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Foto 360
Vibo Valèntia
Comune - VV, Italy
Castello
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Fu in origine una torre, di forma esagonale, che il Conte Ruggero il Normanno detto il Bosso, volle ...
innalzare, come baluardo di difesa per la città “provata” dalle scorrerie saracene.
La costruzione muterà il suo aspetto fra il 1233 e il 1237 con Federico II di Svevia, che vi aggiungerà altri baluardi facendone assumere la forma “a castello”. Gli Angioini, subentrati alla dinastia degli Hohenstaufen vi aggiunsero uno sperone triangolare che fecero congiungere alle mura della città, coordinandolo con un sistema di fortilizi sorgenti lungo la cinta di mura. Poi, per lungo tempo, vi presero dimora i Duchi Pignatelli. Il terremoto del 1783 arrecò delle lesioni ai muri, tali da renderlo inagibile. Restaurato in epoca recente ospita il Museo archeologico cittadino V. Capialbi facente parte del Polo Museale della Calabria e nella sua corte ospita suggestive rappresentazioni teatrali e concerti.
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Piazza Martiri d'Ungheria
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Riprese notturne della piazza.
Dedicata, ai martiri della rivoluzione ungherese del 23 ottobre 1956 ...
ospita da una parte il Municipio cittadino e dall’altra una scuola elementare e media. Nel 2021-22 verrà completamente ristrutturata con un concorso di progettazione.
Due lastre poste nell’angolo sinistro dell’entrata principale di Palazzo, sede del Comune, ricordano che Vibo Valentia fu la prima città d'Italia a onorare i rivoltosi ungheresi, dando il nome alla principale piazza: quella superiore in pietra è per onorare i Martiri d’Ungheria, quella inferiore in marmo è per riconoscenza alla città Calabrese.
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Porto polifunzionale, turistico e commerciale
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Il Porto può contenere fino a 450 posti barca.
Vi sono tre pontili per attracco di barche e ...
panfili:
il Pontile “Da Carmelo” (m 200); il pontile “Stella del Sud” (m 168, fondali da 1 a 6 m) ed il pontile “Orchidea Blu”. L'ormeggio è gestito dalla Capitaneria di Porto, sulla banchina Generale Malta per m 282, banchina Pola per m 100, banchina Tripoli per m 83, banchina Bengasi per m 320 e banchina Fiume per m 82: questi ormeggi sono destinati a unità da diporto e da pesca quando non sono previsti arrivi di navi mercantili. Dal porto, inoltre, partono i traghetti e gli aliscafi per le isole Eolie.
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Vibo dall'alto
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Un volo notturno su Vibo, partendo dal Castello normanno svevo, costruito come baluardo difensivo da...
l conte Ruggero il normanno e poi divenuto castello a tutti gli effetti con Federico II di Svevia, con gli Angioini e infine con i duchi Pignatelli, ultimi signori della città. È sede dell’importante Museo Archeologico V. Capialbi ricco di reperti greco-romani.
Subito dopo, da Piazza San Leoluca è possibile vedere il Duomo di San Leoluca e S. Maria Maggiore in tutta la loro magnificenza, con l’adiacente Convento domenicano risalente al XVI secolo. Davanti al sagrato i resti dell’antico battistero paleocristiano protetto da una struttura in vetro e corten, ritrovato durante i lavori di rifacimento della piazza nel 2014 che fa parte del parco archeologico di Hipponion. Di fronte al Duomo l’ingresso laterale della villa comunale “N. Cremona” con il monumento a Luigi Razza; su un altro lato, l’inizio di Corso Umberto I con il palazzo Stagno D’Alcontres, della fine del XVIII secolo; sul lato che dà inizio a Via Alci
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Ricostruzione di una battaglia sotto le mura di Hipponion Valentia
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Diverse sono le battaglie che si sono combattute sulle mura di Hipponion, ad esempio sappiamo che la...
città guidò una guerra contro Crotone e lo stesso Tucidide definisce gli Hipponiati come "homoroi" (confinanti) dei Locresi.
Probabilmente ci furono dei legami di tipo federale fra Locri, Hipponion e Medma in base al quale, in caso di guerra, una polis poteva richiedere l'ausilio delle altre due, e forse, per una richiesta troppo pesante da parte dei Locresi a questa lega, che si originò, nel 422 a.C., lo scontro. Dell'esito del conflitto Tucidide non ci dà notizie, ma che sia stato favorevole agli Hipponiati e Medmei sembra certo dai successivi avvenimenti che videro schierarsi Locri insieme a Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa. All'inizio del IV secolo a.C., infatti, Dionisio si sposava con una donna locrese e Locri darà supporto al tiranno nelle sue spedizioni in Italia.
Nel 393 a.C., il tiranno, una volta occupata Medma, deporta parte dei suoi abitanti a Messana e lascia il territorio della città ai Locresi; Dionisio conqui
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Castello
Fu in origine una torre, di forma esagonale, che il Conte Ruggero il Normanno detto il Bosso, volle innalzare, come baluardo di difesa per la città “provata” dalle scorrerie saracene.
La costruzione muterà il suo aspetto fra il 1233 e il 1237 con Federico II di Svevia, che vi aggiungerà altri baluardi facendone assumere la forma “a castello”. Gli Angioini, subentrati alla dinastia degli Hohenstaufen vi aggiunsero uno sperone triangolare che fecero congiungere alle mura della città, coordinandolo con un sistema di fortilizi sorgenti lungo la cinta di mura. Poi, per lungo tempo, vi presero dimora i Duchi Pignatelli. Il terremoto del 1783 arrecò delle lesioni ai muri, tali da renderlo inagibile. Restaurato in epoca recente ospita il Museo archeologico cittadino V. Capialbi facente parte del Polo Museale della Calabria e nella sua corte ospita suggestive rappresentazioni teatrali e concerti.
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