Descrizione

Piccola comunità di origini molto antiche dislocata nella parte nord-orientale dell'isola (marittima), su di un promontorio da cui si domina il porticciolo. La comunità dei capraiesi, che ingloba una colonia penale agricola, fa registrare un indice di vecchiaia medio-basso. Essa trae ormai il proprio sostentamento soprattutto dal turismo, attratto dalla bellezza aspra e incorrotta dei luoghi. L'isola si staglia fra cielo e mare con un profilo molto accidentato; i rilievi collinari che vi si inseguono sono di natura vulcanica ed offrono un fertile sostrato alla vegetazione boschiva che si concentra in chiazze verde cupo lungo i declivi e sulle vette. Questa tipica configurazione geomorfologica non risparmia le coste, che si offrono allo sguardo scoscese, selvagge e rese ancor più suggestive da numerose grotte. Tutto concorre in sostanza a definire un paesaggio scabro e pittoresco ad un tempo, non ultimi quei solchi tortuosi detti "vadi" che incidono la superficie come rughe profonde. Nello stemma, concesso con Regio Decreto, l'immagine del castello emergente dal mare simboleggia la tormentata storia dell'isola e in particolare ricorda la fortezza di S. Giorgio. La croce rossa su fondo argentato sovrastante il castello è invece emblema della signoria esercitata sull'isola dalla repubblica di Genova e dal Banco di S. Giorgio.  

Piccola comunità di origini molto antiche dislocata nella parte nord-orientale dell'isola (marittima), su di un promontorio da cui si domina il porticciolo. La comunità dei capraiesi, che ingloba una colonia penale agricola, fa registrare un indice di vecchiaia medio-basso. Essa trae ormai il proprio sostentamento soprattutto dal turismo, attratto dalla bellezza aspra e incorrotta dei luoghi. L'isola si staglia fra cielo e mare con un profilo molto accidentato; i rilievi collinari che vi si inseguono sono di natura vulcanica ed offrono un fertile sostrato alla vegetazione boschiva che si concentra in chiazze verde cupo lungo i declivi e sulle vette. Questa tipica configurazione geomorfologica non risparmia le coste, che si offrono allo sguardo scoscese, selvagge e rese ancor più suggestive da numerose grotte. Tutto concorre in sostanza a definire un paesaggio scabro e pittoresco ad un tempo, non ultimi quei solchi tortuosi detti "vadi" che incidono la superficie come rughe profonde. Nello stemma, concesso con Regio Decreto, l'immagine del castello emergente dal mare simboleggia la tormentata storia dell'isola e in particolare ricorda la fortezza di S. Giorgio. La croce rossa su fondo argentato sovrastante il castello è invece emblema della signoria esercitata sull'isola dalla repubblica di Genova e dal Banco di S. Giorgio.  

Storia

In epoca romana l'isola offrì asilo ad un covo di pirati sgominati da Pompeo nel 67 a.C. Liberata dalla loro nefasta presenza, essa potè ospitare una comunità di monaci nel IV sec. d.C. Pisa, Genova e Firenze fecero sentire la loro influenza sui luoghi, ma fu alfine la gloriosa repubblica di Genova ad avere la meglio, dapprima per il tramite di una sua illustre famiglia, quella dei Mari, poi del Banco di S. Giorgio ed infine in modo diretto. In seguito alla ridefinizione dei confini degli stati italiani dettata dal Congresso di Vienna, la località fu assegnata al Regno di Sardegna e soltanto nel 1925 passò dalla provincia di Genova a quella di Livorno. Il legame un tempo molto forte con la città ligure ha lasciato una traccia tangibile su questo frammento di terra circondato dai flutti: in cima ad un rilievo che si protende sul mare si erge incolume l'antico forte di S. Giorgio, che ormai da oltre un secolo ospita una casa di pena.  

In epoca romana l'isola offrì asilo ad un covo di pirati sgominati da Pompeo nel 67 a.C. Liberata dalla loro nefasta presenza, essa potè ospitare una comunità di monaci nel IV sec. d.C. Pisa, Genova e Firenze fecero sentire la loro influenza sui luoghi, ma fu alfine la gloriosa repubblica di Genova ad avere la meglio, dapprima per il tramite di una sua illustre famiglia, quella dei Mari, poi del Banco di S. Giorgio ed infine in modo diretto. In seguito alla ridefinizione dei confini degli stati italiani dettata dal Congresso di Vienna, la località fu assegnata al Regno di Sardegna e soltanto nel 1925 passò dalla provincia di Genova a quella di Livorno. Il legame un tempo molto forte con la città ligure ha lasciato una traccia tangibile su questo frammento di terra circondato dai flutti: in cima ad un rilievo che si protende sul mare si erge incolume l'antico forte di S. Giorgio, che ormai da oltre un secolo ospita una casa di pena.  

Economia

Attualmente l'impulso all'autosegregazione, intrinseco alla loro natura di isolani, si somma negli abitanti del posto ad una scarsa disponibilità all'apertura e al confronto con la realtà esterna. Se è vero che le difficoltà in cui versa l'economia locale hanno determinato una tendenza alla fuga da parte delle nuove generazioni è altrettanto vero che le risorse dell'isola sono più che sufficienti a garantire elevati valori di reddito a quanti hanno preferito restare. Scendendo nel dettaglio, bisogna dire che la natura accidentata del territorio non ha mai consentito un grande sviluppo dell'agricoltura, se si fa eccezione per la coltivazione della vite che continua a trainare una buona produzione enologica. La principale fonte di reddito è rappresentata comunque dal terziario turistico, vero artefice del potenziamento e dell'ammodernamento delle locali strutture, soprattutto di quelle ricettive: sulla modesta estensione dell'isola trovano posto tre residence, un albergo, un campeggio e svariati ristoranti, senza contare che il porto è stato predisposto all'ormeggio di navi di piccolo tonnellaggio. I turisti che affluiscono in gran numero sul posto hanno modo di praticare sport avventurosi come la pesca subacquea, beneficiando delle attrezzature messe a disposizione da un centro di immersione subacquea e rispettando naturalmente la normativa imposta dalla cooperativa che gestisce il parco naturale di Capraia. Tanta ricchezza e meticolosa organizzazione è riservata in modo quasi esclusivo all'accoglimento dei visitatori. La popolazione locale è invece quotidianamente costretta a scontrarsi con la deplorevole carenza di infrastrutture dei servizi: in questo piccolo comune, infatti, è possibile frequentare esclusivamente la scuola dell'obbligo; sono totalmente assenti anche le più comuni strutture atte alla diffusione e alla salvaguardia della cultura e, per finire, quelle sanitarie offrono soltanto servizi ambulatoriali e di pronto intervento.  

Attualmente l'impulso all'autosegregazione, intrinseco alla loro natura di isolani, si somma negli abitanti del posto ad una scarsa disponibilità all'apertura e al confronto con la realtà esterna. Se è vero che le difficoltà in cui versa l'economia locale hanno determinato una tendenza alla fuga da parte delle nuove generazioni è altrettanto vero che le risorse dell'isola sono più che sufficienti a garantire elevati valori di reddito a quanti hanno preferito restare. Scendendo nel dettaglio, bisogna dire che la natura accidentata del territorio non ha mai consentito un grande sviluppo dell'agricoltura, se si fa eccezione per la coltivazione della vite che continua a trainare una buona produzione enologica. La principale fonte di reddito è rappresentata comunque dal terziario turistico, vero artefice del potenziamento e dell'ammodernamento delle locali strutture, soprattutto di quelle ricettive: sulla modesta estensione dell'isola trovano posto tre residence, un albergo, un campeggio e svariati ristoranti, senza contare che il porto è stato predisposto all'ormeggio di navi di piccolo tonnellaggio. I turisti che affluiscono in gran numero sul posto hanno modo di praticare sport avventurosi come la pesca subacquea, beneficiando delle attrezzature messe a disposizione da un centro di immersione subacquea e rispettando naturalmente la normativa imposta dalla cooperativa che gestisce il parco naturale di Capraia. Tanta ricchezza e meticolosa organizzazione è riservata in modo quasi esclusivo all'accoglimento dei visitatori. La popolazione locale è invece quotidianamente costretta a scontrarsi con la deplorevole carenza di infrastrutture dei servizi: in questo piccolo comune, infatti, è possibile frequentare esclusivamente la scuola dell'obbligo; sono totalmente assenti anche le più comuni strutture atte alla diffusione e alla salvaguardia della cultura e, per finire, quelle sanitarie offrono soltanto servizi ambulatoriali e di pronto intervento.  

Relazioni

Oltre ai monumenti costituiscono motivo di interesse la flora e soprattutto la fauna dell'isola: secondo alcuni nelle grotte marine che si aprono lungo le coste scoscese vivrebbe ancora qualche raro esemplare di foca monaca: se di questi avvistamenti appare lecito dubitare, è certo invece che l'isola è popolata da un gran numero di conigli selvatici cui tocca però misurarsi con una crescente antropizzazione, soprattutto in estate. Il Patrono S. Nicola di Bari si festeggia il 6 dicembre.

Oltre ai monumenti costituiscono motivo di interesse la flora e soprattutto la fauna dell'isola: secondo alcuni nelle grotte marine che si aprono lungo le coste scoscese vivrebbe ancora qualche raro esemplare di foca monaca: se di questi avvistamenti appare lecito dubitare, è certo invece che l'isola è popolata da un gran numero di conigli selvatici cui tocca però misurarsi con una crescente antropizzazione, soprattutto in estate. Il Patrono S. Nicola di Bari si festeggia il 6 dicembre.

Località

Porto

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Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Capraia Isola rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.