Descrizione

Piccola comunità di montagna, di origini medioevali, la cui economia si fonda essenzialmente sulle attività agricole. La comunità dei barniesi, che presenta un indice di vecchiaia rientrante nella media, è tutta concentrata nel capoluogo comunale che, in seguito alla forte espansione edilizia degli ultimi anni, è contiguo alla località Lasnigo del comune omonimo. Il territorio disegna un profilo geometrico vario e articolato, che si fa aspro nella parte meridionale, con variazioni altimetriche molto accentuate. L'abitato, adagiato al centro di una bellissima conca compresa tra i monti Oriolo e Gerbal, presenta un andamento plano-altimetrico tipico di collina.

Piccola comunità di montagna, di origini medioevali, la cui economia si fonda essenzialmente sulle attività agricole. La comunità dei barniesi, che presenta un indice di vecchiaia rientrante nella media, è tutta concentrata nel capoluogo comunale che, in seguito alla forte espansione edilizia degli ultimi anni, è contiguo alla località Lasnigo del comune omonimo. Il territorio disegna un profilo geometrico vario e articolato, che si fa aspro nella parte meridionale, con variazioni altimetriche molto accentuate. L'abitato, adagiato al centro di una bellissima conca compresa tra i monti Oriolo e Gerbal, presenta un andamento plano-altimetrico tipico di collina.

Storia

È comune autonomo dal 1950. Tra le varie ipotesi circa l'etimologia del toponimo, la più attendibile è quella che lo fa derivare dalla radice "barn", che significa 'pascolo, luogo di pascolo'. Situata anticamente in una posizione più elevata, è stata distrutta da un incendio e ricostruita nel luogo dove sorge attualmente. Le prime notizie storiche che la riguardano sono fornite da un documento della fine del X secolo in cui viene citata, con il nome di Barnasci, dall'imperatore Ottone III, il quale faceva donazione del territorio al monastero di Sant'Ambrogio Maggiore di Milano. Un documento successivo, redatto nel 1162 per conto di Federico Barbarossa, ne riporta la cessione all'abate del monastero di Cividate come riconoscimento per l'aiuto prestato durante le lotte contro Milano. Per un breve periodo, in seguito all'autonomia decretata dalla pace di Costanza nel 1183, tutta la regione della Vallassina si autogovernò con statuti propri ma, a causa delle continue lotte tra Milano e i comuni vicini per il predominio sul territorio, divenne per secoli dominio dei Visconti. Nel 1788 conobbe prima il giogo della dominazione austriaca, per poi, con Napoleone, entrare a far parte del dipartimento del Lario. Nel periodo risorgimentale, in seguito alla liberazione della Lombardia e alla conseguente annessione al Piemonte, la regione venne retta dal governo di Torino, poi, con l'avvento dell'unità d'Italia, divenne prima località di Civenna e poi comune autonomo. Spicca nel patrimonio storico-artistico la chiesa di San Pietro, risalente al X secolo, una delle costruzioni più antiche della valle. Eretta lontano dall'abitato, forse per salvaguardarla dalle incursioni barbariche, conserva al suo interno una serie di pregevoli affreschi e una Madonna in terracotta dorata del XV secolo. Tra il 1605 ed 1621 è stata invece edificata la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta. Infine, poco lontano dall'abitato sorgono le imponenti rovine di un castello appartenuto al nobile Cristoforo di Barni.

È comune autonomo dal 1950. Tra le varie ipotesi circa l'etimologia del toponimo, la più attendibile è quella che lo fa derivare dalla radice "barn", che significa 'pascolo, luogo di pascolo'. Situata anticamente in una posizione più elevata, è stata distrutta da un incendio e ricostruita nel luogo dove sorge attualmente. Le prime notizie storiche che la riguardano sono fornite da un documento della fine del X secolo in cui viene citata, con il nome di Barnasci, dall'imperatore Ottone III, il quale faceva donazione del territorio al monastero di Sant'Ambrogio Maggiore di Milano. Un documento successivo, redatto nel 1162 per conto di <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=FEDERICOBARBAROSSA'>Federico Barbarossa</a>, ne riporta la cessione all'abate del monastero di Cividate come riconoscimento per l'aiuto prestato durante le lotte contro Milano. Per un breve periodo, in seguito all'autonomia decretata dalla pace di Costanza nel 1183, tutta la regione della Vallassina si autogovernò con statuti propri ma, a causa delle continue lotte tra Milano e i comuni vicini per il predominio sul territorio, divenne per secoli dominio dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LOM&parola=VISCONTI'>Visconti</a>. Nel 1788 conobbe prima il giogo della dominazione austriaca, per poi, con Napoleone, entrare a far parte del dipartimento del Lario. Nel periodo risorgimentale, in seguito alla liberazione della Lombardia e alla conseguente annessione al Piemonte, la regione venne retta dal governo di Torino, poi, con l'avvento dell'unità d'Italia, divenne prima località di Civenna e poi comune autonomo. Spicca nel patrimonio storico-artistico la chiesa di San Pietro, risalente al X secolo, una delle costruzioni più antiche della valle. Eretta lontano dall'abitato, forse per salvaguardarla dalle incursioni barbariche, conserva al suo interno una serie di pregevoli affreschi e una Madonna in terracotta dorata del XV secolo. Tra il 1605 ed 1621 è stata invece edificata la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta. Infine, poco lontano dall'abitato sorgono le imponenti rovine di un castello appartenuto al nobile Cristoforo di Barni.

Economia

Il sistema produttivo locale ha subito col passare del tempo diverse trasformazioni: anticamente l'economia si fondava essenzialmente sull'agricoltura, sulla pastorizia e sull'apicoltura; attualmente la popolazione vive dei prodotti agricoli (soprattutto ortaggi), e della piccola industria edile. A sostegno di queste attività si affianca lo sfruttamento dell'acqua minerale e del manto boschivo, che fornisce in abbondanza frutti spontanei, legna e carbone vegetale. L'offerta dei servizi pubblici è commisurata alle dimensioni della piccola comunità: tra i servizi non figurano voci proprie dei sistemi produttivi più sviluppati, quali le assicurazioni o il servizio bancario; non si registra la presenza di strutture sociali di particolare rilievo o di strutture destinate all'arricchimento culturale, quali biblioteche o musei. Nelle scuole s'impartisce la sola istruzione primaria e le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. L'assenza di strutture sanitarie costringe la popolazione a spostarsi anche per i servizi di base.

Il sistema produttivo locale ha subito col passare del tempo diverse trasformazioni: anticamente l'economia si fondava essenzialmente sull'agricoltura, sulla pastorizia e sull'apicoltura; attualmente la popolazione vive dei prodotti agricoli (soprattutto ortaggi), e della piccola industria edile. A sostegno di queste attività si affianca lo sfruttamento dell'acqua minerale e del manto boschivo, che fornisce in abbondanza frutti spontanei, legna e carbone vegetale. L'offerta dei servizi pubblici è commisurata alle dimensioni della piccola comunità: tra i servizi non figurano voci proprie dei sistemi produttivi più sviluppati, quali le assicurazioni o il servizio bancario; non si registra la presenza di strutture sociali di particolare rilievo o di strutture destinate all'arricchimento culturale, quali biblioteche o musei. Nelle scuole s'impartisce la sola istruzione primaria e le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. L'assenza di strutture sanitarie costringe la popolazione a spostarsi anche per i servizi di base.

Relazioni

Meta di piacevoli escursioni da parte di visitatori amanti della tranquillità e in grado di apprezzare il piacere di rilassanti passeggiate nei boschi, a causa delle carenze riscontrabili nei servizi vive un rapporto intenso con i comuni del circondario, ai quali la popolazione si rivolge per l'istruzione secondaria, il commercio, il lavoro e l'espletamento di pratiche burocratiche. Tra le occasioni di incontro e di festeggiamento che mettono in risalto i prodotti locali figurano la "Festa della montagna" e la "Sagra della castagna". La festa dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Meta di piacevoli escursioni da parte di visitatori amanti della tranquillità e in grado di apprezzare il piacere di rilassanti passeggiate nei boschi, a causa delle carenze riscontrabili nei servizi vive un rapporto intenso con i comuni del circondario, ai quali la popolazione si rivolge per l'istruzione secondaria, il commercio, il lavoro e l'espletamento di pratiche burocratiche. Tra le occasioni di incontro e di festeggiamento che mettono in risalto i prodotti locali figurano la "Festa della montagna" e la "Sagra della castagna". La festa dei Patroni, i Santi Pietro e Paolo, si celebra il 29 giugno.

Località

Monte Oriolo

Monte Oriolo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Barni rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.