Descrizione

Centro collinare, sorto in epoca tardo-medievale in un territorio popolato già nell’antichità; è sorretto dal comparto industriale delle confezioni e dal terziario. Si tratta di un “comune sparso”, con sede in località Piattoni: qui si concentra la maggioranza dei casteldilamensi, con un indice di vecchiaia nella media; il resto della comunità si distribuisce invece in alcune case sparse e in minuscoli aggregati urbani. Per effetto del processo di espansione edilizia il tessuto abitativo, formato da una successione di piccoli nuclei detti “ville” e costituito perlopiù da moderne abitazioni, si è fuso urbanisticamente con la località di Villa Sant’Antonio del comune di Ascoli Piceno. Tutt’intorno si distendono morbidi rilievi collinari coperti di appezzamenti coltivati e vigneti mentre in lontananza si scorge l’alta cima della montagna dei Fiori. Dal punto di vista della suddivisione interna, lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “trinciato”: da un lato sono raffigurate, su fondo rosso, una stella a sei raggi d’oro e una banda “diminuita” azzurra, posta sulla linea di partizione; dall’altro lato figura invece una torre rossa a due palchi, posta in campo d’argento e merlata “alla guelfa”; la costruzione è fondata su un monte verde percorso da una strada sterrata, che va dalla porta d’accesso alla punta dello scudo.

Centro collinare, sorto in epoca tardo-medievale in un territorio popolato già nell’antichità; è sorretto dal comparto industriale delle confezioni e dal terziario. Si tratta di un “comune sparso”, con sede in località Piattoni: qui si concentra la maggioranza dei casteldilamensi, con un indice di vecchiaia nella media; il resto della comunità si distribuisce invece in alcune case sparse e in minuscoli aggregati urbani. Per effetto del processo di espansione edilizia il tessuto abitativo, formato da una successione di piccoli nuclei detti “ville” e costituito perlopiù da moderne abitazioni, si è fuso urbanisticamente con la località di Villa Sant’Antonio del comune di Ascoli Piceno. Tutt’intorno si distendono morbidi rilievi collinari coperti di appezzamenti coltivati e vigneti mentre in lontananza si scorge l’alta cima della montagna dei Fiori. Dal punto di vista della suddivisione interna, lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “trinciato”: da un lato sono raffigurate, su fondo rosso, una stella a sei raggi d’oro e una banda “diminuita” azzurra, posta sulla linea di partizione; dall’altro lato figura invece una torre rossa a due palchi, posta in campo d’argento e merlata “alla <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFA'>guelfa</a>”; la costruzione è fondata su un monte verde percorso da una strada sterrata, che va dalla porta d’accesso alla punta dello scudo.

Storia

Il territorio comunale ospitò insediamenti romani, come testimoniano numerosi reperti archeologici; tra il 1206 e il 1258, inoltre, divenne sede di un monastero femminile cistercense e nel tardo Medioevo del castello di Lama, appartenente alla famiglia ascolana degli Odoardi, di parte guelfa. Nei secoli seguenti fu coinvolta negli scontri tra i fautori dell’egemonia politica del Papato e la fazione ghibellina; al fianco di Ascoli partecipò inoltre alle lotte contro la potente Fermo. Il 6 dicembre 1543 divenne libero comune e nel 1556 partecipò alla seconda guerra del Tronto, entrando successivamente a far parte dello Stato Pontificio. Invasa dai francesi alla fine del Settecento, tornò alla Chiesa con la caduta del Regno Italico napoleonico. Fino al 1862 il toponimo è stato semplicemente Lama, termine d’origine latina, usato in toponomastica per indicare una ‘campagna paludosa’, nonché nome del torrente che lambisce l’abitato. La chiesa di Santa Maria in Mignano (già Santa Maria in Lama), iniziata nel 1504, è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli successivi e ha assunto un aspetto a metà tra il tardo barocco e il neoclassico; nel suo interno è custodita una croce in rame dorato su supporto ligneo, di scuola marchigiana cinquecentesca. Le numerose ville signorili che costellano il territorio comunale rappresentano grandiosi esempi di architettura civile settecentesca. Cippi miliari dell’antica via Salaria sono ancora visibili ai margini dell’abitato.

Il territorio comunale ospitò insediamenti romani, come testimoniano numerosi reperti archeologici; tra il 1206 e il 1258, inoltre, divenne sede di un monastero femminile cistercense e nel tardo Medioevo del castello di Lama, appartenente alla famiglia ascolana degli Odoardi, di parte <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GUELFA'>guelfa</a>. Nei secoli seguenti fu coinvolta negli scontri tra i fautori dell’egemonia politica del Papato e la fazione <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=MAR&parola=GHIBELLINA'>ghibellina</a>; al fianco di Ascoli partecipò inoltre alle lotte contro la potente Fermo. Il 6 dicembre 1543 divenne libero comune e nel 1556 partecipò alla seconda guerra del Tronto, entrando successivamente a far parte dello Stato Pontificio. Invasa dai francesi alla fine del Settecento, tornò alla Chiesa con la caduta del Regno Italico napoleonico. Fino al 1862 il toponimo è stato semplicemente Lama, termine d’origine latina, usato in toponomastica per indicare una ‘campagna paludosa’, nonché nome del torrente che lambisce l’abitato. La chiesa di Santa Maria in Mignano (già Santa Maria in Lama), iniziata nel 1504, è stata rimaneggiata più volte nel corso dei secoli successivi e ha assunto un aspetto a metà tra il tardo barocco e il neoclassico; nel suo interno è custodita una croce in rame dorato su supporto ligneo, di scuola marchigiana cinquecentesca. Le numerose ville signorili che costellano il territorio comunale rappresentano grandiosi esempi di architettura civile settecentesca. Cippi miliari dell’antica via Salaria sono ancora visibili ai margini dell’abitato.

Economia

Solo un’esigua percentuale della forza-lavoro locale è ancora dedita alle tradizionali attività agricole, specializzate nella produzione di cereali, ortaggi, frutta, olive e uva da vino –la viticoltura è alla base della produzione di ottimi vini, quali il Rosso Piceno e il Falerio dei Colli Ascolani–; l’industria appare particolarmente dinamica nel comparto delle confezioni ma non è in grado di assorbire tutta la manodopera locale impiegata nel settore secondario; un adeguato numero di esercizi commerciali e di servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni, completano il quadro dell’economia casteldilamense. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è sprovvisto di rilevanti strutture culturali; l’assistenza sanitaria è garantita da un presidio distrettuale e dalla farmacia; l’apparato ricettivo include esercizi di ristoro e strutture per il soggiorno.

Solo un’esigua percentuale della forza-lavoro locale è ancora dedita alle tradizionali attività agricole, specializzate nella produzione di cereali, ortaggi, frutta, olive e uva da vino –la viticoltura è alla base della produzione di ottimi vini, quali il Rosso Piceno e il Falerio dei Colli Ascolani–; l’industria appare particolarmente dinamica nel comparto delle confezioni ma non è in grado di assorbire tutta la manodopera locale impiegata nel settore secondario; un adeguato numero di esercizi commerciali e di servizi qualificati, come il credito e le assicurazioni, completano il quadro dell’economia casteldilamense. Il comune, sede degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado ma è sprovvisto di rilevanti strutture culturali; l’assistenza sanitaria è garantita da un presidio distrettuale e dalla farmacia; l’apparato ricettivo include esercizi di ristoro e strutture per il soggiorno.

Relazioni

Posta a breve distanza dal fiume Tronto, meta di appassionati della pesca sportiva (è ricco di trote e barbi), è interessata soprattutto da flussi turistici di transito. La più importante occasione di aggregazione e d’intrattenimento è rappresentata dalla “Festa della birra e delle specialità gastronomiche locali”, che si tiene nell’ultima decade di luglio. I festeggiamenti patronali in onore del Santissimo Crocifisso hanno luogo il 14 settembre.

Posta a breve distanza dal fiume Tronto, meta di appassionati della pesca sportiva (è ricco di trote e barbi), è interessata soprattutto da flussi turistici di transito. La più importante occasione di aggregazione e d’intrattenimento è rappresentata dalla “Festa della birra e delle specialità gastronomiche locali”, che si tiene nell’ultima decade di luglio. I festeggiamenti patronali in onore del Santissimo Crocifisso hanno luogo il 14 settembre.

Località

Cabbiano, Cerreto, Cese, Piattoni, Villa Chiarini, Villa Sant'Antonio, Villa Valentino

Cabbiano, Cerreto, Cese, Piattoni, Villa Chiarini, Villa Sant'Antonio, Villa Valentino