Descrizione

Comune collinare, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità degli agazzanesi, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, è concentrata per la maggior parte nel capoluogo comunale e, in minor misura, in altre località nonché in diverse case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 90 metri sul livello del mare a un massimo di 383 metri; l’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si rappresenta un leone rampante dorato nell’atto di tenere, in una branca, una spada sguainata, anch’essa d’oro; l’animale è attraversato da una banda argentata accostata da due stelle dorate.

Comune collinare, di antiche origini, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità degli agazzanesi, con un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, è concentrata per la maggior parte nel capoluogo comunale e, in minor misura, in altre località nonché in diverse case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate, che vanno da un minimo di 90 metri sul livello del mare a un massimo di 383 metri; l’abitato ha un andamento plano-altimetrico tipico collinare. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, si rappresenta un leone rampante dorato nell’atto di tenere, in una branca, una spada sguainata, anch’essa d’oro; l’animale è attraversato da una banda argentata accostata da due stelle dorate.

Storia

I primi insediamenti nella zona –il cui toponimo deriva dall’aggettivo latino AGATHIANUM, prediale dal gentilizio AGATHIUS– risalgono a epoca romana, come testimoniato dal rinvenimento di resti di sepolture e altri oggetti. La scarsa documentazione non consente di seguire la storia del borgo dall’alto Medioevo al XIII secolo, quando, dopo essere stato saccheggiato dall’esercito di Federico II, fece parte delle proprietà della nobile famiglia Scotti, la cui signoria, affermatasi con Alberto Scoto e rafforzatasi nel XV secolo col nipote Giovanni –che assunse il titolo di conte di Agazzano–, fece del borgo il centro più importante della vallata. La signoria degli Scotti si protrasse fino al 1412 quando, accusati di ribellione dagli Arcelli, nobili proprietari di terre nella Val Tidone e alleati dei Visconti, furono privati da Filippo Maria Visconti del feudo di Agazzano e di altri beni, che vennero ceduti agli Arcelli. Poco dopo, tuttavia, provata la loro innocenza, furono reintegrati nei loro possedimenti che, nella prima metà del XV secolo, compresero anche il castello di Agazzano, cui è legata la vicenda del “Buso”, il conte Pier Maria Scotti, divenuto famoso per i suoi efferati delitti. Le lotte tra gli Scotti e gli Arcelli, riaccesesi agli inizi del XVII secolo, culminarono nel 1652, quando i primi, dopo essere stati esiliati dal ducato di Parma e Piacenza e privati dei loro beni, furono reinvestiti della contea di Agazzano. Del castello ben conservata è la rocca, affiancata da un palazzo residenziale del XVIII secolo, sorto su parte delle fondamenta dell’antico castello; i castelli della Boffalora e della Bastardina sono gli unici resti di un vasto sistema difensivo, che sorse nella fascia alto-collinare tra XIII e XIV secolo, quando più violenti si fecero gli scontri tra le nobili famiglie per il dominio su queste zone. Degni di nota sono la parrocchiale (costruita nel XVI secolo ma rimaneggiata negli ultimi anni dell’Ottocento), il santuario della Madonna del Pilastrello e il palazzo degli Anguissola.

I primi insediamenti nella zona –il cui toponimo deriva dall’aggettivo latino AGATHIANUM, prediale dal gentilizio AGATHIUS– risalgono a epoca romana, come testimoniato dal rinvenimento di resti di sepolture e altri oggetti. La scarsa documentazione non consente di seguire la storia del borgo dall’alto Medioevo al XIII secolo, quando, dopo essere stato saccheggiato dall’esercito di Federico II, fece parte delle proprietà della nobile famiglia Scotti, la cui signoria, affermatasi con Alberto Scoto e rafforzatasi nel XV secolo col nipote Giovanni –che assunse il titolo di conte di Agazzano–, fece del borgo il centro più importante della vallata. La signoria degli Scotti si protrasse fino al 1412 quando, accusati di ribellione dagli Arcelli, nobili proprietari di terre nella Val Tidone e alleati dei Visconti, furono privati da Filippo Maria Visconti del feudo di Agazzano e di altri beni, che vennero ceduti agli Arcelli. Poco dopo, tuttavia, provata la loro innocenza, furono reintegrati nei loro possedimenti che, nella prima metà del XV secolo, compresero anche il castello di Agazzano, cui è legata la vicenda del “Buso”, il conte Pier Maria Scotti, divenuto famoso per i suoi efferati delitti. Le lotte tra gli Scotti e gli Arcelli, riaccesesi agli inizi del XVII secolo, culminarono nel 1652, quando i primi, dopo essere stati esiliati dal ducato di Parma e Piacenza e privati dei loro beni, furono reinvestiti della contea di Agazzano. Del castello ben conservata è la rocca, affiancata da un palazzo residenziale del XVIII secolo, sorto su parte delle fondamenta dell’antico castello; i castelli della Boffalora e della Bastardina sono gli unici resti di un vasto sistema difensivo, che sorse nella fascia alto-collinare tra XIII e XIV secolo, quando più violenti si fecero gli scontri tra le nobili famiglie per il dominio su queste zone. Degni di nota sono la parrocchiale (costruita nel XVI secolo ma rimaneggiata negli ultimi anni dell’Ottocento), il santuario della Madonna del Pilastrello e il palazzo degli Anguissola.

Economia

Fatta eccezione per gli uffici deputati dal funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, non se ne registrano altri degni di nota. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo di primo piano: si coltivano cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, vitigni e frutteti; diffuso è anche l’allevamento di bovini, seguito da quello di suini. Il tessuto industriale è rappresentato da aziende operanti nei comparti automobilistico (con fabbriche specializzate nella produzione di accessori e parti di motore e autoveicoli), alimentare (in particolare lattiero-caseario) ed edile. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi; tra questi ultimi va segnalato il servizio bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle scuole dell’obbligo. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico: per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Fatta eccezione per gli uffici deputati dal funzionamento dei consueti servizi municipali e postali, non se ne registrano altri degni di nota. Nell’economia locale l’agricoltura conserva un ruolo di primo piano: si coltivano cereali (in particolare frumento), ortaggi, foraggi, vitigni e frutteti; diffuso è anche l’allevamento di bovini, seguito da quello di suini. Il tessuto industriale è rappresentato da aziende operanti nei comparti automobilistico (con fabbriche specializzate nella produzione di accessori e parti di motore e autoveicoli), alimentare (in particolare lattiero-caseario) ed edile. Il terziario si compone della rete distributiva (di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della popolazione) e dell’insieme dei servizi; tra questi ultimi va segnalato il servizio bancario. Priva di servizi pubblici particolarmente significativi, non presenta strutture sociali di rilievo. Le strutture scolastiche assicurano la frequenza delle scuole dell’obbligo. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno, mentre quelle sanitarie garantiscono il solo servizio farmaceutico: per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.

Relazioni

È abbastanza frequentata per turismo, grazie alla presenza della rocca e del palazzo dell’Anguissola; buono anche il flusso in entrata nel settore lavorativo: i suoi insediamenti industriali consentono, infatti, di assorbire manodopera dai dintorni. I suoi rapporti con i centri vicini, tuttavia, non sono rilevanti, poiché mancano anche quei tradizionali appuntamenti fieristici o del folclore che altrove, periodicamente, costituiscono occasione di richiamo per numerosi visitatori. La festa patronale, intitolata all’Assunzione di Maria, si celebra il 15 agosto.

È abbastanza frequentata per turismo, grazie alla presenza della rocca e del palazzo dell’Anguissola; buono anche il flusso in entrata nel settore lavorativo: i suoi insediamenti industriali consentono, infatti, di assorbire manodopera dai dintorni. I suoi rapporti con i centri vicini, tuttavia, non sono rilevanti, poiché mancano anche quei tradizionali appuntamenti fieristici o del folclore che altrove, periodicamente, costituiscono occasione di richiamo per numerosi visitatori. La festa patronale, intitolata all’Assunzione di Maria, si celebra il 15 agosto.

Località

Bastardina, Ca' dei Paveri, Cantone, Casaleggio, Castano, Grintorto, Montebolzone, Monteraschino, Rivasso, Sarturano, Tavernago

Bastardina, Ca' dei Paveri, Cantone, Casaleggio, Castano, Grintorto, Montebolzone, Monteraschino, Rivasso, Sarturano, Tavernago

Fondi europei 2021-2027

Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Agazzano rientra nell'Obiettivo "Competitività regionale e occupazione". A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta a rafforzare la competitività, l'occupazione e l'attrattiva delle regioni, ad anticipare i cambiamenti socioeconomici, a promuovere l'innovazione, l'imprenditorialità, la tutela dell'ambiente, l'accessibilità, l'adattabilità dei lavoratori e lo sviluppo dei mercati. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell’11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.