Descrizione

Cittadina di pianura, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e il commercio. Gli azzanesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; tra le altre località la più popolosa è Fagnigola. Il territorio, comprendente anche i nuclei Fiumicino, Borgo Facca, Case San Piero in Piagno, Crozzoli e Villacriccola nonché numerosissime case sparse, è ricco di corsi d’acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività; il suo profilo geometrico è regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che imprimono all’abitato un andamento plano-altimetrico decisamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, raffigura, su sfondo azzurro, un falcetto d’argento che attraversa un fascio di spighe di frumento legate da un nastro rosso.

Cittadina di pianura, di origine antica, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale e il commercio. Gli azzanesi, con un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; tra le altre località la più popolosa è Fagnigola. Il territorio, comprendente anche i nuclei Fiumicino, Borgo Facca, Case San Piero in Piagno, Crozzoli e Villacriccola nonché numerosissime case sparse, è ricco di corsi d’acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività; il suo profilo geometrico è regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti, che imprimono all’abitato un andamento plano-altimetrico decisamente pianeggiante. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, raffigura, su sfondo azzurro, un falcetto d’argento che attraversa un fascio di spighe di frumento legate da un nastro rosso.

Storia

I primi insediamenti nella zona risalgono a epoca preistorica, a giudicare dai reperti di età neolitica (V millennio a.C.) rinvenuti nel territorio; a questi ne subentrarono altri fino ad arrivare alla colonizzazione dei romani, di cui sono pervenute numerosissime testimonianze. Il toponimo, attestato in un documento della fine del IX secolo, deriva dal nome latino di persona ATTIUS o ACCIUS; la specificazione “Decimo”, che fu aggiunta con un Regio Decreto del 1867, fa riferimento al fatto che l’abitato si trova alla distanza di 10 miglia romane da Concordia. Importante nodo stradale sotto i romani, essendo attraversata da due strade, chiamate Decumano Massimo e Kardo Massimo (quest’ultima collegava Concordia a Pordenone), durante la dominazione dei longobardi fu scelta come sede di una postazione militare e venne donata da Berengario I, re d’Italia, all’abbazia di Sesto al Reghena. Possedimento dei patriarchi di Aquileia, che la infeudarono ai signori di Meduno, per gli affari religiosi continuò a dipendere dal vescovo di Concordia, il quale più volte si scontrò col patriarca, lamentando l’invasione da parte di quest’ultimo della sua sfera di competenza. Coinvolta nelle continue guerre tra la repubblica veneta e l’Austria, agli inizi del XVII secolo fu colpita da una terribile carestia, che la costrinse a chiedere ai veneziani, nel frattempo ritornati padroni del territorio, il diritto di sfruttare i boschi circostanti. La storia successiva al declino della Serenissima, sul finire del Settecento, ha seguito quella del resto della provincia. Il patrimonio architettonico annovera vari edifici di culto, tra cui spiccano: la parrocchiale, ristrutturata nel XVIII secolo; la cinquecentesca chiesa di Santa Croce; quella dei Santi Filippo e Giacomo; le chiesette di Santa Lucia e della Madonna della Salute.

I primi insediamenti nella zona risalgono a epoca preistorica, a giudicare dai reperti di età neolitica (V millennio a.C.) rinvenuti nel territorio; a questi ne subentrarono altri fino ad arrivare alla colonizzazione dei romani, di cui sono pervenute numerosissime testimonianze. Il toponimo, attestato in un documento della fine del IX secolo, deriva dal nome latino di persona ATTIUS o ACCIUS; la specificazione “Decimo”, che fu aggiunta con un Regio Decreto del 1867, fa riferimento al fatto che l’abitato si trova alla distanza di 10 miglia romane da Concordia. Importante nodo stradale sotto i romani, essendo attraversata da due strade, chiamate Decumano Massimo e Kardo Massimo (quest’ultima collegava Concordia a Pordenone), durante la dominazione dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=FVG&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a> fu scelta come sede di una postazione militare e venne donata da Berengario I, re d’Italia, all’abbazia di Sesto al Reghena. Possedimento dei patriarchi di Aquileia, che la infeudarono ai signori di Meduno, per gli affari religiosi continuò a dipendere dal vescovo di Concordia, il quale più volte si scontrò col patriarca, lamentando l’invasione da parte di quest’ultimo della sua sfera di competenza. Coinvolta nelle continue guerre tra la repubblica veneta e l’Austria, agli inizi del XVII secolo fu colpita da una terribile carestia, che la costrinse a chiedere ai veneziani, nel frattempo ritornati padroni del territorio, il diritto di sfruttare i boschi circostanti. La storia successiva al declino della Serenissima, sul finire del Settecento, ha seguito quella del resto della provincia. Il patrimonio architettonico annovera vari edifici di culto, tra cui spiccano: la parrocchiale, ristrutturata nel XVIII secolo; la cinquecentesca chiesa di Santa Croce; quella dei Santi Filippo e Giacomo; le chiesette di Santa Lucia e della Madonna della Salute.

Economia

È sede della stazione dei carabinieri. L’economia locale è rimasta solo in parte legata all’agricoltura, basata sulla produzione di cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, uve e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Il settore che offre maggiori opportunità di occupazione è quello industriale, con buona presenza di imprese edili e fabbriche metalmeccaniche e di mobili; a queste si affiancano aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), tessile, elettronico, del legno, dei materiali da costruzione, della stampa, della produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica nonché della fabbricazione di strumenti ottici, apparecchiature fotografiche e articoli in plastica. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale completa il quadro delle attività terziarie. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, anche di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

È sede della stazione dei carabinieri. L’economia locale è rimasta solo in parte legata all’agricoltura, basata sulla produzione di cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, uve e frutta; è praticato anche l’allevamento di bovini, suini e avicoli. Il settore che offre maggiori opportunità di occupazione è quello industriale, con buona presenza di imprese edili e fabbriche metalmeccaniche e di mobili; a queste si affiancano aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario), tessile, elettronico, del legno, dei materiali da costruzione, della stampa, della produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica nonché della fabbricazione di strumenti ottici, apparecchiature fotografiche e articoli in plastica. È presente il servizio bancario; una buona rete commerciale completa il quadro delle attività terziarie. Nelle scuole del posto si impartisce l’istruzione obbligatoria; non manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione e, in minor misura, anche di soggiorno, mentre quelle sanitarie assicurano il solo servizio farmaceutico.

Relazioni

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, non offrendo particolari attrattive dal punto di vista paesaggistico, è abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza degli insediamenti industriali, che consentono un buon assorbimento di manodopera. I rapporti, non molto rilevanti, con il limitrofo capoluogo provinciale e gli altri comuni del circondario, ai quali gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto, sono favoriti da un agevole sistema di collegamenti. L’unica festa di rilievo è quella dedicata al Patrono, San Pietro, che si celebra il 29 giugno.

Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, non offrendo particolari attrattive dal punto di vista paesaggistico, è abbastanza frequentata per lavoro, grazie alle sue attività produttive e soprattutto alla presenza degli insediamenti industriali, che consentono un buon assorbimento di manodopera. I rapporti, non molto rilevanti, con il limitrofo capoluogo provinciale e gli altri comuni del circondario, ai quali gli abitanti si rivolgono per l’istruzione secondaria di secondo grado e i servizi non disponibili sul posto, sono favoriti da un agevole sistema di collegamenti. L’unica festa di rilievo è quella dedicata al Patrono, San Pietro, che si celebra il 29 giugno.

Località

Borgo Facca, Case Burtolo, Case Guarda di Sotto, Case Moras, Case San Piero in Piagno, Case Turchet, Corva-Cinque Strade, Fagnigola, Fiumesimo, Fiumicino, Fratte, Villacriccola

Borgo Facca, Case Burtolo, Case Guarda di Sotto, Case Moras, Case San Piero in Piagno, Case Turchet, Corva-Cinque Strade, Fagnigola, Fiumesimo, Fiumicino, Fratte, Villacriccola

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Azzano Decimo rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.