Descrizione

Centro collinare di origini medievali, la cui economia, di stampo essenzialmente rurale, è sorretta inoltre da alcune imprese industriali di piccole dimensioni e dalla commercializzazione del vino Aglianico. Più della metà dei castellesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, vive concentrata nel capoluogo comunale, adagiato sul declivio di un colle e lambito dalle acque del fiume Calore; il resto della comunità si divide invece tra la località di Vallicelli, alcuni aggregati urbani elementari e un buon numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale è composto per la maggior parte da terreni argillosi e arenarie plioceniche, su cui il fiume descrive piccole anse; è caratterizzato, inoltre, da un profilo geometrico dolcemente ondulato, con rilievi collinari coltivati a vigneti, oliveti e seminativi che si succedono a perdita d’occhio. Castagni da frutto e boschi cedui di cerri e conifere rivestono le pendici dei rilievi più elevati mentre sulle sponde dei corsi d’acqua cresce florida la vegetazione riparia, composta in prevalenza da pioppi, salici e ontani napoletani.

Centro collinare di origini medievali, la cui economia, di stampo essenzialmente rurale, è sorretta inoltre da alcune imprese industriali di piccole dimensioni e dalla commercializzazione del vino Aglianico. Più della metà dei castellesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nei valori medi, vive concentrata nel capoluogo comunale, adagiato sul declivio di un colle e lambito dalle acque del fiume Calore; il resto della comunità si divide invece tra la località di Vallicelli, alcuni aggregati urbani elementari e un buon numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale è composto per la maggior parte da terreni argillosi e arenarie plioceniche, su cui il fiume descrive piccole anse; è caratterizzato, inoltre, da un profilo geometrico dolcemente ondulato, con rilievi collinari coltivati a vigneti, oliveti e seminativi che si succedono a perdita d’occhio. Castagni da frutto e boschi cedui di cerri e conifere rivestono le pendici dei rilievi più elevati mentre sulle sponde dei corsi d’acqua cresce florida la vegetazione riparia, composta in prevalenza da pioppi, salici e ontani napoletani.

Storia

Sorse probabilmente nel IX secolo d.C. come CASTRUM FRANCORUM, fortificazione eretta a guardia del ducato di Benevento dai franchi discesi in Italia al fianco di Ludovico II il Germanico. In epoca normanna fu amministrata da Guaimario Saraceno, signore di Montemarano; dopo essere stata governata da diversi signori locali, fu acquisita da Giovanni Virgato (1270), da Giovanni della Leonessa e dalla famiglia Della Marra. Colpita duramente dalla peste del 1348, rifiorì significativamente soltanto nel XVI secolo, durante la dominazione spagnola. Nel 1980 fu devastata dal violento terremoto che sconvolse tutta l’Irpinia. Il toponimo, citato nel Catalogus Baronum (1150-1168), è un composto di CASTELLUM –diminutivo del sostantivo latino CASTRUM, ‘castello, fortezza’– e dell’aggettivo FRANCUS, ‘franco’. La parrocchiale di Santa Maria del Soccorso, accuratamente restaurata dopo il sisma del 1980, conserva, disposti simmetricamente sulla facciata, tre magnifici portali settecenteschi in pietra nonché un campanile interamente rifatto; nell’interno, a tre navate, si possono ammirare una tavola raffigurante la Madonna del Soccorso e un’immagine dell’Immacolata, entrambe attribuite a Matteo Vigilante, pittore del XVIII secolo. La chiesa di San Nicola di Bari, la cui facciata è ornata da riquadri decorativi in tufo e da un portale tardo-rinascimentale, è fiancheggiata da un robusto campanile, sormontato da una cella campanaria di forma ottagonale.

Sorse probabilmente nel IX secolo d.C. come CASTRUM FRANCORUM, fortificazione eretta a guardia del <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=DUCATODIBENEVENTO'>ducato di Benevento</a> dai franchi discesi in Italia al fianco di Ludovico II il Germanico. In epoca <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=NORMANNA'>normanna</a> fu amministrata da Guaimario Saraceno, signore di Montemarano; dopo essere stata governata da diversi signori locali, fu acquisita da Giovanni Virgato (1270), da Giovanni della Leonessa e dalla famiglia Della Marra. Colpita duramente dalla peste del 1348, rifiorì significativamente soltanto nel XVI secolo, durante la dominazione spagnola. Nel 1980 fu devastata dal violento terremoto che sconvolse tutta l’Irpinia. Il toponimo, citato nel <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=CAM&parola=CATALOGUSBARONUM'>Catalogus Baronum</a> (1150-1168), è un composto di CASTELLUM –diminutivo del sostantivo latino CASTRUM, ‘castello, fortezza’– e dell’aggettivo FRANCUS, ‘franco’. La parrocchiale di Santa Maria del Soccorso, accuratamente restaurata dopo il sisma del 1980, conserva, disposti simmetricamente sulla facciata, tre magnifici portali settecenteschi in pietra nonché un campanile interamente rifatto; nell’interno, a tre navate, si possono ammirare una tavola raffigurante la Madonna del Soccorso e un’immagine dell’Immacolata, entrambe attribuite a Matteo Vigilante, pittore del XVIII secolo. La chiesa di San Nicola di Bari, la cui facciata è ornata da riquadri decorativi in tufo e da un portale tardo-rinascimentale, è fiancheggiata da un robusto campanile, sormontato da una cella campanaria di forma ottagonale.

Economia

Le attività agricole, che costituiscono ancora una delle principali risorse dell’economia castellese, sono specializzate nella produzione di cereali, uva e olive e alimentano l’industria di trasformazione alimentare; il settore secondario, caratterizzato da dimensioni aziendali artigianali, comprende anche i comparti delle confezioni, della pelletteria e della lavorazione dei metalli; all’interno del settore terziario i servizi privati, che includono quello qualificato delle assicurazioni, si affiancano a un discreto numero di esercizi commerciali. Manca il servizio bancario. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è sprovvista di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno mentre un ufficio sanitario, un consultorio familiare e un punto di vaccinazione garantiscono l’assistenza sanitaria.

Le attività agricole, che costituiscono ancora una delle principali risorse dell’economia castellese, sono specializzate nella produzione di cereali, uva e olive e alimentano l’industria di trasformazione alimentare; il settore secondario, caratterizzato da dimensioni aziendali artigianali, comprende anche i comparti delle confezioni, della pelletteria e della lavorazione dei metalli; all’interno del settore terziario i servizi privati, che includono quello qualificato delle assicurazioni, si affiancano a un discreto numero di esercizi commerciali. Manca il servizio bancario. Sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è sprovvista di strutture di rilievo preposte alla conservazione e alla divulgazione del patrimonio culturale; l’apparato ricettivo offre possibilità di ristorazione ma non di soggiorno mentre un ufficio sanitario, un consultorio familiare e un punto di vaccinazione garantiscono l’assistenza sanitaria.

Relazioni

Oltre che dalla tranquillità del paesaggio rurale e dalla bontà del locale vino Aglianico, i visitatori sono richiamati anche da numerose manifestazioni tradizionali: tra quelle di carattere religioso figura la festa di Santa Maria del Soccorso (prima domenica di maggio) mentre tra quelle di carattere gastronomico-fieristico si ricordano la “Mostra annuale dei vini d’Irpinia”, rivolta a produttori e intenditori provenienti dall’intera regione ma aperta anche agli appassionati e ai curiosi, le sagre del “cavatiello” (18-20 agosto) e della “maccaronata” (20-31 agosto), dedicate ai piatti tipici castellesi, e la grande fiera campionaria del bestiame (primo sabato del mese). Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 9 maggio.

Oltre che dalla tranquillità del paesaggio rurale e dalla bontà del locale vino Aglianico, i visitatori sono richiamati anche da numerose manifestazioni tradizionali: tra quelle di carattere religioso figura la festa di Santa Maria del Soccorso (prima domenica di maggio) mentre tra quelle di carattere gastronomico-fieristico si ricordano la “Mostra annuale dei vini d’Irpinia”, rivolta a produttori e intenditori provenienti dall’intera regione ma aperta anche agli appassionati e ai curiosi, le sagre del “cavatiello” (18-20 agosto) e della “maccaronata” (20-31 agosto), dedicate ai piatti tipici castellesi, e la grande fiera campionaria del bestiame (primo sabato del mese). Il Patrono, San Nicola, si festeggia il 9 maggio.

Località

Perillo, Sant'Eustachio, Vallicelli

Perillo, Sant'Eustachio, Vallicelli

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castelfranci rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.