
Descrizione
Comune di impianto medievale, esteso sulle pendici di un colle, le cui principali fonti di reddito e di occupazione sono le attività rurali, in attesa dei possibili sviluppi del turismo. I prignanesi, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, risiedono in un piccolo numero di case sparse nella campagna coltivata e soprattutto nel capoluogo comunale, suggestivo borgo rurale di cui l'abitato di Melito, con i suoi vicoli stretti e le caratteristiche abitazioni, rappresenta un'appendice. Il profilo geometrico del comprensorio prignanese, classificato collinare, rispecchia i valori della media collina. L'uomo ha ricavato ampi spazi in cui praticare le proprie attività, sicché l'ordinata disposizione delle coltivazioni arboree e arbustive determina frequenti soluzioni di continuità nel verde della natura incontaminata e resa ancor più rigogliosa dalle acque del fiume Alento. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è "inquartato": nel primo quarto, azzurro, campeggia una colomba d'argento in volo; nel secondo, azzurro, una mezzaluna crescente d'oro; nel terzo due fasce d'oro e due rosse; nel quarto, d'argento, tre bande azzurre sotto un "capo" rosso contenente tre stelle a otto raggi d'oro.
Storia
L'attuale toponimo è riconducibile al personale latino PRINIUS, con il suffisso aggettivale -ANUS, che indica appartenenza e contraddistingue le formazioni prediali. In epoca aragonese troviamo il feudo, già citato in una donazione del principe di Salerno ai monaci dell'abbazia di Cava de' Tirreni e poi in un atto di vendita del 1070, come concessione dei Sanseverino ad Antonello Prignano. Attraverso vari feudatari, fra cui il poeta Bernardino Rota, che lo possedette nella seconda metà del XVI secolo, giunse a Tommaso Cardone (1701), il quale ne divenne marchese e lo trasmise ai suoi successori. Il comune raggiunse l'attuale assetto territoriale nel 1947, quando conquistò l'autonomia amministrativa da Torchiara, cui era stato aggregato dal 1929. Di forme eleganti i palazzi nobiliari, fra cui spicca quello della famiglia Cardone, e la torre della famiglia Volpe (XV secolo). Gli edifici sacri campeggiano in tutta la loro maestosità: la cinquecentesca chiesa di San Nicola di Mira, ricostruita nel 1875, quella dei Santi Cosma e Damiano nei pressi del cimitero, la cappella di Sant'Antonio e, in località Melito, quella cinquecentesca di Santa Caterina evidenziano il fervore religioso da sempre insito nella comunità.
Economia
Le attività rurali, indirizzate alla coltivazione di olive, uva da vino e fichi -questi ultimi possono essere farciti con mandorle e noci e ricoperti di cioccolato- e specializzate nell'allevamento di bovini, ovini e suini, restano il pilastro dell'economia, alimentando una discreta industria di trasformazione che, insieme all'impiantistica, sostiene l'occupazione locale; il debole commercio è invece di poco incentivo alle potenzialità dell'economia prignanese e nell'ambito dei servizi l'intermediazione finanziaria non si è ancora affermata. Per quanto riguarda le infrastrutture, che si stanno evolvendo in vista di una piena valorizzazione turistica del comprensorio, il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali, dispone delle scuole dell'obbligo, di una biblioteca comunale intitolata a Vittorio Bachelet, di una farmacia e di un ambulatorio medico; è invece assai carente di strutture ricettive.
Relazioni
È impegnata a valorizzare fra mille difficoltà la propria immagine di stazione di soggiorno, adatta a un turismo di tipo familiare che può fare leva sulla quiete indisturbata e su molteplici attrattive naturalistiche. In località Bosco, in particolare, la macchia mediterranea si presenta in tutta la sua varietà e fa da cornice ad un'opera umana molto singolare: l'imponente diga Alento, tra le più grandi d'Europa e interamente in terra battuta. I vari momenti legati al folclore locale trovano la loro ambientazione ideale nel patrimonio architettonico del centro storico e rappresentano un'ulteriore fonte di richiamo: tripudio di colori e fragranze la sagra del galletto, che ha luogo il 13 e il 14 di agosto. Il Patrono San Nicola si festeggia il 6 dicembre. Ha dato i natali a papa Urbano VI (1378-1389), al secolo Bartolomeo Prignano.
Località
Fondi europei 2021-2027
Nella nuova Programmazione 2007-2013 della politica di coesione economica e sociale dell'Unione Europea il comune di Prignano Cilento rientra nell’Obiettivo "Convergenza" (che succede al precedente Obiettivo 1 della programmazione 2000-06). A partire dal 1 0 gennaio 2007 nelle aree rientranti in tale obiettivo l'impiego dei "fondi strutturali" europei punta ad accelerare il processo di convergenza degli Stati membri e delle regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni di crescita e di occupazione. I settori prioritari d'intervento sono i seguenti: qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, sviluppo dell'innovazione e della società basata sulla conoscenza, adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, tutela dell'ambiente, efficienza amministrativa. Cfr. Regolamento (CE) n. 1083/2006 dell'11 luglio 2006 recante disposizioni generali sul Fondo Europeo di sviluppo regionale, sul Fondo Sociale Europeo e sul Fondo di Coesione.
- Popolazione 1.018
- Lat 40° 19' 44,95'' 40.32915278
- Long 15° 4' 12,90'' 15.07025000
- CAP 84060
- Prefisso 0974
- Codice ISTAT 065103
- Codice Catasto H062
- Altitudine slm 410 mt
- zona clim./gradi giorno
Riscaldamento: dal 1/11 al 15/04 per 12 ore/giorno D/1650 - Superficie 11.92 Km2
- Densità 85,40 ab/Km2
- Sismicità Zona 3
- Alba 07:03
- Tramonto 17:23
- Giovanni Cantalupo
- Piazza Municipio, 1
- 84060 (SA) Campania
- protocollo@pec.comune.prignanocilento.sa.it
- anagrafe@comune.prignanocilento.sa.it
- www.comune.prignanocilento.sa.gov.it
- 81000550657
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