Descrizione

Centro di pianura, di antica origine, che presenta un quadro economico composto sia dall'agricoltura che dall'industria. La comunità dei casteldariesi, che fa registrare un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, è concentrata prevalentemente nel capoluogo comunale ma qualche nucleo familiare risiede anche nelle località di Susano e Villagrossa. L'assetto geomorfologico del territorio, molto regolare, determina un paesaggio completamente piatto e uniforme. È lambita dalle acque del fiume Tione e del canale Molinella, che vengono sfruttate per irrigare i campi. L'abitato (dall'andamento plano-altimetrico pianeggiante) è interessato da un processo di espansione edilizia, che si rivolge però verso la periferia; il centro è rimasto invece pressoché inalterato, con i suoi palazzi storici affacciati su via XX Settembre e su piazza Garibaldi, che rappresenta il fulcro della vita sociale dei casteldariesi. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, riproduce un castello in rovina. La redazione non ne ha ottenuto l'autorizzazione alla riproduzione.

Centro di pianura, di antica origine, che presenta un quadro economico composto sia dall'agricoltura che dall'industria. La comunità dei casteldariesi, che fa registrare un indice di vecchiaia chiaramente superiore alla media, è concentrata prevalentemente nel capoluogo comunale ma qualche nucleo familiare risiede anche nelle località di Susano e Villagrossa. L'assetto geomorfologico del territorio, molto regolare, determina un paesaggio completamente piatto e uniforme. È lambita dalle acque del fiume Tione e del canale Molinella, che vengono sfruttate per irrigare i campi. L'abitato (dall'andamento plano-altimetrico pianeggiante) è interessato da un processo di espansione edilizia, che si rivolge però verso la periferia; il centro è rimasto invece pressoché inalterato, con i suoi palazzi storici affacciati su via XX Settembre e su piazza Garibaldi, che rappresenta il fulcro della vita sociale dei casteldariesi. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, riproduce un castello in rovina. La redazione non ne ha ottenuto l'autorizzazione alla riproduzione.

Storia

Denominata in passato con la sola prima parte del toponimo, nel 1867 aggiunse la seconda, che potrebbe derivare da un centurione romano Ario o Dario: questi avrebbe costruito nella zona un fortilizio difensivo di tipo militare, attorno al quale in seguito, si sarebbe creato il primo nucleo abitato. Durante gli anni del Sacro Romano Impero il monarca Enrico IV concesse in feudo l'intero territorio comunale al vescovo di Trento. Nella seconda metà del XIII secolo fu ceduta alla mantovana famiglia Bonacolsi, che se ne vide confermato il possesso da Arrigo VII, agli inizi del XIV secolo. Di lì a poco, però, passò nelle mani dei Gonzaga, che subito dopo vendettero il feudo agli Scaligeri di Verona. Tale situazione rimase inalterata per circa venticinque anni. Agli inizi del '700 tornò a far parte dei possedimenti del vescovo di Trento, che ne ebbe la proprietà fin verso la fine del XVIII secolo, quando giunsero i francesi. Una delle emergenze architettoniche più significa tive sotto il profilo storico-artistico è sicuramente il castello, dove le cronache raccontano che fu rinchiuso Francesco Pico della Mirandola con i suoi due figli, che furono lasciati morire di fame. Per l'architettura di tipo sacro vale la pena di ricordare la secentesca chiesa di Santa Maria Assunta, sita in località Susano.

Denominata in passato con la sola prima parte del toponimo, nel 1867 aggiunse la seconda, che potrebbe derivare da un centurione romano Ario o Dario: questi avrebbe costruito nella zona un fortilizio difensivo di tipo militare, attorno al quale in seguito, si sarebbe creato il primo nucleo abitato. Durante gli anni del Sacro Romano Impero il monarca Enrico IV concesse in feudo l'intero territorio comunale al vescovo di Trento. Nella seconda metà del XIII secolo fu ceduta alla mantovana famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=BONACOLSI'>Bonacolsi</a>, che se ne vide confermato il possesso da Arrigo VII, agli inizi del XIV secolo. Di lì a poco, però, passò nelle mani dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=GONZAGA'>Gonzaga</a>, che subito dopo vendettero il feudo agli Scaligeri di Verona. Tale situazione rimase inalterata per circa venticinque anni. Agli inizi del '700 tornò a far parte dei possedimenti del vescovo di Trento, che ne ebbe la proprietà fin verso la fine del XVIII secolo, quando giunsero i francesi. Una delle emergenze architettoniche più significa tive sotto il profilo storico-artistico è sicuramente il castello, dove le cronache raccontano che fu rinchiuso Francesco Pico della Mirandola con i suoi due figli, che furono lasciati morire di fame. Per l'architettura di tipo sacro vale la pena di ricordare la secentesca chiesa di Santa Maria Assunta, sita in località Susano.

Economia

Ai consueti uffici municipali e postali si aggiunge la stazione dei carabinieri. L'agricoltura è legata alle classiche coltivazioni della pianura padana (quali cereali, frutta, ortaggi, foraggi ed uve); la vivacità del primario si esprime anche nell'allevamento di bovini, suini e avicoli. Per quanto riguarda il secondario, al comparto alimentare si aggiungono quello tessile e dell'abbigliamento (che comprende la produzione di articoli in pelle e calzature), quello metallurgico e quello edile. Il terziario, inoltre, annovera il servizio bancario e una rete distributiva tale da soddisfare le necessità essenziali degli abitanti. Il comune è privo di strutture sociali di rilievo (quali asili nido e case di riposo) mentre quelle scolastiche garantiscono l'istruzione obbligatoria ma non sono affiancate da biblioteche o musei, che possano servire ad approfondire personalmente la cultura. La capacità ricettiva è discreta, per la varietà dell'offerta: assicura ristorazione e soggiorno. Il servizio sanitario minimo è assicurato dalla farmacia locale.

Ai consueti uffici municipali e postali si aggiunge la stazione dei carabinieri. L'agricoltura è legata alle classiche coltivazioni della pianura padana (quali cereali, frutta, ortaggi, foraggi ed uve); la vivacità del primario si esprime anche nell'allevamento di bovini, suini e avicoli. Per quanto riguarda il secondario, al comparto alimentare si aggiungono quello <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=TESSILE'>tessile</a> e dell'abbigliamento (che comprende la produzione di articoli in pelle e <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=CALZATURE'>calzature</a>), quello metallurgico e quello edile. Il terziario, inoltre, annovera il servizio bancario e una rete distributiva tale da soddisfare le necessità essenziali degli abitanti. Il comune è privo di strutture sociali di rilievo (quali asili nido e case di riposo) mentre quelle scolastiche garantiscono l'istruzione obbligatoria ma non sono affiancate da biblioteche o musei, che possano servire ad approfondire personalmente la cultura. La capacità ricettiva è discreta, per la varietà dell'offerta: assicura ristorazione e soggiorno. Il servizio sanitario minimo è assicurato dalla farmacia locale.

Relazioni

Abbastanza frequentata per turismo e per lavoro, intrattiene con il circondario anche rapporti di dipendenza, legati alla necessità di usufruire dei servizi e degli uffici non presenti sul posto nonché alla ricerca di lavoro e di stimoli culturali: i giovani, ad esempio, si recano nel capoluogo di provincia non solo per motivi di studio ma anche per trascorrervi il tempo libero o per raggiungere le strutture sportive adatte alle loro necessità di svago dinamico. Sin dall'Ottocento viene organizzata una festa che attira numerose presenze dal circondario: la caratteristica "bigolada" (che si tiene il mercoledì delle ceneri), una spaghettata nel corso della quale si cucinano alcuni quintali di pasta condita con aglio, olio ed acciughe salate. In agosto, poi, per quattro giorni (a partire dal terzo sabato del mese) si tiene una sagra, che include una gara ciclistica e culmina con un caleidoscopico spettacolo di fuochi d'artificio. La festa patronale, in onore dell'Assunzione della Vergine, viene celebrata il 15 agosto con solenni cerimonie. Ha dato i natali al celebre pilota automobilistico Tazio Nuvolari.

Abbastanza frequentata per turismo e per lavoro, intrattiene con il circondario anche rapporti di dipendenza, legati alla necessità di usufruire dei servizi e degli uffici non presenti sul posto nonché alla ricerca di lavoro e di stimoli culturali: i giovani, ad esempio, si recano nel capoluogo di provincia non solo per motivi di studio ma anche per trascorrervi il tempo libero o per raggiungere le strutture sportive adatte alle loro necessità di svago dinamico. Sin dall'Ottocento viene organizzata una festa che attira numerose presenze dal circondario: la caratteristica "bigolada" (che si tiene il mercoledì delle ceneri), una spaghettata nel corso della quale si cucinano alcuni quintali di pasta condita con aglio, olio ed acciughe salate. In agosto, poi, per quattro giorni (a partire dal terzo sabato del mese) si tiene una sagra, che include una gara ciclistica e culmina con un caleidoscopico spettacolo di fuochi d'artificio. La festa patronale, in onore dell'Assunzione della Vergine, viene celebrata il 15 agosto con solenni cerimonie. Ha dato i natali al celebre pilota automobilistico Tazio Nuvolari.

Località

Susano, Villa, Villagrossa

Susano, Villa, Villagrossa

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Castel d'Ario rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.