Descrizione

Piccola comunità di montagna, di origine antica, con un’economia basata sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I carreghini, che presentano un indice di vecchiaia da primato, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche in aggregati urbani minori, nonché in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.669 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia e posto su un ampio ripiano, presenta un andamento plano-altimetrico tipico di montagna.

Piccola comunità di montagna, di origine antica, con un’economia basata sulle tradizionali attività agricole, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I carreghini, che presentano un indice di vecchiaia da primato, vivono oltre che nel capoluogo comunale, anche in aggregati urbani minori, nonché in case sparse. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate: si raggiungono i 1.669 metri di quota. L’abitato, interessato da espansione edilizia e posto su un ampio ripiano, presenta un andamento plano-altimetrico tipico di montagna.

Storia

Il toponimo è attestato, sin dal 1257, come “Carega”, derivante dal latino CARRATICA, ‘via carraia’. Questa denominazione troverebbe spiegazione nella localizzazione dell’insediamento –all’incrocio di vie liguri commerciali– e nell’attività del “mulattiere” svolta dagli abitanti per il trasporto di merci da Genova alla Lombardia. Le sue origini, sulla base di alcuni ritrovamenti di laterizi, sembrano risalire al I secolo d.C. Durante l’epoca medievale appartenne al vescovado di Tortona, come appare da un atto del 1157 in cui papa Adriano IV la riconferma come proprietà episcopale. Nel 1225 si assistette al passaggio, come feudo, ai signori di Montalto e, più tardi, alla famiglia dei Fieschi di Genova e a quella dei Doria, sotto cui rimase a lungo tempo con titolo marchionale. La sua storia recente è caratterizzata da un lento processo di decadimento, generato principalmente dai movimenti di emigrazione verso i vicini comuni di Genova e Novi Ligure. I suoi emblemi monumentali sono: i resti dell’antico castello, posti su un’altura sovrastante il borgo; la parrocchiale di San Giuliano, risalente al XV secolo, dal campanile con cuspide a cipolla tipico della zona; una chiesa del XII secolo, un tempo grangia dell’abbazia cistercense di Rivalta Scrivia.

Il toponimo è attestato, sin dal 1257, come “Carega”, derivante dal latino CARRATICA, ‘via carraia’. Questa denominazione troverebbe spiegazione nella localizzazione dell’insediamento –all’incrocio di vie <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=LIGURI'>liguri</a> commerciali– e nell’attività del “mulattiere” svolta dagli abitanti per il trasporto di merci da Genova alla Lombardia. Le sue origini, sulla base di alcuni ritrovamenti di laterizi, sembrano risalire al I secolo d.C. Durante l’epoca medievale appartenne al vescovado di Tortona, come appare da un atto del 1157 in cui <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=PAPAADRIANOIV'>papa Adriano IV</a> la riconferma come proprietà episcopale. Nel 1225 si assistette al passaggio, come feudo, ai signori di Montalto e, più tardi, alla famiglia dei Fieschi di Genova e a quella dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=PIE&parola=DORIA'>Doria</a>, sotto cui rimase a lungo tempo con titolo marchionale. La sua storia recente è caratterizzata da un lento processo di decadimento, generato principalmente dai movimenti di emigrazione verso i vicini comuni di Genova e Novi Ligure. I suoi emblemi monumentali sono: i resti dell’antico castello, posti su un’altura sovrastante il borgo; la parrocchiale di San Giuliano, risalente al XV secolo, dal campanile con cuspide a cipolla tipico della zona; una chiesa del XII secolo, un tempo grangia dell’abbazia cistercense di Rivalta Scrivia.

Economia

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali. Le caratteristiche orografiche dell’area hanno condizionato lo sviluppo dell’economia: esclusa la possibilità di praticare l’agricoltura su vasta scala, il settore primario si basa sulla produzione di ortaggi (patate) e foraggi e sull’allevamento di bovini, caprini, equini e avicoli; è praticata anche la silvicoltura. Il settore industriale si compone di un numero molto esiguo di attività produttive che operano solamente nei comparti dell’edilizia e della lavorazione del legno. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva, di cui si compone, è comunque sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado; le strutture culturali sono rappresentate dal museo della cultura popolare contadina dell’alta val Borbera, che, oltre a essere ricco di attrezzi e arredi agricoli, illustra le particolarità etnografiche della stessa valle. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario sul posto non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Ospita unicamente i consueti uffici municipali e postali. Le caratteristiche orografiche dell’area hanno condizionato lo sviluppo dell’economia: esclusa la possibilità di praticare l’agricoltura su vasta scala, il settore primario si basa sulla produzione di ortaggi (patate) e foraggi e sull’allevamento di bovini, caprini, equini e avicoli; è praticata anche la silvicoltura. Il settore industriale si compone di un numero molto esiguo di attività produttive che operano solamente nei comparti dell’edilizia e della lavorazione del legno. Modesta è anche la presenza del terziario: non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario, ma la rete distributiva, di cui si compone, è comunque sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. Per il sociale, lo sport e il tempo libero mancano strutture di una certa rilevanza. Mancano scuole di ogni ordine e grado; le strutture culturali sono rappresentate dal museo della cultura popolare contadina dell’alta val Borbera, che, oltre a essere ricco di attrezzi e arredi agricoli, illustra le particolarità etnografiche della stessa valle. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, di soggiorno. A livello sanitario sul posto non è assicurato nemmeno il servizio farmaceutico.

Relazioni

Immersa in un suggestivo ambiente montano, è meta turistica, e offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare piacevoli soggiorni, gustando i semplici ma genuini prodotti del luogo, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale ed effettuando interessanti escursioni nei dintorni; è inoltre base di partenza ideale per raggiungere il vicino Parco Naturale dell’Antola. La Comunità montana d’appartenenza organizza delle rassegne enogastronomiche conosciute come “Primavera e Autunno gastronomici”. La festa del Patrono, San Giuliano, si celebra il 9 gennaio.

Immersa in un suggestivo ambiente montano, è meta turistica, e offre a quanti vi si rechino la possibilità di effettuare piacevoli soggiorni, gustando i semplici ma genuini prodotti del luogo, godendo delle bellezze dell’ambiente naturale ed effettuando interessanti escursioni nei dintorni; è inoltre base di partenza ideale per raggiungere il vicino Parco Naturale dell’Antola. La Comunità montana d’appartenenza organizza delle rassegne enogastronomiche conosciute come “Primavera e Autunno gastronomici”. La festa del Patrono, San Giuliano, si celebra il 9 gennaio.

Località

Agneto, Cartasegna, Connio, Daglio, Fontanachiusa, San Clemente, Vegni

Agneto, Cartasegna, Connio, Daglio, Fontanachiusa, San Clemente, Vegni

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Carrega Ligure rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.