiamo. I rapporti con i comuni vicini non sono particolarmente intensi: i castelnovesi vi si rivolgono, oltre che per lavoro, anche per il completamento degli studi scolastici, per l’espletamento di pratiche burocratiche e per gli altri servizi non presenti sul posto. Non si segnalano manifestazioni culturali o ricreative di rilievo che potrebbero allietare il borgo e richiamare visitatori dai dintorni. Il Patrono, Santo Stefano, si festeggia il 26 dicembre.

Località

Carante, Momparone, Preie, Toetto, Valmanella

Carante, Momparone, Preie, Toetto, Valmanella

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelnuovo Calcea rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.