Palazzo Di Francia

Originari della Francia, come dice lo stesso nome che, probabilmente era più conosciuto nella sua antica forma di Franza, derivante da Francigena, Francies, dei Franzi, di Franza, scesero in Italia con gli Angioini e si stabilirono a Napoli; poi si suddivisero in più rami a Cosenza, Paola, Monteleone, Squillace, Tropea. Al ramo di Monteleone appartenevano Pietro e Giovanni di Francia. Lo stemma è rosso e azzurro con banda d’oro:in campo, un leone illeopardito; in punta ,tre gigli d’oro Il palazzo Di Francia sorge sulla parte alta di via Gioacchino Murat, via che prese nome dalla presenza del Murat in casa del marchese, durante il suo breve regno. Fu costruito su progetto di G.B. Vinci, architetto locale, formatosi a Roma, dove lavorò per molto tempo e dove scrisse i suoi trattati di architettura civile. La costruzione del palazzo gli venne commissionata, alla fine del XVIII sec.(i disegni originali, su tela, portano la data: Roma,10 luglio 1792), da Luca Vincenzo di Francia, allora tesoriere delle Calabrie, come sua residenza calabrese di rappresentanza. In realtà, però, non venne quasi mai abitata dal funzionario regio perché trattenuto spesso alla corte di Napoli. Alla sua morte , il palazzo venne diviso tra gli eredi lungo l’asse est-ovest. Il palazzo era stato concepito in modo da rispecchiare precise esigenze di rappresentanza ufficiali della corona borbonica nella Calabria ulteriore: le camere da letto ai lati, i saloni di ricevimento e pinacoteca al centro. Completava l’edificio il grande parco nella parte opposta all’atrio a cui si accedeva da due rampe di scale. Elementi vanvitelliani concorrono a darne un gusto chiaramente classico, poi alterato da successive modifiche. E’ uno dei pochi esempi di edilizia maggiore, attualmente esistente in Calabria realizzati con un sistema antisismico di travature lignee, molto fitto, secondo i dettami delle “Istruzioni per l’ingegneri commissionati nelle Calabrie Ulteriori” e i modello costruttivo riportato nella “Storia dei tremuoti” di G. Vivenzio, per consentire maggiore stabilità all’edificio: la costruzione infatti ebbe inizio mentre era ancora viva la memoria del sisma del 1783.