Descrizione

Centro montano di origine molto antica, con un'economia basata sulle attività rurali e sul turismo. La maggior parte degli atinati, con un indice di vecchiaia nella media, si divide tra il capoluogo comunale e la località di Atina Inferiore; nel territorio comunale, però, sono presenti anche numerosi aggregati urbani minori e case sparse. L'abitato, situato su uno sperone, domina la valle sottostante e, nonostante la sensibile espansione edilizia, ha conservato una pianta piuttosto compatta. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico molto irregolare; i rilievi montani e collinari che lo occupano sono coperti da folti boschi cedui mentre nella valle, solcata dalle acque del fiume Melfa e dei suoi affluenti, trovano posto appezzamenti coltivati, oliveti e vigneti. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggiano due colonne di marmo bianco sormontate da una corona d'oro. Il tutto è cinto da una lista a ferro di cavallo, d'argento, con la scritta ATINA CIVITAS SATURNI LATIO. In punta spicca la sigla S.P. Q. A. Lo stemma usato dal Comune è quello riprodotto in alto.

Centro montano di origine molto antica, con un'economia basata sulle attività rurali e sul turismo. La maggior parte degli atinati, con un indice di vecchiaia nella media, si divide tra il capoluogo comunale e la località di Atina Inferiore; nel territorio comunale, però, sono presenti anche numerosi aggregati urbani minori e case sparse. L'abitato, situato su uno sperone, domina la valle sottostante e, nonostante la sensibile espansione edilizia, ha conservato una pianta piuttosto compatta. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico molto irregolare; i rilievi montani e collinari che lo occupano sono coperti da folti boschi cedui mentre nella valle, solcata dalle acque del fiume Melfa e dei suoi affluenti, trovano posto appezzamenti coltivati, oliveti e vigneti. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggiano due colonne di marmo bianco sormontate da una corona d'oro. Il tutto è cinto da una lista a ferro di cavallo, d'argento, con la scritta ATINA CIVITAS SATURNI LATIO. In punta spicca la sigla S.P. Q. A. Lo stemma usato dal Comune è quello riprodotto in alto.

Storia

Un'antica leggenda racconta che fu fondata dal dio Saturno e che fu la prima città italica a opporsi ai troiani sbarcati nella penisola; in realtà fu sede di un insediamento volsco, che nel 311 a.C. venne conquistato dai romani. Durante il Medioevo subì invasioni e saccheggi a opera dei longobardi, che la conquistarono nel 702 d.C., e dei saraceni (IX e X secolo). Fece parte in seguito dei domini di numerose famiglie, fra cui i D'Aquino, i Cantelmo, i Carafa, i Borgia, i Navarro, i Cardona e i Gallio. Completamente distrutta dal tragico terremoto del 1349, venne ricostruita per volere della famiglia Cantelmo; nel 1806 subì l'assedio dal famoso brigante Fra' Diavolo e durante il secondo conflitto mondiale venne quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati. Il toponimo ha un'origine incerta: alcuni studiosi lo collegano al tema prelatino AT– (come designazione idronimica), altri lo fanno derivare dal ligure ATINA, ‘varietà d'olmo che serviva da sostegno alla vite', altri ancora dalla voce prelatina ATTINAE, ‘macerie usate come termine di confine'. Il patrimonio storico-architettonico annovera imponenti mura poligonali, risalenti con molta probabilità all'epoca romana, la barocca cattedrale di Santa Maria Assunta, consacrata nel 1745, e il palazzo ducale dei Cantelmo, costruito dopo il terremoto del 1349 e attuale sede municipale.

Un'antica leggenda racconta che fu fondata dal dio Saturno e che fu la prima città italica a opporsi ai troiani sbarcati nella penisola; in realtà fu sede di un insediamento <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=VOLSCO'>volsco</a>, che nel 311 a.C. venne conquistato dai romani. Durante il Medioevo subì invasioni e saccheggi a opera dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=LONGOBARDI'>longobardi</a>, che la conquistarono nel 702 d.C., e dei saraceni (IX e X secolo). Fece parte in seguito dei domini di numerose famiglie, fra cui i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=DAQUINO'>D'Aquino</a>, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CARAFA'>Carafa</a>, i <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=BORGIA'>Borgia</a>, i Navarro, i Cardona e i Gallio. Completamente distrutta dal tragico terremoto del 1349, venne ricostruita per volere della famiglia <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>; nel 1806 subì l'assedio dal famoso brigante Fra' Diavolo e durante il secondo conflitto mondiale venne quasi completamente rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati. Il toponimo ha un'origine incerta: alcuni studiosi lo collegano al tema prelatino AT– (come designazione idronimica), altri lo fanno derivare dal ligure ATINA, ‘varietà d'olmo che serviva da sostegno alla vite', altri ancora dalla voce prelatina ATTINAE, ‘macerie usate come termine di confine'. Il patrimonio storico-architettonico annovera imponenti mura poligonali, risalenti con molta probabilità all'epoca romana, la barocca cattedrale di Santa Maria Assunta, consacrata nel 1745, e il palazzo ducale dei <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=CANTELMO'>Cantelmo</a>, costruito dopo il terremoto del 1349 e attuale sede municipale.

Economia

Parte della comunità si dedica ancora alla coltivazione di frumento, mais, ortaggi e uva –assai pregiata è la produzione di vino cabernet Sammichele– nonché all'allevamento di polli e bovini ma per il futuro gli atinati puntano a sviluppare il turismo, già sostenuto da un apparato ricettivo di buon livello. Nel settore industriale, non particolarmente rilevante, spiccano i comparti alimentare, metallurgico, edile, del legno e della lavorazione della pietra. Il comune ospita la sede della Comunità montana, le scuole dell'obbligo, un istituto tecnico commerciale, una biblioteca comunale e un museo civico, contenente reperti di origine sannitica, volsca e romana portati alla luce nel comprensorio comunale; un ospedale, un poliambulatorio, un centro di salute mentale, un consultorio familiare e un presidio di guardia medica itinerante provvedono all'assistenza sanitaria.

Parte della comunità si dedica ancora alla coltivazione di frumento, mais, ortaggi e uva –assai pregiata è la produzione di vino cabernet Sammichele– nonché all'allevamento di polli e bovini ma per il futuro gli atinati puntano a sviluppare il turismo, già sostenuto da un apparato ricettivo di buon livello. Nel settore industriale, non particolarmente rilevante, spiccano i comparti alimentare, metallurgico, edile, del legno e della lavorazione della pietra. Il comune ospita la sede della Comunità montana, le scuole dell'obbligo, un istituto tecnico commerciale, una biblioteca comunale e un museo civico, contenente reperti di origine <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=SANNITICA'>sannitica</a>, <a target='_blank' href='vediNota.php?reg=LAZ&parola=VOLSCA'>volsca</a> e romana portati alla luce nel comprensorio comunale; un ospedale, un poliambulatorio, un centro di salute mentale, un consultorio familiare e un presidio di guardia medica itinerante provvedono all'assistenza sanitaria.

Relazioni

Apprezzata per le sue bellezze artistiche e naturali –bellissimo è il locale parco comunale, quasi un giardino botanico per la grande varietà di alberi che ospita–, costituisce la più importante stazione di villeggiatura estiva della valle di Comino. Tra le numerose manifestazioni che si succedono nel corso dell'anno figurano: la fiera delle “cocce” (19 marzo), con esposizione e vendita di prodotti artigianali in coccio; la “ballarella” (25 aprile), manifestazione folcloristica dedicata al “saltarello”, ballo tipico del basso Lazio; il raduno di auto e moto d'epoca (seconda decade di maggio); il concorso ippico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” (prima metà di giugno); il trofeo di ciclismo “Bastianelli” (15 agosto). Assai apprezzati anche in ambito internazionale sono il festival “Atina jazz” (ultima domenica di luglio) e il “Festival internazionale del folclore” (1-15 agosto), rassegna di danze e canti popolari, europei ed extraeuropei. La festa del Patrono San Marco Galileo si celebra il primo ottobre.

Apprezzata per le sue bellezze artistiche e naturali –bellissimo è il locale parco comunale, quasi un giardino botanico per la grande varietà di alberi che ospita–, costituisce la più importante stazione di villeggiatura estiva della valle di Comino. Tra le numerose manifestazioni che si succedono nel corso dell'anno figurano: la fiera delle “cocce” (19 marzo), con esposizione e vendita di prodotti artigianali in coccio; la “ballarella” (25 aprile), manifestazione folcloristica dedicata al “saltarello”, ballo tipico del basso Lazio; il raduno di auto e moto d'epoca (seconda decade di maggio); il concorso ippico “Carlo Alberto Dalla Chiesa” (prima metà di giugno); il trofeo di ciclismo “Bastianelli” (15 agosto). Assai apprezzati anche in ambito internazionale sono il festival “Atina jazz” (ultima domenica di luglio) e il “Festival internazionale del folclore” (1-15 agosto), rassegna di danze e canti popolari, europei ed extraeuropei. La festa del Patrono San Marco Galileo si celebra il primo ottobre.

Località

Atina Inferiore, Cancello, Case di Melfa, Colle, Duca, I Caira, Le Sode, Nardelli, Pie' delle Piagge, Ponte la Pietra, Pozzello, Settignano, Tufo

Atina Inferiore, Cancello, Case di Melfa, Colle, Duca, I Caira, Le Sode, Nardelli, Pie' delle Piagge, Ponte la Pietra, Pozzello, Settignano, Tufo

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Atina rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.