Descrizione

Comune collinare, sorto in epoca molto antica; l’industria e il turismo, che si affiancano alle tradizionali attività rurali, costituiscono le principali fonti di reddito locali. La maggior parte dei castelleonesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale, disposto in lieve pendio su un colle che degrada verso la valle del fiume Cesano; il resto della comunità è invece suddiviso tra gli agglomerati urbani elementari di Mulino ad Olio e San Martino e alcune case sparse sui fondi. Tutt’intorno si osserva il paesaggio tipico della bassa collina marchigiana: più diffuse dei boschi di roverella, cerro e acero, fresco rifugio di piccoli mammiferi, come lo scoiattolo e la volpe callida, sono le colture agrarie, in massima parte orticole, tra le quali, nella bella stagione, esplodono vistose fioriture di narcisi, anemoni e tulipani. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurata una torre d’argento merlata “alla guelfa” e fondata su una pianura erbosa; la costruzione, munita di due aperture circolari, di una finestra e di un cordolo marcapiano con la parte centrale a forma di “scaglione”, è sormontata da un leone d’oro.

Comune collinare, sorto in epoca molto antica; l’industria e il turismo, che si affiancano alle tradizionali attività rurali, costituiscono le principali fonti di reddito locali. La maggior parte dei castelleonesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale, disposto in lieve pendio su un colle che degrada verso la valle del fiume Cesano; il resto della comunità è invece suddiviso tra gli agglomerati urbani elementari di Mulino ad Olio e San Martino e alcune case sparse sui fondi. Tutt’intorno si osserva il paesaggio tipico della bassa collina marchigiana: più diffuse dei boschi di roverella, cerro e acero, fresco rifugio di piccoli mammiferi, come lo scoiattolo e la volpe callida, sono le colture agrarie, in massima parte orticole, tra le quali, nella bella stagione, esplodono vistose fioriture di narcisi, anemoni e tulipani. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurata una torre d’argento merlata “alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFA'>guelfa</a>” e fondata su una pianura erbosa; la costruzione, munita di due aperture circolari, di una finestra e di un cordolo marcapiano con la parte centrale a forma di “scaglione”, è sormontata da un leone d’oro.

Storia

Frequentata fin dai tempi più remoti dagli umbri, dai piceni e dai galli senoni, divenne sede della città romana di SUASA e tra il III e il VI secolo d.C. fu soggetta alle invasioni dei goti –Alarico, re dei visigoti, la distrusse completamente–, dei bizantini, dei longobardi e dei franchi. Nel Rinascimento godette finalmente di una certa prosperità, sotto l’egida della famiglia Della Rovere. Stremata nel Seicento dalle frequenti carestie che colpirono l’intera regione, subì nei primi anni del secolo successivo i saccheggi delle truppe austriache di passaggio sui territori della Chiesa, attraversando poi un cinquantennio di serenità, che ebbe termine con l’occupazione francese. La prima parte del toponimo sembra essere un composto del termine “castello” e del nome di persona Leone mentre la specificazione, assunta nel 1864, rievoca il nome dell’antica città romana. Dell’epoca romana rimangono interessanti resti archeologici, quali le numerose rovine dell’antica SUASA, che ospitava anche un anfiteatro e un tempio. Del periodo medievale resta invece il nucleo originario dell’abitato, sorto intorno a un castello di cui sono tuttora visibili i resti. È opera dei Della Rovere l’elegante palazzo rinascimentale che ne fu la residenza, ingentilito da un portale cinquecentesco.

Frequentata fin dai tempi più remoti dagli <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=UMBRI'>umbri</a>, dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=PICENI'>piceni</a> e dai <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GALLISENONI'>galli senoni</a>, divenne sede della città romana di SUASA e tra il III e il VI secolo d.C. fu soggetta alle invasioni dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GOTI'>goti</a> –Alarico, re dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=VISIGOTI'>visigoti</a>, la distrusse completamente–, dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=BIZANTINI'>bizantini</a>, dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> e dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=FRANCHI'>franchi</a>. Nel Rinascimento godette finalmente di una certa prosperità, sotto l’egida della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a>. Stremata nel Seicento dalle frequenti carestie che colpirono l’intera regione, subì nei primi anni del secolo successivo i saccheggi delle truppe austriache di passaggio sui territori della Chiesa, attraversando poi un cinquantennio di serenità, che ebbe termine con l’occupazione francese. La prima parte del toponimo sembra essere un composto del termine “castello” e del nome di persona Leone mentre la specificazione, assunta nel 1864, rievoca il nome dell’antica città romana. Dell’epoca romana rimangono interessanti resti archeologici, quali le numerose rovine dell’antica SUASA, che ospitava anche un anfiteatro e un tempio. Del periodo medievale resta invece il nucleo originario dell’abitato, sorto intorno a un castello di cui sono tuttora visibili i resti. È opera dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=DELLAROVERE'>Della Rovere</a> l’elegante palazzo rinascimentale che ne fu la residenza, ingentilito da un portale cinquecentesco.

Economia

Le tradizionali attività rurali, anche se in declino, costituiscono ancora un’indispensabile fonte di reddito e si articolano nella produzione di cereali, ortaggi, foraggi e barbabietole da zucchero nonché nella zootecnia; è però l’industria ad assorbire la maggior parte della forza-lavoro locale, impegnandola nei comparti delle confezioni, delle calzature, dei mobili e delle biciclette nonché nella lavorazione del legno e dei metalli. Il commercio si va lentamente affermando, al pari del comparto dei servizi privati, che annovera il credito. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, è dotato di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e della farmacia; l’apparato ricettivo, pur se di modeste dimensioni, offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Le tradizionali attività rurali, anche se in declino, costituiscono ancora un’indispensabile fonte di reddito e si articolano nella produzione di cereali, ortaggi, foraggi e barbabietole da zucchero nonché nella zootecnia; è però l’industria ad assorbire la maggior parte della forza-lavoro locale, impegnandola nei comparti delle confezioni, delle <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=CALZATURE'>calzature</a>, dei mobili e delle biciclette nonché nella lavorazione del legno e dei metalli. Il commercio si va lentamente affermando, al pari del comparto dei servizi privati, che annovera il credito. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali, è dotato di scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado, di una biblioteca comunale e della farmacia; l’apparato ricettivo, pur se di modeste dimensioni, offre possibilità di ristorazione e di soggiorno.

Relazioni

Costituisce una meta turistica di grande interesse per gli appassionati di arte e archeologia: il parco archeologico di SUASA e i reperti che occasionalmente vengono restituiti dal terreno rappresentano alcune tra le più vive testimonianze degli antichissimi insediamenti che posero le basi della presenza umana nella regione. È inoltre una piacevole stazione climatica, che offre in estate la possibilità di compiere lunghe passeggiate nella campagna marchigiana o lungo le sponde fluviali; la pesca sportiva nel fiume Cesano permette agli appassionati di prendere all’amo carpe, tinche, anguille, cefali, spigole di fiume, cavedani e barbi. La festa del Patrono San Pietro Martire si celebra il 29 aprile.

Costituisce una meta turistica di grande interesse per gli appassionati di arte e archeologia: il parco archeologico di SUASA e i reperti che occasionalmente vengono restituiti dal terreno rappresentano alcune tra le più vive testimonianze degli antichissimi insediamenti che posero le basi della presenza umana nella regione. È inoltre una piacevole stazione climatica, che offre in estate la possibilità di compiere lunghe passeggiate nella campagna marchigiana o lungo le sponde fluviali; la pesca sportiva nel fiume Cesano permette agli appassionati di prendere all’amo carpe, tinche, anguille, cefali, spigole di fiume, cavedani e barbi. La festa del Patrono San Pietro Martire si celebra il 29 aprile.

Località

Mulino ad Olio, San Martino

Mulino ad Olio, San Martino