Descrizione

“Comune sparso” con sede in San Giovanni-San Bernardino. Di antiche origini accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato i servizi. I bettolesi, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e, in minor misura, in altre località nonché in numerose case sparse. Il territorio, classificato di montagna, disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un andamento plano altimetrico tipico montano.

“Comune sparso” con sede in San Giovanni-San Bernardino. Di antiche origini accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e incrementato i servizi. I bettolesi, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale e, in minor misura, in altre località nonché in numerose case sparse. Il territorio, classificato di montagna, disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate. L’abitato, che mostra segni evidenti di espansione edilizia, ha un andamento plano altimetrico tipico montano.

Storia

Al centro di intensi traffici commerciali nel corso del Medioevo, grazie alla sua favorevole ubicazione –a metà strada tra il capoluogo piacentino e l’alta Val Nure– nasce come comune con la riforma territoriale e amministrativa della Repubblica cisalpina, inglobando nel 1877 anche il territorio di Borgo San Bernardino, fino ad allora organizzato in autonomo comune. Il toponimo, che risale alla fine del XV secolo, deriva da “taverna, osteria” e rispecchia quello che doveva essere il suo aspetto originario: un piccolo nucleo raccolto attorno a un luogo di sosta e di ristoro lungo una strada di grande traffico. La crescita della zona nel corso del Medioevo fu legata, oltre che alla sua vantaggiosa collocazione geografica, anche a un evento miracoloso: l’apparizione della Madonna a una pastorella verso la fine del XV secolo. Fu al centro delle lotte tra le opposte fazioni dei Camia e dei Nicelli. Per cercare di porre fine a tali violenze, il papa Paolo III fece costruire una torre, la “Farnese”, dove risiedevano i commissari incaricati di far rispettare l’ordine costituito e che, distrutta dai Nicelli, fu ricostruita nella seconda metà del XVI secolo dal duca Ottavio Farnese. Nel corso del 1400 divenne il centro amministrativo di un’associazione di 38 comuni, la “Magnifica Università di Val Nure”, con cui i potenti dell’epoca, come i Visconti, dovettero accordarsi, concedendole vari privilegi di tipo fiscale e che sopravvisse per quasi quattro secoli, fino all’avvento del dominio napoleonico. Nel patrimonio storico-architettonico spiccano: il santuario della Madonna della Quercia; la parrocchia di Borgo San Bernardino del XVII secolo; la torre Farnese; il castello di Bramaiano, del X secolo, a Caminata; il castello di Rossoreggio; la torre dei Colombo, a Pradello.

Al centro di intensi traffici commerciali nel corso del Medioevo, grazie alla sua favorevole ubicazione –a metà strada tra il capoluogo piacentino e l’alta Val Nure– nasce come comune con la riforma territoriale e amministrativa della Repubblica cisalpina, inglobando nel 1877 anche il territorio di Borgo San Bernardino, fino ad allora organizzato in autonomo comune. Il toponimo, che risale alla fine del XV secolo, deriva da “taverna, osteria” e rispecchia quello che doveva essere il suo aspetto originario: un piccolo nucleo raccolto attorno a un luogo di sosta e di ristoro lungo una strada di grande traffico. La crescita della zona nel corso del Medioevo fu legata, oltre che alla sua vantaggiosa collocazione geografica, anche a un evento miracoloso: l’apparizione della Madonna a una pastorella verso la fine del XV secolo. Fu al centro delle lotte tra le opposte fazioni dei Camia e dei Nicelli. Per cercare di porre fine a tali violenze, il papa Paolo III fece costruire una torre, la “Farnese”, dove risiedevano i commissari incaricati di far rispettare l’ordine costituito e che, distrutta dai Nicelli, fu ricostruita nella seconda metà del XVI secolo dal duca Ottavio <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=EMI&parola=FARNESE'>Farnese</a>. Nel corso del 1400 divenne il centro amministrativo di un’associazione di 38 comuni, la “Magnifica Università di Val Nure”, con cui i potenti dell’epoca, come i Visconti, dovettero accordarsi, concedendole vari privilegi di tipo fiscale e che sopravvisse per quasi quattro secoli, fino all’avvento del dominio napoleonico. Nel patrimonio storico-architettonico spiccano: il santuario della Madonna della Quercia; la parrocchia di Borgo San Bernardino del XVII secolo; la torre Farnese; il castello di Bramaiano, del X secolo, a Caminata; il castello di Rossoreggio; la torre dei Colombo, a Pradello.

Economia

è sede della Comunità montana. L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, viti e frutteti; è praticato anche l’allevamento di bovini, e in misura minore, quello di suini, ovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende operanti nei comparti metalmeccanico e dell’abbigliamento, affiancate da industrie del legno e da imprese edili. Il terziario si compone della rete commerciale e dell’insieme dei servizi, tra i quali si segnalano attività di consulenza informatica e il servizio bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo e quelle culturali sono costituite dal Museo Colombiano, che ha sede in una casa-torre appartenente alla famiglia Colombo, a Pradello. Le strutture ricettive, comprendenti anche aziende agrituristiche, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Il servizio sanitario è garantito da un poliambulatorio. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono gli impianti sportivi, che annoverano un campo da calcio, uno da tennis, un bocciodromo e una piscina.

è sede della Comunità montana. L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, viti e frutteti; è praticato anche l’allevamento di bovini, e in misura minore, quello di suini, ovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende operanti nei comparti metalmeccanico e dell’abbigliamento, affiancate da industrie del legno e da imprese edili. Il terziario si compone della rete commerciale e dell’insieme dei servizi, tra i quali si segnalano attività di consulenza informatica e il servizio bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle classi dell’obbligo e quelle culturali sono costituite dal Museo Colombiano, che ha sede in una casa-torre appartenente alla famiglia Colombo, a Pradello. Le strutture ricettive, comprendenti anche aziende agrituristiche, offrono possibilità di ristorazione e di soggiorno. Il servizio sanitario è garantito da un poliambulatorio. A completamento del quadro delle strutture si aggiungono gli impianti sportivi, che annoverano un campo da calcio, uno da tennis, un bocciodromo e una piscina.

Relazioni

Meta di villeggiatura molto ricercata, che attira numerosi visitatori anche per la presenza del santuario della Madonna della Quercia, registra un buon numero di presenze esterne anche nel mondo del lavoro, grazie al suo sviluppo industriale, che consente di assorbire un discreto flusso di manodopera dai dintorni. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di due tradizionali appuntamenti del folclore: la Fiera di Primavera, il primo lunedì di maggio, e l’Antica fiera di settembre, il primo lunedì di settembre, con esposizione e vendita di prodotti alimentari e merci varie. La festa della Patrona, la Madonna della Quercia, si celebra la prima domenica di settembre. Dal 1983 è gemellata con Nogent Sur Marne (Francia).

Meta di villeggiatura molto ricercata, che attira numerosi visitatori anche per la presenza del santuario della Madonna della Quercia, registra un buon numero di presenze esterne anche nel mondo del lavoro, grazie al suo sviluppo industriale, che consente di assorbire un discreto flusso di manodopera dai dintorni. I suoi rapporti con i centri vicini, solitamente non rilevanti, si intensificano in occasione di due tradizionali appuntamenti del folclore: la Fiera di Primavera, il primo lunedì di maggio, e l’Antica fiera di settembre, il primo lunedì di settembre, con esposizione e vendita di prodotti alimentari e merci varie. La festa della Patrona, la Madonna della Quercia, si celebra la prima domenica di settembre. Dal 1983 è gemellata con Nogent Sur Marne (Francia).

Località

Badoni, Bellito Pradello, Bigotti, Bocito Pradello, Buzzetti, Ca' Cotica, Calenzano, Caminata, Casaleto, Case Camia, Castellana, Cordani, Costa, Costa Pradello, Ebbio, Ferrandi, Ferrè, Forlini, Generesso, Gragnano Sotto, Grilli, Groppo Ducale, Leggio, Lugherzano, Maiolo, Missano, Monte Lana, Montechioso, Montesolio, Montosero, Murlo, Negri, Olmo, Padri, Padri-Orlini-Chiesa, Piccoli, Preventorio, Recesio, Riglio, Ronchi Revigozzo, San Boceto, San Giovanni-San Bernardino, Tollara, Vaio, Verogna, Vidonico, Villanova, Villanova Chiesa, Zini

Badoni, Bellito Pradello, Bigotti, Bocito Pradello, Buzzetti, Ca' Cotica, Calenzano, Caminata, Casaleto, Case Camia, Castellana, Cordani, Costa, Costa Pradello, Ebbio, Ferrandi, Ferrè, Forlini, Generesso, Gragnano Sotto, Grilli, Groppo Ducale, Leggio, Lugherzano, Maiolo, Missano, Monte Lana, Montechioso, Montesolio, Montosero, Murlo, Negri, Olmo, Padri, Padri-Orlini-Chiesa, Piccoli, Preventorio, Recesio, Riglio, Ronchi Revigozzo, San Boceto, San Giovanni-San Bernardino, Tollara, Vaio, Verogna, Vidonico, Villanova, Villanova Chiesa, Zini

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Bettola rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.